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Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

sabato 18 novembre 2006

Sul Gran Sasso (Bivacco Bafile)


Dopo due anni rieccomi a calcare i sentieri del Gran Sasso, caratterizzato dalla presenza della vetta più alta dell'Appennino, il Corno Grande, che raggiunge i 2912 metri. FOTO 1 Su questa catena è inoltre presente l'unico ghiacciaio appenninico, il Calderone, il più meridionale d'Europa. Già d’accordo con il “prode “ Marco,sabato 11 novembre puntiamo decisamente verso Campo Imperatore senza avere però in mente una meta precisa.Durante il viaggio in auto valutiamo infatti le numerose variabili che avrebbero infine determinato la nostra meta:la nevicata del giorno prima,la possibilità di arrivare con l’auto a Campo Imperatore,l’apertura della funivia,le ore di luce ecc. Ci inerpichiamo con l’auto, ma dopo un primo tentativo torniamo indietro a Fonte Cerreto , causa strada ghiacciata.Con notevole disappunto constatiamo che la funivia è chiusa per manutenzione.Sembra ci sia tutto contro quel giorno,e pensare che la giornata è stupenda.Le speranze però paiono riaccendersi allorchè vediamo transitare il mezzo spargisale e spazzaneve.Qualcosa fara?Si risale.In tutti i modi riusciamo a raggiungere Campo Imperatore,ma,purtroppo abbiamo fatto tardi. FOTO 2 Si parte zaino a spalla solo alle 9.50.Il paesaggio tutt’intorno è spettacolare:Campo Imperatore e tutte le vette che lo circondano sembrano essere state spolverate con lo zucchero a velo ; FOTO 3 il cielo terso e l’aria asciutta conferiscono all’ambiente un atmosfera da favola.Al centro,la maestosa piramide di Corno Grande sembra invitarci insistentemente. FOTO 4 Dall'Albergo di Campo Imperatore raggiungiamo per la via estiva la Sella di Monte Aquila, FOTO 5 proseguiamo per ripidi pendii tenendoci a sinistra sino alla Sella di Corno Grande e poi in direzione di un grosso masso (detto Sassone). FOTO 6 Soltanto a questo punto optiamo per il sentiero alpinistico che porta al Bivacco Bafile .50 metri dopo il masso, giungiamo ad un bivio con due frecce, dove prendiamo a destra il sentiero per dirigerci verso lo spigolo SSE della Vetta Occidentale , aggirare in basso lo spigolo, traversare la comba nevosa e salire al Bivacco. FOTO 7 Il Bivacco Bafile appartiene alla sezione Aquilana del Club Alpino Italiano ed è stato inaugurato l'11 settembre 1966. E' del tipo adottato dalla Fondazione Berti con nove posti letto in brandine,costituito da una capanna metallica color rosso, ed è collocato a 2669 m su una piazzola ricavata dallo sbancamento di 60 m cubi di roccia, al culmine di un torrione sottostante la Vetta Centrale del Corno Grande (Versante SE del Gran Sasso D'Italia). FOTO 8 Il Bivacco agevola e facilita le classiche salite estive ed invernali dello spigolo SE della Vetta Occidentale, del Torrione Cambi, del versante S alla Vetta Centrale ed Orientale nonchè l'aggiramento della cresta E per giungere al versante N del Paretone. FOTO 9 All’inizio della vertiginosa ferrata raggiungiamo tre provetti alpinisti che quel giorno,come noi avrebbero voluto raggiungere la Vetta Centrale;comunque,arrivare al bivacco con la neve ci avrebbe notevolmente appagato. FOTO 10 Dopo le manovre con la longe per superare i numerosi frazionamenti, FOTO 11 raggiungiamo il Belvedere dove la vista diventa mozzafiato.Lo sguardo spazia sulle vette del Prena e del Camicia,sul “Centenario”quindi; FOTO 12 sulla paurosa Valle dell’Inferno, FOTO 13sul Monte Aquila e più a destra verso Campo Pericoli dominate da Pizzo Cefalone e Pizzo d’Intermesoli,cime anch’esse aderte e difficili FOTO 14.Scendiamo così per la Comba nevosa, FOTO 15 risaliamo l’ultima levigata rampetta ed eccoci sbucare davanti al rosso bivacco,posto a mò di nido d’aquila sullo sperone roccioso a strapiombo sulla Valle dell’Inferno.Da qui il colpo d’occhio diventa ancor più notevole tra guglie,pinnacoli e pareti di dolomitica bellezza alle nostre spalle, FOTO 16 e la costa dell’Adriatico con la mastodontica Maiella difronte e lontana all’orizzonte. FOTO 17 E’ stato bello vedere come in quell’isolato punto in mezzo ad un paesaggio lunare cinque persone diverse fra loro ,un calabrese,un toscano e tre romani siano state accomunate da una grande passione che li spinge ad andare per luoghi remoti,lontani dal chiasso e dalla vita convulsa delle città. FOTO 18 Al ritorno,proprio all’inizio della ferrata,vi era posta una targhetta metallica che non avevo notato all’inizio e ,credo sia doveroso terminare questo articolo proprio con le parole incise su di essa:

“Se distruggiamo i preconcetti che imprigionano la vita come inferriate allora liberiamo la vera vita e la vera forza che sono in ognuno di noi. Si deve diventare così semplici e senza parole come il grano che cresce e la pioggia che cade. Si deve semplicemente ESSERE”

giovedì 9 novembre 2006

Rifugio Andrea Bafile


Vi piacerebbe trascorrere una notte quì?

