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martedì 26 maggio 2009

Dove nasce il fiume Argentino















E’ pura emozione entrare in quello che è stato classificato come il “cuore ecologico”del Parco del Pollino,una delle più grandi e affascinanti aree “Wildrness”d’Italia,il regno del verde e dell’acqua. Entrando in questo scrigno verde un misto di riverenza e contemplazione si impossessa del visitatore rapito da questo ambiente intatto e incontaminato,l’anima selvaggia del Pollino. E’ un vero laboratorio botanico a cielo aperto in quanto vegetano centinaia di specie botaniche,indice di grande biodiversità.Nelle sue acque limpidissime e fredde vive la lontra e si rifugia la trota. E’ facilmente rinvenibile la salamandra pezzata, magnifico anfibio facilmente riconoscibile a causa della sua colorazione di fondo nero lucida ornata da vistose macchie gialle. Nel suo areale vengono seguiti alcuni branchi di lupo e un discreto numero di caprioli,due dei quali avvistati ieri a “Piano di Vincenzo” e lungo la sterrata che conduce al pianoro di Tavolara.Il capriolo del Pollino è considerato autoctono,unica specie geneticamente pura di capriolo italiano.La natura carsica del paesaggio ha creato formazioni calcaree modellate dall’erosione,aerei e strapiombanti crestoni,guglie e pinnacoli rocciosi come Castel Brancato e Corno Mozzo e dirupi vertiginosi come i Crivi di Mangiacaniglia e delle Falaschere;laddove sopravvivono creature gigantesche quali faggi e pini loricati che si staccano da terra e raggiungono altezze di 30 metri.Per me la foresta amazzonica immersa nei torrioni andini di Macchu Picchu.



Il fiume Argentino nasce laddove confluiscono le due fiumarelle di Tavolara e Rossale(in verità definirle fiumarelle è alquanto riduttivo.Si tratta invece di due fiumi di notevole portata)che si incuneano nell’oscuro canyon del “Varco della Gatta”,un luogo magico,difficilmente raggiungibile al di fuori dai soliti circuiti escursionistici dell’areale.Il percorso è ad anello.Si lascia l’auto al “Cancello della Fiumarella di Rossale”e si intraprende la comoda sterrata che porta a Tavolara,pianoro attrezzato con area pic-nic,alcuni capanni e un pittoresco laghetto al suo margine. Si scende subito in acqua entrando nella fiumarella di Tavolara.L’acqua è gelida considerato anche il periodo piuttosto inusuale per la pratica del torrentismo. Ben presto il corso d’acqua aumenta di portata. Bisogna stare molto attenti alle pietre viscide come saponette. Ad un certo punto ci imbattiamo nei primi salti,bellissime cascate superabili soltanto con la tecnica della corda doppia e muniti di muta intera. Ovviamente riusciamo ad aggirarle risalendo ripidamente il pendio sulla destra e ridiscendendo nel greto più a valle. Nell’ultimo salto riusciamo a venir giù scivolando lungo un provvidenziale e lungo tronco appoggiato.
















Sembra interminabile. L’ultimo tratto è caratterizzato da enormi massi , zone erose e frane provocate dalle abbondanti piogge di questi ultimi mesi. Uno sfasciume di rocce di ogni foggia e dimensione. Finalmente ci siamo,raggiungiamo il Varco della Gatta. Il luogo è spettacolare e selvaggio allo stesso tempo. Non possiamo che osservare con rapita estasi e in religioso silenzio l’inarrestabile forza delle acque che si riversano e si uniscono per dar vita all’Argentino.Si consuma un pasto frugale e si riparte risalendo l’altro fiume,il Rossale,suggestivo ma meno impegnativo del Tavolara,tra rocce ,enormi tronchi abbattuti ed un intrigo di arbusti che invadono il corso del fiume. Dopo una dura inerpicata e qualche scivolone raggiungiamo il cancello di Rossale e la nostra auto.Con questa impegnativa uscita percorrendo un suggestivo anello e piuttosto in anticipo sui tempi abbiamo così inaugurato la stagione torrentistica di quest’anno.