Video in Evidenza

IN PRIMO PIANO: Gli ultimi post

Sirino - Timpa Scazzariddo Via Beatrice" vedi

Pollino - Dolcedorme Canale Nord Est" vedi

Pollino - Via dei Lupi accesso alto" vedi

Sirino - Timpa Scazzariddo via Pulp Traction e tramonto su Monte Papa" vedi



CONTATTO dgiusep@tiscali.it
Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

lunedì 26 settembre 2011

Al Patriarca del Pollino con il gruppo scout Melfi



Un bel connubio,quello creatosi la scorsa primavera con il gruppo Scout Agesci Melfi 3,dopo essere stato contattato dall’intraprendente Capo Gruppo Antonio Stabile. Obiettivo,quello di venire nel Parco del Pollino per allestire un campo estivo nel periodo di agosto. Il reparto è formato da ragazzi che vanno dai 12 ai 16 anni. Ci siamo ritrovati a Piano Ruggio nel mese di Maggio per un sopralluogo alla ricerca di aree attrezzate o spazi dove montare tende,avere acqua potabile e possibilità di accendere fuochi.
Ci siamo concentrati in particolare su tre pianori vicini:Piano Visitone,Ruggio e Pedarreto.Il primo scartato perché eccessivamente frequentato e “turistico”.A piano Ruggio ne abbiamo visionato un porzione ai piedi del versante Nord di Timpone Capanna a centocinquanta metri da una sorgente,valutato scomodo perché in pendenza su terreno un po’ sconnesso,distante dalla sorgente. Infine la scelta è caduta su una zona di fronte Piano Pedarreto adibita proprio  al montaggio di accampamenti scout. Si tratta della Zona 2 detta anche "Acqua Sciartaglie " dove a cinquanta metri sorge un fontanone.Dal 17 al 27 Agosto hanno così realizzato il campo  costruendo tavoli e cucine da campo, alzabandiera e portale di ingresso campo,cambusa e tende brownsea estended da 8 posti.
Li ho incoraggiati ad organizzare due escursioni. La prima, facile ed istruttiva lungo il percorso natura che parte proprio da Piano Ruggio e porta al Belvedere del Malvento,spettacolare balcone sulla Valle del Coscile e la Dirupata di Morano dove si possono al contempo ammirare alcuni pini loricati abbarbicati sulla spalla Sud di Serra del Prete e Timpone Capanna. La seconda,molto più impegnativa per raggiungere il millenario Patriarca del Pollino,che con i suoi 962 anni è l’albero più longevo d’Italia.
Tenendo conto della loro età,non abituati ad escursioni impegnative ho pensato di “diluire”il dislivello partendo da Colle dell’Impiso per raggiungere il Pollinello.Anche così però ho notato un po’ di sofferenza nelle loro giovani gambe ma con l’entusiasmo alle stelle. La sfida più grande è stata la rampa da affrontare interamente nel bosco che dal Pollinello porta alla Serra del Pollinello dove sorgono splendidi esemplari di pini loricati vetusti quali il “Candelabro” e il “Patriarca” più in basso. Dentro la fitta boscaglia sembravano tanti giovani Indiana Jones all’avventura. All’uscita dal bosco erano ormai stremati,ma quando c’è la gioventù!!!! Dopo le foto di rito al cospetto del Grande Vecchio, l’ultimo sforzo in salita per raggiungere il valico da cui parte il sentiero in discesa della normale al Pollino e che conduce a Gaudolino chiudendo così un fantastico anello.
Non credevano ai loro occhi sapendo di aver toccato proprio al valico quota 2000 metri. Pian piano e un po’ per inerzia,tutto il gruppo formato da 17 intrepidi,compatto ed unito ha finalmente raggiunto le auto a Colle dell’Impiso.Ho detto loro che oggi mi avrebbero “odiato a morte” vista la stanchezza e lo sforzo profuso in un’escursione non certamente indifferente e facile. Grande soddisfazione per me aver condotto dei giovanissimi in montagna, e per loro estremamente contenti ed entusiasti per “l’impresa” compiuta. Molto soddisfatti inoltre i tre capi scout ed in particolare Antonio il quale si è proposto di mantenere i contatti aperti e magari rivederci per un’altra bella avventura sul Pollino o sulla loro montagna,il Vulture.





lunedì 12 settembre 2011

A tutto rafting









Non c’è niente di meglio in una giornata rovente di fine Agosto che immergersi nella frescura di un torrente o di un fiume,sempre a contatto con l’acqua. Dopo il torrentismo nel Raganello è stata la volta del fiume Lao,unico fiume in Calabria che consente la pratica del Rafting.  Il Rafting è una discesa fluviale su un particolare gommone inaffondabile e autosvuotante, il raft, appunto. L'equipaggio (4-8 persone) governa l'imbarcazione tra le rapide grazie alle pagaie mentre per la sicurezza vengono utilizzati la muta in neoprene,il giubbotto ad alto galleggiamento e il casco. E’ una disciplina sportiva a tutti gli effetti e la Federazione Italiana Rafting(F.I.Raft) organizza annualmente il Campionato Italiano nel quale gareggiano numerosi club nelle varie discipline (fondo, velocità, testa a testa e slalom).- Wikipedia-


 
  

