Dopo due anni rieccomi a calcare i sentieri del Gran Sasso, caratterizzato dalla presenza della vetta più alta dell'Appennino, il Corno Grande, che raggiunge i 2912 metri. FOTO 1 Su questa catena è inoltre presente l'unico ghiacciaio appenninico, il Calderone, il più meridionale d'Europa. Già d’accordo con il “prode “ Marco,sabato 11 novembre puntiamo decisamente verso Campo Imperatore senza avere però in mente una meta precisa.Durante il viaggio in auto valutiamo infatti le numerose variabili che avrebbero infine determinato la nostra meta:la nevicata del giorno prima,la possibilità di arrivare con l’auto a Campo Imperatore,l’apertura della funivia,le ore di luce ecc. Ci inerpichiamo con l’auto, ma dopo un primo tentativo torniamo indietro a Fonte Cerreto , causa strada ghiacciata.Con notevole disappunto constatiamo che la funivia è chiusa per manutenzione.Sembra ci sia tutto contro quel giorno,e pensare che la giornata è stupenda.Le speranze però paiono riaccendersi allorchè vediamo transitare il mezzo spargisale e spazzaneve.Qualcosa fara?Si risale.In tutti i modi riusciamo a raggiungere Campo Imperatore,ma,purtroppo abbiamo fatto tardi. FOTO 2 Si parte zaino a spalla solo alle 9.50.Il paesaggio tutt’intorno è spettacolare:Campo Imperatore e tutte le vette che lo circondano sembrano essere state spolverate con lo zucchero a velo ; FOTO 3 il cielo terso e l’aria asciutta conferiscono all’ambiente un atmosfera da favola.Al centro,la maestosa piramide di Corno Grande sembra invitarci insistentemente. FOTO 4 Dall'Albergo di Campo Imperatore raggiungiamo per la via estiva la Sella di Monte Aquila, FOTO 5 proseguiamo per ripidi pendii tenendoci a sinistra sino alla Sella di Corno Grande e poi in direzione di un grosso masso (detto Sassone). FOTO 6 Soltanto a questo punto optiamo per il sentiero alpinistico che porta al Bivacco Bafile .50 metri dopo il masso, giungiamo ad un bivio con due frecce, dove prendiamo a destra il sentiero per dirigerci verso lo spigolo SSE della Vetta Occidentale , aggirare in basso lo spigolo, traversare la comba nevosa e salire al Bivacco. FOTO 7 Il Bivacco Bafile appartiene alla sezione Aquilana del Club Alpino Italiano ed è stato inaugurato l'11 settembre 1966. E' del tipo adottato dalla Fondazione Berti con nove posti letto in brandine,costituito da una capanna metallica color rosso, ed è collocato a 2669 m su una piazzola ricavata dallo sbancamento di 60 m cubi di roccia, al culmine di un torrione sottostante la Vetta Centrale del Corno Grande (Versante SE del Gran Sasso D'Italia). FOTO 8 Il Bivacco agevola e facilita le classiche salite estive ed invernali dello spigolo SE della Vetta Occidentale, del Torrione Cambi, del versante S alla Vetta Centrale ed Orientale nonchè l'aggiramento della cresta E per giungere al versante N del Paretone. FOTO 9 All’inizio della vertiginosa ferrata raggiungiamo tre provetti alpinisti che quel giorno,come noi avrebbero voluto raggiungere la Vetta Centrale;comunque,arrivare al bivacco con la neve ci avrebbe notevolmente appagato. FOTO 10 Dopo le manovre con la longe per superare i numerosi frazionamenti, FOTO 11 raggiungiamo il Belvedere dove la vista diventa mozzafiato.Lo sguardo spazia sulle vette del Prena e del Camicia,sul “Centenario”quindi; FOTO 12 sulla paurosa Valle dell’Inferno, FOTO 13sul Monte Aquila e più a destra verso Campo Pericoli dominate da Pizzo Cefalone e Pizzo d’Intermesoli,cime anch’esse aderte e difficili FOTO 14.Scendiamo così per la Comba nevosa, FOTO 15 risaliamo l’ultima levigata rampetta ed eccoci sbucare davanti al rosso bivacco,posto a mò di nido d’aquila sullo sperone roccioso a strapiombo sulla Valle dell’Inferno.Da qui il colpo d’occhio diventa ancor più notevole tra guglie,pinnacoli e pareti di dolomitica bellezza alle nostre spalle, FOTO 16 e la costa dell’Adriatico con la mastodontica Maiella difronte e lontana all’orizzonte. FOTO 17 E’ stato bello vedere come in quell’isolato punto in mezzo ad un paesaggio lunare cinque persone diverse fra loro ,un calabrese,un toscano e tre romani siano state accomunate da una grande passione che li spinge ad andare per luoghi remoti,lontani dal chiasso e dalla vita convulsa delle città. FOTO 18 Al ritorno,proprio all’inizio della ferrata,vi era posta una targhetta metallica che non avevo notato all’inizio e ,credo sia doveroso terminare questo articolo proprio con le parole incise su di essa:
“Se distruggiamo i preconcetti che imprigionano la vita come inferriate allora liberiamo la vera vita e la vera forza che sono in ognuno di noi. Si deve diventare così semplici e senza parole come il grano che cresce e la pioggia che cade. Si deve semplicemente ESSERE”