Bivacco Andrea Bafile 2669 m.
Si trova a 2669 m su uno spallone della cresta SE della Vetta Centrale del Corno Grande.
Di proprietà della sezione aquilana del CAI, è stato costruito nel 1966 su una piazzola ricavata dallo sbancamento di 60 metri cubi di roccia. Dispone di 9 posti letto in brandine. Di facile accesso, ben tenuto, è un'ottima base per le ascensioni invernali o estive sul versante meridionale del Massiccio del Corno Grande.

venerdì 3 novembre 2006

Voglia di Dolcedorme

Scalare la Serra Dolcedorme,il tetto del Parco del Pollino, dà sempre grandi soddisfazioni.Il fascino di questa montagna dal profilo alpestre,con il suo circo di pini loricati secolari che costellano le sue pendici,la luminosità del cielo che lo abbraccia,imprimono sempre sensazioni indimenticabili,in tutte le stagioni.foto 1Era tanto che non salivo in vetta in un periodo di non innevamento:le ultime volte lo abbiamo “sfidato”nelle condizioni più avverse e per le vie più difficili. Ieri,1° Novembre, ci siamo cimentati in una nuova via (almeno in parte) salendo per un crestone parallelo alla classica “Via del Campanaro”,documentata in più di una delle guide del Pollino.L’abbiamo battezzata “Via della Porta” a motivo di una fessura trà due rocce sovrastata da un arco naturale.foto 2Il gruppo inizialmente è composto da sei persone;tre di esse ci lasceranno a metà percorso a motivo di impegni personali. Si parte dalla località di partenza “Valle Piana (900 m.)”,piana di nome ma non di fatto.In realtà lo è solo nella parte iniziale;più su diviene sempre più ripida fino a culminare nei formidabili dirupi delle Murge di Celsa Bianca.foto 3foto 4Il sentiero immerso nei boschi di faggio ,aceri e pini neri ci porterà dapprima al Passo di Valle Cupa (1317 m.) e poi in direzione del Timpone Campanaro (1492 m.).Il toponimo deriva infatti dal curioso profilo a campana di quest’ultimo se lo si osserva da un determinato punto.Risalendo oscuri valloni giungiamo al colle Campanaro e poi sul suo culmine per osservare tutta la cresta che si dovrà risalire.foto 5 Per operare la variante prevista dovremo ridiscendere nel vallone e impegnare il crestone parallelo a quello classico che porta in cima al “Cozzo Sorvolato (1966 m.),”battezzato così dai forestali a causa dei continui sorvoli per i lanci di acqua,effettuati dai canader e dagli elicotteri impegnati nelle operazioni di spegnimento dell’incendio dell’ottobre 1985.La cresta si rivela più ripida e impegnativa di quella classica,già percorsa qualche anno addietro.foto 6Ci insinuiamo così in un dedalo di rocce e vetusti esemplari di pini loricati di ogni forma e dimensione che insieme a esemplari scheletrici e vigorose piantine formano un’affascinante moltitudine al cospetto di luminosi orizzonti senza fine.foto 7foto 8foto 9 Ne approfittiamo di tanto in tanto ad osservare le pareti sommitali di vetta per trovare nuove vie alpinistiche da affrontare in futuro.Dopo qualche ora di vera fatica giungiamo così al punto dove si congiungono i due crestoni,che coincide proprio con la cima del Cozzo Sorvolato.Quì il gruppo si divide.In tre proseguiamo percorrendo senza alcuna difficoltà la cresta quasi orizzontale che porta alla vetta della Timpa del pino di Michele (2069 m.).Il luogo prende nome da un pino loricato usato dai briganti nel XIX sec. per impiccare Michele,un pastore che aveva parlato troppo con le forze dell’ordine impegnate nella lotta al brigantaggio.foto 10 Nel frattempo,gli ultimi isolati pini loricati ci accompagnano nel nostro ultimo sforzo per raggiungere la vetta del Dolcedorme percorrendo la maestosa cresta est.Il tempo ,come da previsione,comincia a cambiare;perturbazioni provenienti da ovest investono le cime circostanti.La vetta però è raggiunta.foto 11Nel libro di vetta apponiamo le firme e qualche simpatico e commosso commento/dedica.foto 12E’ la prima volta di Salvatore che tradendo un pizzico di emozione ci ringrazia per avergli fatto avverare questo suo piccolo sogno di scalare il Dolcedorme,talaltro dal versante più duro.foto 13 Dopo un pranzo frugale e un ottimo the caldo che ci riscalda le ossa, via per la classica discesa lungo il “Faggio Grosso”,foto 14ampio vallone che ci ricondurrà a Valle Piana quando ormai l’oscurità avrà preso il sopravvento sulla luce del giorno. E prima di partire,un ultimo saluto a “Sua Maestà” che ancora una volta ci ha voluto regalare emozioni forti e sensazioni indimenticabili. In foto: La cresta est del Dolcedorme