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mercoledì 27 agosto 2008

Solitaria su Monte Pollino per una via inedita

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi “.Seppur non la condivida se presa in senso assoluto,esordisco con questa frase di Marcel Proust per descrivere una via inedita per salire su Monte Pollino realizzata in solitaria.In realtà le mie intenzioni erano altre,ovvero portare tre amici sul Pollino lungo la via normale da Colle Impiso.E invece mi ritrovo da solo.Quale occasione migliore per terminare la stagione estiva facendo una “classicissima”del Parco del Pollino.Il clima gradevolmente fresco nell’ombra dei faggi sembra invitante.Durante la marcia nella prima parte del sentiero mi accompagna solo il risuonare dei campanacci delle mucche nel bosco.Strano che oggi nessuno salga al Pollino.Scoprirò solo al ritorno che una famigliola (papà,mamma e figlioletto)sono arrancati sulla Serra del Pollinello per ammirare i vetusti pini loricati dalle forme più bizzarre.Uno di essi,spettacolare ha la forma di un candelabro.Giunto a Colle Gaudolino vedo a fianco della rossa capanna –rifugio due pastori col fuoristrada e non capisco come si possa tollerare che un mezzo simile giunga fin lassù,in piena “Zona A”.
Dopo qualche foto dal soleggiato pianoro l’istinto dell’esploratore mi prende e comincio a valutare una possibile variante alla via normale e subito i miei occhi si posano sulle pareti rocciose del versante ovest.Si tratta di un avancorpo roccioso disposto a franapoggio come strati di pacchi di giornale intervallati da cenge erbose.Lo scenario offrirebbe interessanti possibilità alpinistiche ma aimè non ho con me neanche il becco di un moschettone o un pezzetto di corda.Dunque,meglio non rischiare e cercare un passaggio sicuro che dia la possibilità di tornare sui propri passi.

Così mi avvio nel bosco in direzione opposta rispetto al sentiero puntando un muraglione che scende obliquo da sopra.Nel punto più basso arrampico per alcuni metri portandomi su una cengia.La risalgo (il pendio,ripidissimo e invaso da piccoli faggi contorti,rende la marcia difficoltosa)fino a raggiungere un enorme tronco di faggio marcescente riverso a terra.Qualche metro più su mi affaccio su un fantastico belvedere a picco sulle pareti sottostanti dominando la Valle del Frido e in compagnia di pini loricati pensili che prediligono ambienti rocciosi selvaggi e isolati. Proseguendo mi ritrovo a dover attraversare un esile cengetta se voglio continuare,ma l’eccessiva esposizione mi fa desistere e tornare indietro per cercare un altro passaggio.Devo in tal modo ridiscendere il pendio costeggiando la parete sovrastante. Noto che la roccia è ottima per arrampicare e scavalcarla,ma senza attrezzatura alpinistica per assicurare la via,ripeto,NON SI PUO’.Mi imbatto anche in una piccola grotta formata da tre buchi;sembra essere la tana di qualche lupo. Devo scendere ancora per trovare un punto più comodo per arrampicarmi senza rischiare e così faccio.

Dovrebbe essere il passaggio che mi porterà oltre i muri di roccia facendomi guadagnare la cresta fino alla confluenza col canalone Sud-Ovest affrontato lo scorso inverno durante una terribile bufera di vento.Da qui un ultimo sforzo per guadagnare la cima.

Il panorama è grandioso:sotto di me uno scenario di rocce e pini loricati che sembrano fondersi tra loro. Sopra l’immenso anfiteatro di vetta di Monte Pollino che si staglia su un cielo terso.La constatazione questa che quando si pensa di aver visto tutto della propria terra essa stessa sa regalarti nuovi scenari.Un’altra vera scoperta in questa terra magica di Pollino.

sabato 16 agosto 2008

Nelle Gole del Barile






Un 15 Agosto rovente dal punto di vista meteorologico caratterizzerà la risalita delle gole del Barile in torrentismo (la temperatura toccherà i 40 gradi a S.Lorenzo Bellizzi nonostante gli 800 m. di quota).Ad accompagnarmi,Carlo,consorte e nipote.Il nome “Barile”attribuito alle gole alte del Raganello è dovuto al fatto che la corrente durante le piene trascinando i massi produce un suono simile a barili che rotolano.

La giornata è appunto ideale.Piacevolissimo in piena estate stare sempre a contatto con l’acqua del torrente a tratti nuotando nelle pozze,risalendo piccole cascate e scivoli e saltellando tra i massi levigati dall’acqua.L’ambiente circostatnte è fiabesco.Circondati da altissime e impressionanti pareti che in un punto si innalzano per 500 m ci divertiamo a superare i piccoli ostacoli che questa gola oppone:l’ingresso alle gole in cui è necessario calarsi con l’ausilio della corda;il “Cucchiaio”,un piccolo salto di alcuni metri dove è necessario aiutare prima uno dei componenti del gruppo a salire, il quale fisserà una corda ad una piastrina e a sua volta isserà gli altri a forza di braccia.Poi un passaggio insidioso,fra rocce molto scivolose,rese tali dai continui passaggi dei torrentisti che la impregnano di fango;il “Buco”,in cui bisogna infilarsi uno per volta e poi far passare gli zaini ed infine il “Gomito”,una piccola cascata la cui pressione dell’acqua impedisce di tirarti su,per giungere fino al “Masso incastrato” dove è di rito farsi fotografare al di sotto di esso fingendo di sollevarlo.Per i graditi ospiti è stata una bella esperienza e,nonostante qualche titubanza nei passaggi chiave sono riusciti a completare il percorso in andata e ritorno. Lambiente è grandioso ma allo stesso tempo pericoloso:bisogna munirsi di casco ,di uno spezzone di corda di una quindicina di metri, ed è necessario sapersi destreggiare fra le pietre nellacqua.Una distorsione,una caduta ecc. può rendere i soccorsi alquanto difficoltosi soprattutto se non si conoscono bene le poche vie duscita presenti lungo le gole.Unultima nota:come raccomanda Giorgio Braschi nella sua illustre guida Sui sentieri del Pollino:”lentusiasmo non deve mai farci scordare che qui è opportuno muoversi in silenzio,con prudenza e rispetto,badando a non disturbare la fauna e a non lasciare traccia del nostro passaggio”.

Chiudiamo il pomeriggio pranzando in una delle trattorie del paese deliziando il palato con pietanze locali a base di pasta di casa al sugo di carne e funghi porcini e una grigliata di carne mista.Non poteva concludersi meglio dato l’orario (le 4 del pomeriggio).

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