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Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

venerdì 28 aprile 2006

I Signori dell'Anello


In gergo escursionistico si definisce “anello”il percorso che si effettua partendo da una località,si raggiunge la meta e si ritorna alla stessa località di partenza per un’altra via.Solitamente i percorsi ad anello sono molto suggestivi anche se impegnativi. Conquistare la Timpa di Cassano dal versante est era stato da sempre un piccolo sogno nel cassetto e l’insistenza di un mio compagno d’avventura ha fatto in modo che questo progetto divenisse realtà.Molti sono i turisti e la gente del luogo che specialmente in estate viene a S.Lorenzo Bellizzi.Tra questi,chi desidera godere della pace di un ameno paesino tranquillo abbarbicato a 800 m. d’altezza sulla valle del Raganello; e ci sono i più temerari che si avventurano nelle paurose gole del Barile in alto e nel canyon del Raganello più in basso nella pratica del torrentismo. A nord ovest la ciclopica Timpa di S.Lorenzo con le sue vertiginose pareti,emerge maestosa dalle brulle praterie sottostanti punteggiate di pittoresche masserie e piccole costruzioni pastorali.Anch’essa è meta di scalatori che hanno buone gambe ma che soprattutto non soffrono di vertigini. Più a sud le fa da contraltare la Timpa di Cassano.Già ad occhio appare evidente la sua inaccessibilità.Un pauroso ammasso di anfratti,sfasciumi di rocce dappertutto,conoidi di deiezione,spaccature,lastroni lisci come vetro dalle pendenze impossibili,leccete intricate e impenetrabili e quant’altro.Elementi questi da scoraggiare anche il più impavido degli scalatori.

domenica 23 aprile 2006

Le Vallje



Ogni martedì dopo Pasqua nei paesi Arbëreshë di Civita e Frascineto (CS) si svolgono le Vallje. Letteralmente danza, è un particolare genere coreutico-musicale eseguito dalle comunità albanesi dell'Italia meridionale per rievocare le gesta epiche dell'eroe albanese Skanderbeg,specialmente la sua vittoria sui tuchi. Furono i suoi soldati, nel 1448, a fondare i primi paesi arbëreshë. Skanderbeg, dopo la sua morte, divenne un mito, un eroe, in Albania e fuori. Gli Arbëreshë d?Italia lo cantano nelle loro Rapsodie; e suoi busti troneggiano in tutte le piazze dei paesi arbëreshë. Skanderbeg, per gli Arbëreshë, è sinonimo di Albanesità: amore per la lingua, la cultura e le tradizioni albanesi. Agli Arbëreshë ha insegnato i valori della libertà e della democrazia.

Le danze e i canti, sono di solito cori a più voci, accompagnati o no da uno strumento musicale. I canti tradizionali più antichi (vjershë) si eseguono solo con la voce, e sono un elemento originale della cultura orale dei paesi Arbëreshë; le contaminazioni della cultura "latina" sono minime.

Ha inizio nelle prime ore del pomeriggio quando ragazzi e ragazze, vestiti con il costume albanese, intrecciano le ridde, cantano le gesta dell'eroe condottiero e canzoni d'amore per le vie del paese. Ogni tanto,
scherzosamente, i ragazzi accerchiano un forestiero e gli chiedono di ripetere una particolare parola albanese, al fine di scoprire se si tratta di un latino (italiano) o di un arbëresh (albanese d'Italia): se si tratta di un latino è obbligato a offrire un rinfresco, in caso di rifiuto sarà segnato sulla guancia con la fuliggine di un vecchio tegame; un arbëresh non è tenuto a offrire il rinfresco.

La danza si articola in due fasi: una prima parte è eseguita in forma processionale. Le persone disposte su due file parallele, si tengono con dei fazzoletti percorrendo le strade del paese. La seconda parte della danza è eseguita sul posto, in una piazza o davanti alla casa di una persona che si vuole celebrare Il ballo, guidato da un uomo, denominato flamurar, è caratterizzato da passi saltellati ed accompagnato da un canto che viene eseguito dagli stessi danzatori. Il canto è polivocale (a due parti) e contraddistinto da una tecnica vocale che fa uso di numerosi glissandi che si concludono sul falsetto.

La vallja si sposta sempre, come un drappello di soldati in battaglia, a volte temporeggia, a volte si apre e va incontro al "nemico"; così i balli si snodano nelle vie del paese per culminare nella piazza. E qui che si può osservare la vallja muoversi in percorsi sinuosi in fila indiana e poi a sorpresa chiudersi a circolo. Si tratta anche di una parata in cui le donne mostrano con orgoglio il proprio costume tradizionale, confezionato con preziose sete colorate e arricchito da ricami e galloni d'oro.I colori del vestito civitese sono blu o azzurro per il corpetto e fucsia per la gonna. Le donne sposate completano il costume con una gonna supplementare di colore blu.