Breve ma importante fiume a corso perenne del versante tirrenico della Calabria, il fiume Lao nasce in Basilicata dala Serra del Prete sul Massiccio del Pollino con il nome di Mercure. Dopo pochi chilometri, entra in territorio calabrese e presso i centri di Laino Borgo e Laino Castello confluisce con i fiumi Battendiero e Jannello mutando così il suo nome in Lao. Da qui, copioso di acque tutto l'anno, entra in una spettacolare e suggestiva valle, che scorre per diversi km rimanendo incassato tra le rocciose pareti del gruppo montuoso del Monte Ciagola, nel cuore del contiguo Massiccio del Pellegrino.- Calabriatours –
Sicuramente il tratto più suggestivo è quello compreso tra Laino Borgo e Campicello,località situata nei pressi della famosa Grotta del Romito,perché entra in una spettacolare gola scorrendo estremamente incassato per svariati Km.Dopo Campicello si apre assumendo più l’aspetto di una fiumara fino a sfociare nel Tirreno nei pressi di Scalea. Per la bellezza e la purezza delle sue acque(qui vive la lontra) e la lunghezza del suo tratto ingolato,il Lao è meta frequentatissima dagli appassionati di rafting e sport acquatici.




















































Il nostro equipaggio,composto da me e altri due temerari,uno di Bari e l’altro di Lecce è guidato da “Mephisto”singolare ed eccentrica guida,esperta e preparata del del Canoa Club Lao Pollino. Pittoresco il suo casco “munito” di corna,che sembravano più due peperoncini.  Il primo ostacolo è rappresentato da una serie di briglie artificiali facili da saltare. Poi un 2° e 3° salto più impegnativi. Proprio sotto il ponte c’è un piccolo e facile salto. Poco più sotto, il Lao riceve le acque di un affluente, il fiume Iannello, dove si può praticare agevolmente torrentismo e escursionismo. Proseguendo per circa 2 km il fiume comincia a restringersi e le pareti della gole s'innalzano.Così si arriva all'ingresso delle Gole del Lao.Impraticabile. Dopo circa 200 m, superato un enorme masso (con degli alberi semi sommersi) un “impraticabile” ci sbarra la strada. É importante fermarsi prima e trasbordare, sulla riva destra. Imbarcandosi subito dopo l'ostacolo, si affronta una curva a sinistra impegnativa con molta acqua. È l'entrata delle gole. Dopo circa 300 m e un salto, si passa sotto il maestoso viadotto Italia alto ben 270 m. Qui un restringimento con 2 massi centrali rendono il passaggio insidioso per i raft (viene chiamato lo “spuntone”). Il fiume si restringe passando tra due massi, qualche problema per i rafts più larghi.





















Più sotto, dopo una facile rapida contornata da massi, si arriva ad un passaggio chiamato la “chiocciola”. È fatto da un masso enorme al centro del fiume, in corrispondenza di un restringimento delle gole. Sulla sponda sinistra è presente un masso su cui, con un po' di attenzione, possono trasbordare rafts e kayak. La “chiocciola” è comunque attraversabile alla destra del masso, anche se prima si consiglia di visionarla attentamente. È necessario prestate particolare attenzione sopratutto alla parete destra (nicchia), che potrebbe dare non pochi fastidi alla pagaiata. Superata la chiocciola si affronta una lunga serie di rapide interessanti e divertenti, con un salto che, con maggiore acqua, può diventare un enorme buco.Proseguendo, si arriva in un punto molto suggestivo dove si trova la Cascata di Malomo. Qui la cascata sorgiva di 20 m precipitava sopra una grande formazione calcarea ricoperta di muschio, denominata “il Fungo”, caduta da poco tempo.


Il punto è l'ideale per una sosta e consente, sulla riva destra, un'agevole fermata sia per kayak che raft. Riprendendo la discesa è necessario fare molta attenzione al masso enorme davanti alla cascata, su cui spinge un sifone (uno dei pochi) davvero pericoloso. Proseguendo è possibile osservare, sulla destra, un'altra cascata davvero spettacolare, detta “du pirtusu”. Segue un lungo tratto piuttosto impegnativo. Più a valle bisogna prestare attenzione a due passaggi:la Piccola “S”: uno slalom tra due enormi massi, il secondo dei quali presenta un sifone aperto e il Tirrutino. Si tratta di un enorme masso, residuo di un antico ponte in pietra, posto al centro del fiume. Pericolo per canoisti e rafts, data la sua conformazione (rischio cravatta), è un classico sifone semi-aperto.Poi vi è la Grande “S” contraddistinta, anche nei periodi di secca, da una notevole velocità. E’opportuno prestare attenzione alla seconda roccia, quella a sinistra, in quanto è un sifone dalla dinamica variabile.Subito dopo, a neanche 20 m, abbiamo un Imbuto, davvero impegnativo e pericoloso. Anch'esso è trasbordabile sulla destra. Qui tutte le acque del fiume confluiscono in un piccolo corridoio di circa un metro, dalla pressione vertiginosa, il che lo rende impraticabile ai raft, e pericoloso per i kayak. Numerosi sono i canoisti (anche molto esperti) che hanno rischiato di farsi male in questo punto. Da qui in poi, fino a contrada Campicello, è un susseguirsi di rapide e rocce, che pur non presentando notevoli difficoltà, offrono, come il resto del percorso nelle gole, numerosi candelai e onde divertenti. Qui finiscono le gole e si costeggia, per un lungo tratto una verde montagna. In genere si sbarca in località Campicello dopo una piccola “S”, in prossimità del ponte in legno. Qui finisce il tratto delle Gole del Lao, ma si può proseguire verso Papasidero, fino ad arrivare a Scalea e alla foce del Lao.
- comune.lainoborgo.cs.it –
In circa tre ore riusciamo a completare il percorso,un’ora in meno del previsto. Anche se la sicurezza deve prevalere su tutto il rafting in queste acque non è da considerarsi uno sport estremo ma adatto a tutti. E’richiesto solo di saper nuotare ed essere in buone condizioni di salute. Una volta indossato l’abbigliamento fornito dal club, e dopo aver seguito la lezione teorico–pratica, si raggiunge il punto di imbarco e comincia l’avventura.