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Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

domenica 20 maggio 2007

LE CINQUE CIME DEL POLLINO


Vi racconto di una bella escursione fatta qualche anno fa.Anche le foto sono sono un po’ datate.La considero come una sorta di rito iniziatorio alla montagna,simile al famoso “Centenario”del Gran Sasso.Mi sono ispirato ad un racconto apparso tempo prima su Apollinea (il periodico del Parco del Pollino) dove tre escursionisti vollero “circumnavigare” le 5 cime del Pollino che superano i 2000 m. di altezza in un solo giorno. Le cinque cime costituiscono l’Acrocoro centrale del Massiccio del Pollino e formano una V con vertice la cima del Dolcedorme.Circondano a corona i Piani del Pollino suddivisi nel Piano Toscano,alla base del M.Pollino e la Piana di Pollino verso Serra delle Ciavole.Essi sono splendidi pianori carsici che in tempi remoti costituivano un grande lago pleistocenico prosciugatosi a seguito dell’apertura dei suoi inghiottitoi.Sono ricoperti di “flisch”(l’insieme di argille,marne e arenarie che caratterizza l’area settentrionale del massiccio).Il toponimo deriva dal nome datogli dai geologi dopo aver studiato questo tipo di rocce sulle prealpi svizzere.Letteralmente “terreno che scivola”. FOTO 1 Le 5 vette più alte del Pollino sono “Serra Dolcedorme” che con i suoi 2267 m.è il tetto del meridione,la montagna più alta dalla Maiella in giù;Monte Pollino 2248 m;Serra del Prete 2281 m.;Serra delle Ciavole 2130 m. e Serra Crispo 2053 m. Il percorso inizia logicamente a Colle Impiso (1573 m.) dove si lascia l’auto.Attacchiamo alle 5 del mattino;è ancora buio e occorrono le lampade frontali. FOTO 2 mappa La prima cima da conquistare è Serra del Prete che aggrediamo dalla cresta nord.Questo è anche il dislivello maggiore di tutto il percorso che dobbiamo affrontare,ben 610 m.in salita giusto per scaldare i muscoli.Quasi in cima riusciamo a cogliere la magia di un’alba spettacolare,il sole che sorge da dietro le rocce e i pini loricati di Serra delle Ciavole,proprio di fronte a noi.Siamo in vetta alle 6.45. FOTO 3 Colazione e discesa verso Colle Gaudolino ,506 m. in discesa fino alla baracca dei pastori.Di fronte si staglia minacciosa la mole di M.Pollino.Per guadagnare tempo tralasciamo la via normale e ci immettiamo nel canalone che in direttissima e in dura erta ci porterà in vetta in minor tempo ma con maggiore fatica. Aggiungiamo così altri 574 m. in salita e alle 10.30 siamo sulla cima del Monte di Apollo. FOTO 4 Abbiamo 1174 m. di dislivello e 5 ore e 30 di marcia nelle gambe,la fatica è già notevole.Aleggia tra di noi il dubbio di non farcela e di dare forfait alla prossima tappa,la Serra Dolcedorme. Il saliscendi da una cima all’altra ci “spacca le gambe” ma continuiamo senza forzare troppo il passo,il nostro obiettivo infatti non è quello di stabilire record di velocità ma di completare l’anello.Ci rincuora il fatto che dopo la discesa dal Pollino alla Sella del Dolcedorme dovremmo affrontare un dislivello di soli 297m. in salita.Seguendo così il bordo della fantastica cresta delle “Murge di Celsa Bianca” alle 13.00 siamo sul Dolcedorme.Ci fermiamo per un pranzo frugale.Subito dopo impegnamo il sentiero che in discesa ci condurrà al Passo delle Ciavole.L’imbocco è segnalato dalla presenza di un pino loricato scheletrico,il sentiero serpeggia immerso nella fitta faggeta. FOTO 5 A questo punto anche la discesa (395 m. di dislivello) pesa come un macigno sulle ginocchia e sulle caviglie e,purtroppo al passo un componente del gruppo ci abbandona stremato dalla fatica;se ne ritornerà per i Piani di Pollino dove seguirà con lo sguardo il nostro proseguire.Da parte nostra abbiamo da superare la ripida salita per la cresta sud di Serra delle Ciavole;senza più acqua e le forze che ci abbandonano progressivamente zigzaghiamo tra rocce e colossali pini loricati che sembrano non curarsi della nostra performance.I 258 m. in forte pendenza sono infine superati e alle 15.15 tocchiamo la cima. FOTO 6 A questo punto tiriamo il fiato allorché proseguiamo lungo la cresta rocciosa di Serra delle Ciavole,orizzontale e abbastanza agevole.Dobbiamo assolutamente rifornirci d’acqua e così scendiamo dalla spalla centrale di Serra delle Ciavole verso la Sorgente del Frido,la più alta sorgente del Parco,un misero rigagnolo d’acqua che nonostante tutto si rivela provvidenziale a placare la nostra sete.Con rinnovate energie ci dirigiamo verso la Grande Porta del Pollino approfittando in tal modo per visitare “zi Peppe”,il grande pino loricato,simbolo del Parco ,bruciato dai vandali fra il 19 e il 20 ottobre 93. Ragazzi,quasi ci siamo;dobbiamo affrontare l’ultima fatica,la “non impossibile”Serra di Crispo,gli ultimi 106 m. di dislivello in salita. Il “giardino degli Dei”,così chiamato per la presenza di bellissimi pini loricati molto longevi simili a giganteschi bonsai che costituiscono uno degli ambienti più affascinanti e fiabeschi dell’intero Parco Nazionale ,ci accoglie tra le sue braccia alle 16.15. FOTO 7 Non ci resta che gioire e stappare una bottiglia di spumante che ci siamo portati in zaino per l'occasione lungo tutto il tragitto.L’impresa è compiuta.Scendendo per gli ondulati prati dei Piani di Pollino e poi imboccando il sentiero rientriamo a Colle dell’Impiso alle 18.40.Di seguito lo schema dei dislivelli colmati in salita e in discesa. FOTO 8 Ripensando alla bella impresa compiuta, sinceramente non so se la ripeterei.Forse dovrò averne un buon motivo.L’invito però lo giro a coloro i quali,venendo a visitare il mio Pollino Fantastico, vogliano misurarsi con se stessi,tenendo conto che si tratta di una escursione di tutto rispetto riservata a persone esperte , allenate e dalla notevole tenuta atletica.I quasi 2000 m. di dislivello da colmare in un giorno solo non sono uno scherzo.Il tentativo comunque può essere abbandonato in qualsiasi momento del percorso. Ecco la scheda tecnica riassuntiva dell'anello: Km percorsi: 19 ca Dislivello in salita: 1897 m. Dislivello in discesa: 1523 m. Durata percorso :13h 40 m. Cime toccate: Serra del Prete,Monte Pollino,Timpa di Valle Piana,Serra Dolcedorme,Serra delle Ciavole, Serretta della Porticella,Serra di Crispo. In foto: tramonto sul Dolcedorme

