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Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

martedì 27 marzo 2007

Monte La Caccia Cresta Nord






























Imponente e aderto,il Monte La Caccia,posto all’estremità sud occidentale del Parco del Pollino, a qualche chilometro di distanza dalla costa tirrenica in linea d’aria, si impenna improvvisamente per 1744 m. di altitudine dando l’impressione quasi di gettarsi nel mare. FOTO 1Il profilo frastagliato delle creste, le pareti strapiombanti e i valloni dirupati gli conferiscono di sicuro le caratteristiche di una montagna alpina. L’adiacente Monte Cannitello,anche se notevolmente più basso,pare essere un piccolo “Monte Cervino”,non sfigurando affatto di fronte al fratello maggiore. FOTO 2 Nonostante la vetta del Monte La Caccia venga raggiunta dagli escursionisti attraverso l’ormai collaudata “via normale” che parte dal villaggio di Trifari (fr. Di Belvedere M.ttimo) e passa per Serra La Croce;con Massimo concordiamo il giorno prima di attaccare la cresta nord e raggiungere la vetta. FOTO 3In cresta sorge una bizzarra formazione rocciosa battezzata simpaticamente “Il gelato”. FOTO 4 A vista non escludiamo l’eventualità di vincere le paretine iniziali con qualche “tiro di corda”.In effetti è così.Evitando il banale e lunghissimo aggiramento lungo il Vallone del “Castrito”,individuiamo il punto migliore per superare il primo salto,un tiro di 30 m. circa FOTO 5e subito dopo un secondo di una ventina di metri,valutati di IV grado alpinistico su roccia in alcuni punti friabile e infestata da fastidiosi arbusti. FOTO 6 Rotto finalmente il ghiaccio puntiamo decisamente verso il “Gelato” attraverso passaggi in cresta non particolarmente difficili. FOTO 7 Abbiamo modo così di ammirare il curioso monolito annoverandolo insieme ad altri famosi monumenti di roccia del Pollino quali il “Dito del Diavolo”,la “Pietra Portusata” e la “Tavola dei Briganti”della Montea;la “Pietra Campanara” dell’Orsomarso;”L’ascia di Scardiello”del Caramolo ecc.,formazioni carsiche queste,modellate dalla notte dei tempi dagli agenti atmosferici. FOTO 8 qui siamo costretti nostro malgrado ad attrezzare una terza sosta per il superamento di un tratto verticale di 25 metri circa molto insidioso per la presenza di massi instabili FOTO 9; FOTO 10; FOTO 11 Purtoppo le tre manovre ci fanno perdere diverso tempo.Sono infatti le 13.30 e ancora dobbiamo percorrere la lunghissima cresta e superare al contempo un dislivello di 600 m. se vogliamo raggiungere la vetta.Si spera a questo punto di non imbatterci più in tratti da superare in arrampicata per non perdere più tempo. Così è.Proseguendo lungo la cresta e superando macigni di ogni specie e dimensione,sempre in costante salita,abbiamo modo di godere di spettacolari visioni della parete ovest de “La Caccia”aggredita da folate di nebbia che pare facciano sembrare la montagna sospesa nel cielo in un atmosfera irreale. FOTO 12 I continui passaggi su roccia mettono a dura prova gambe e braccia ,ma anche la nostra forza di volontà.In genere quando affiora la stanchezza e non si è più lucidi come prima, è più facile commettere errori.Di questo ne siamo consapevoli e cerchiamo in tal modo di “soppesare”attentamente ogni nostro movimento. Finalmente,dopo una interminabile cavalcata sempre sul filo di cresta, alle 16.15 raggiungiamo la vetta de “La Caccia”.E’ molto tardi,rischiamo di farci cogliere dal buio nella lunga discesa che seguirà.Comunque ,ad un’ora scarsa di cammino,su Serra La Croce ,il rifugio “Belvedere”sarà pronto ad accoglierci nel caso si verificasse questa eventualità. FOTO 13 ; FOTO 14 Infine riusciamo ad imboccare il sentiero di ritorno ancora con la luce;e a questo punto possono andar bene anche le nostre frontali perché il sentiero è ben tracciato ed evidente. FOTO 15 L’interminabile marcia termina percorrendo i tre chilometri circa sull’asfalto per raggiungere l’auto nella solitudine, al buio più completo e avvolti dalla nebbia.Gli abitanti delle masserie qui a Trifari sembrano vivere ritmi diversi rispetto alla vita più frenetica dei loro compaesani giù in marina. Nota simpatica,i fasci di luce delle nostre frontali e il tintinnio dei moschettoni alle imbracature richiamano l’attenzione di cani guardinghi per fortuna custoditi.Ed e’ tutt’un abbaiare a destra e a manca. Durante questa difficoltosa ed articolata ascensione ho avuto modo di riflettere sulle parole di Claire-Eliane Eugel che nella sua “Storia dell’Alpinismo” diceva:”Le montagne hanno una logica loro propria,che non può essere misurata con il metro umano.E diversi sono anche,in montagna,tempo e spazio……La montagna è il paese dell’uomo che non ha fretta.” FOTO 16 In foto: risalendo la cresta del M.La Caccia