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Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

giovedì 30 agosto 2007

Ritorno al Pollino tra gole e forre. 1° parte:La ferrata della Gravina




Il gran caldo di questa lunghissima estate ha dirottato i miei passi ad andare non tanto per monti quanto per gole e canyon,numerosi e spettacolari qui nel Pollino.Il contatto con l’acqua al riparo dal sole cocente spinge infatti molti turisti ed escursionisti a praticare dalle mie parti il torrentismo.

Inizio Agosto,dopo la sortita sulle Dolomiti mi sento con Carlo,con il quale eravamo d’accordo per la ferrata del Caldanello a Cerchiara di Calabria.
Cerchiara è uno splendido paesino arroccato a 650 m. sul livello del mare alle pendici del Monte Sellaro.E’ lambito da questa splendida gola,il Caldanello , considerata una delle più belle d’Italia(simile se vogliamo al suo fratello maggiore,il Raganello).




Partendo dalla briglia, si sviluppa una interessante e divertente via ferrata, divisa in due tratti che si snodano sulle opposte pareti della forra. Quest’ultima è costituita da segmenti orizzontali e verticali e giunge fin sopra le rovine diroccate del castello del paese.L’altro tratto è molto interessante se consideriamo la parte iniziale,da brivido:si scende su uno spezzone di cavo d’acciaio posto a strapiombo sulla gola.

Dopo un breve tratto orizzontale suggestivo su vertiginose cengie si interrompe improvvisamente presso un boschetto. Il percorso parte dal basso,presso il depuratore del paese. Ci avventuriamo nelle cengie attrezzate.
  A parte il gran caldo procede tutto bene,cadenza regolare;Carlo ha già percorso diverse vie ferrate nel massiccio del Gran Sasso.Un po’ di attenzione in un tratto verticale privo di frazionamenti.
                Al ritorno,per evitare rogne calo il mio compagno assicurandolo col “mezzo barcaiolo”,nodo di sicurezza usato spesso in alpinismo. Una caduta in tali punti provocherebbe sicuramente dei danni anche se  provvisti di longe.Segue un altro tratto ripido e subito dopo altri 6/7 metri quasi verticali ed esposti sul filo di una crestina.
               Giunti alla briglia ci spostiamo subito in destra idrografica dove  bisogna calarsi verticalmente per alcuni metri su una liscia parete che scende a picco nel fondo della gola.Percorriamo una cengia che sale diagonalmente sugli strapiombi di 50 metri e più perfettamente verticali.
               Paesaggio aspro e severo il Caldanello, si staglia su di noi innalzando le sue maestose pareti calcaree lavorate e levigate dal millenario lavorio degli agenti atmosferici.Nel nostro procedere siamo accompagnati dal timido brusio delle acque che scorrono nel fondo delle gole.
              
Il cavo si interrompe bruscamente presso un boschetto laddove si innalza una parete di una trentina di metri.Da qui si potrebbero attrezzare due vie interessanti,una dritta (almeno di 5°,5+),l’altra sale per alcuni metri in verticale e poi si sposta verso destra per terminare presso alcuni alberi (4°).
Percorriamo entrambi i tratti di ferrata in andata e ritorno (ca. 4 ore).
E poi ritorno alle auto in piazza.Dopo una birra al bar ci diamo appuntamento questa volta a “casa sua” nel Gran Sasso.
 

mercoledì 22 agosto 2007

Sotto le ali della Civetta


lunedì 13 agosto 2007

Alle tre cime di Lavaredo


venerdì 3 agosto 2007

Sulla Marmolada,regina delle Dolomiti

Base di partenza per l’ascensione alla Marmolada è la pittoresca cittadina di Alleghe posta nella stretta vallata agordina, pochi chilometri a Sud della Marmolada, e chiusa ad oriente dal sovrastante massiccio del Civetta. Il nome di Alleghe sembra derivi le sue origini da un probabile latino "alica", termine collegato con "alicarius" equivalente a granaio o "parte superiore della casa", in cui si riponevano il grano o la paglia. Già nel XII secolo esisteva una numerosa comunità montana, tanto da essere necessaria una cappella per le fuzioni religiose di tutta la zona. Il centro abitato di Alleghe, prima della formazione del lago, era composto da un gruppo di villaggi posti sul fondovalle e sulle pendici laterali del torrente Cordevole. "L’11 gennaio 1771 un’enorme frana precipitò dal Monte Spitz seppellendo tutto il fondovalle,generando così il lago.