domenica 6 maggio 2007

Torrentismo nel fiume Jannello



Come una piccola gemma incastonata in una natura selvaggia,il fiume Jannello è un piccolo corso d'acqua immissario del Lao,unico fiume in Calabria adatto alla pratica del rafting (dall’inglese "to raft" ovvero "navigare su una zattera")e della canoa . Ecco la mappa tridimensionale FOTO 1 A differenza del Lao,lo si percorre in classico stile torrentimo.Il suo corso breve e non particolarmente difficoltoso lo rende adatto a chiunque si cimenti per la prima volta in questa disciplina. Siamo in territorio di Laino Borgo,paesino tipico del Pollino adagiato e lambito dal Lao.Laino non è conosciuto soltanto per il suo fiume,ma anche perché è il paese natio del prof. Biagio Longo,colui che studiò la varietà “Pinus Leucodermis Ant.”nel Pollino coniandone per primo il nome:”Pino Loricato”.A lui è stato recentemente intitolato il neo rifugio CAI ,in contrada Campolongo nel comune di Mormanno. Veniamo all’escursione.Solitamente per il torrentismo si attende l’estate,ma le temperature insolitamente elevate del periodo non ci scoraggiano dal mettere i piedi nelle sue acque fredde. Siamo in 27; FOTO 2 a capo del gruppo Ugo Orsini del Canoa Club Lao Pollino,coadiuvato da due guide ufficiali del Parco Pollino, Luigi Perrone da Mormanno ed Emanuele Pisarra da Civita.Con lui un nutrito gruppo di turisti pugliesi e noi del CAI Castrovillari. L’ambiente fluviale nel quale ci immergiamo è decisamente incantevole.(mi scuso se a volte per descrivere tali luoghi sembrerò ripetitivo nell’uso degli aggettivi,ma credetemi,dopo vent’anni di montagna,il Pollino continua a sorprendermi,e ogni volta è una emozione unica). Caratteristiche di questo breve corso sono le acque limpide e le cascate multiformi,il tutto incorniciato in una folta e verdeggiante vegetazione,una vera wilrdness mediterranea. FOTO 3, FOTO 4, FOTO 5 Non mancano di tanto in tanto rocce impregnate di muschio con stillicidio d’acqua e formazioni di calcite simili a stalattiti. FOTO 6, FOTO 7Nel superamento degli ostacoli ognuno usa il suo stile.La maggioranza però,ho notato, cerca di non bagnarsi i piedi cercando di evitare al massimo il contatto con l’acqua attraverso affannose ed inverosimili contorsioni fra massi di roccia e passaggi laterali. Dunque vogliamo snaturare il torrentismo? Da parte mia,preferisco tagliare la testa al toro e camminare in acqua.Per questo è consigliabile usare scarpette da tennis basse senza calze. Verso la fine io e Luigi,in avanscoperta raggiungiamo la cascata più alta,un salto di quasi 10 metri superabile lateralmente attraverso un sentiero invaso dai rovi.E’ qui che il gruppo si ricompatta.La cascata segna la fine del percorso.In realtà si potrebbe proseguire ma il seguito non propone novità degne di nota rispetto a ciò che abbiamo già visto. FOTO 8 Rimane da vedere però la cascata più bella,detta “del Toro”,che si trova a valle,e come mi spiegherà Ugo,”è buono lasciare il pezzo forte alla fine, per tenere sempre alto l’interesse degli escursionisti”. Ritorniamo sui nostri passi,operiamo una piccola digressione e,scendiamo per un ripido sentierino che ci immetterà in un’ansa dall’acqua verde smeraldo circondata da pareti rocciose, e lì di fronte,la maestosa “Cascata del Toro”. FOTO 9Come portata non sarà il fiume Lao,come spettacolarità non sarà il Raganello,come lunghezza non si può paragonare all’Argentino,ma vale la pena visitarlo,sia perché si trova a qualche chilometro dall’uscita autostradale,sia perché la brevità dell’escursione consente di visitare volendo anche Laino Borgo e Laino Castello.