Gli Albanesi risiedono in Calabria da secoli, lungo la dorsale appenninica, ed hanno arricchito questa terra con la loro cultura. Comunità sociali fortemente coese attorno ad una antica storia condivisa i cui epigoni di sopraffazioni e stragi giunsero fino all?esilio nella terra calabrese che ancora oggi accoglie con civile umanità profughi provenienti dalle vicine terre al di là del mare. Una vita quotidiana indistinguibile da quella di chi vive negli altri vicini comuni, tranne che in occasione delle feste tradizionali nelle quali si consolidano i processi d?identità comunitaria indossando e mostrando i ricchi costumi , evocando con i canti il ricordo del condottiero Skanderberg ancora così presente nella memoria collettiva sebbene elemento della storia antica.

Chi era Skanderbeg?
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mercoledì 19 aprile 2006

IL PINO LORICATO PIU'SETTENTRIONALE D'ITALIA



Il comprensorio del Monte Alpi (1901 m) presenta molti elementi caratteristici che non lo relegano di certo ad una posizione di secondo piano rispetto alle montagne più blasonate del Pollino.Innanzi tutto è una bellissima montagna avente forma di un grosso cuneo rovesciato.E? impressionante il colpo d?occhio che offre al visitatore ?escursionista quando giunge alla località ?Piede d?Alpi?,lungo la strada che porta a Castelsaraceno.Le sue vertiginose pareti e i suoi paurosi canaloni-ghiaioni che si innalzano a strapiombo per 900 m. avvertono da subito che la scalata non sarà per niente una passeggiata.

Altra peculiarità è la presenza insieme ai soliti calcari grigi ,di giacimenti di alabastro,da cui si estrae la ?Pietra di Latronico?.Ed è proprio a Latronico,in località ?La Calda?,che funziona un?attrezzatissimo impianto termale molto apprezzato. Le virtù terapeutiche delle acque di questo centro termale infatti sono note fin dalla preistoria, come dimostrano le ricerche archeologiche fatte nelle Grotte di Calda, poste vicino alle sorgenti. Le acque del complesso termale sgorgano da due sorgenti alla temperatura di 22° C: la Grande Sorgente bicarbonato-calcica e la Piccola Sorgente bicarbonato-calcica-sulfurea.

Ma il pezzo forte è rappresentato dalla presenza in località ?Malboschetto? dello scheletro di un pesce fossile risalente a 30 milioni di anni fa.Sarebbe classificato come?Istioforide? del genere Makaira,conosciuto con il nome di Marlin.La lastra dove si intravede il fossile purtroppo versa in condizioni deprecabili;basterebbe realizzare una piccola tettoia in legno per proteggerlo almeno dalla pioggia .

Le pareti del versante occidentale dell?Alpi ospitano la stazione più settentrionale d?Italia del Pino Loricato.Ed?è stata proprio questa la meta dell? ascensione di oggi:fotografare il pino più a nord.Se non ho commesso errori e ho visto bene sono riuscito a trovarlo.Per raggiungerlo ho pensato di salire dal versante nord seguendo il filo di cresta,in perfetta solitaria.

E? una via inusuale proprio perché difficile,aspra,aerea e in qualche passaggio anche pericolosa.Infatti,dopo aver seguito la cresta panoramica ,ad un certo punto bisogna abbandonarla e immettersi nell?orrido canalone che sale dal basso quasi strapiombante e risalirlo fino a raggiungere una sella .E? proprio qui che si possono ammirare alcuni pini loricati abbarbicati nella parete verticale sovrastante.Sono questi i più settentrionali. Giunto sulla sella trovo gli ultimi nevai nel bosco e per proseguire verso la vetta,bisognerà seguire la cresta finale per una buona mezz?ora.

Dalla cima dell?Alpi lo sguardo corre verso la vetta gemella (Santa Croce) ,che rievoca in me il ricordo della prima escursione fatta insieme al gruppo CAI di Castrovillari nel settembre 2001.Quella volta salimmo dalla via normale per il bosco Favino e non andammo sull?Alpi soltanto perché accennava a piovere(erano altri tempi).Proprio in quell?occasione conobbi alcuni compagni di avventura con i quali in questi cinque anni abbiamo scritto pagine memorabili sul nostro massiccio.

E così anche l?estremo lembo settentrionale del Parco del Pollino è conquistato.

In foto: la cresta nord del Monte Alpi
All?interno :la stazione più
settentrionale di pino
loricato d?Italia