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domenica 15 gennaio 2017

Al Varco del Pollinello da Valle Piana

Aspettavamo con ansia l’inverno visto quello che è successo l’anno scorso ed’ecco arrivare questa ondata di gelo pervenutaci “dalla Russia con amore” che ha portato freddo, ghiaccio, neve e temperature di molto sottozero anche al sud. In diversi ci siamo mossi proprio il giorno più freddo fino a questo momento, Sabato 7 Gennaio, forse per la voglia di affrontare la montagna nella sua veste più estrema o per quello strano richiamo irrazionale che anima noi montanari, scalatori ed alpinisti.

E allora un gruppo è partito direzione Colle dell’Impiso (versante Nord) con un piccolo fuoristrada al completo. In effetti dovevo aggregarmi ma il fatto di andare da quella parte il giorno dopo un’abbondante nevicata con l’incognita neve spalata o neve non spalata mi ha dirottato per il versante sud dove i dislivelli sono molto maggiori ma almeno non hai il problema di trovare strade innevate.
Parto da casa con un freddo micidiale,-6 e mi avvio direzione Castrovillari verso la località di partenza Valle Piana. Si riesce ad arrivare fino al sottopasso dell’autostrada dove compaiono lunghe stalattiti di ghiaccio appese sotto la trave. Quì a 704 m il termometro stranamente segna soltanto -1 ma c’è da dire che siamo alle 8.30 e c’è il sole. Purtroppo però su tutta la dorsale del Dolcedorme soffia un tremendo Blizzard alimentato dalla tramontana proveniente da nord rendendo le cime invisibili. Lassù penso, saranno dolori ma mi muovo, valutando strada facendo la situazione anche se in queste condizioni la montagna incute timore.
Le mete possibili potrebbero essere una direttissima al Dolcedorme, la Cresta Ovest di Celsa Bianca o il Pollinello intraprendendo il sentiero per il Varco del Pollinello o “sentiero dell’Aeroplano” perché proprio al Varco durante la seconda guerra mondiale un aereo con a bordo quattro giovani tedeschi si è schiantato contro la parete della montagna. Nel decidere devo prendere in considerazione oltre le condizioni poco rassicuranti anche il fatto che vado in solitaria.
Di fianco è parcheggiata un’auto che ad intuito dovrebbe essere di Franco, un vecchio compagno di tante battaglie (tradito dal serpentone di peluche a strisce nerazzurre dietro il lunotto) e dalle impronte sulla poca neve alla partenza direi che sono in due e molto probabilmente staranno tentando la Direttissima. Le seguo fino al bivio per il Varco del Pollinello e lì decido per questa meta. Il tragitto è tutto su sentiero, sono esposto a sud, quindi protetto dalla bufera che imperversa in alto. Poi al Varco vedrò in base alle condizioni se fare il Pollinello o risalire la Cresta di Celsa Bianca ma più vado avanti più mi rendo conto che la prima soluzione è quella più ragionevole dal punto di vista delle condizioni che stanno peggiorando e della sicurezza.
Il sentiero risale a tornanti dentro il bosco di pino nero e poi di faggio e progressivamente aumenta anche lo spessore della neve fresca e farinosa che mi costringe a calzare le ghette. Il freddo è davvero pungente e il fatto di aver rinunciato alla calzamaglia da mettere sotto i pantaloni mi sta pesando non poco perche non ho quasi più sensibilità alle cosce per il freddo.
Finalmente raggiungo il Varco del Pollinello a quota 1704 m, dopo ben mille metri di dislivello. L’ultimo tratto è piuttosto delicato perché si tratta di un sentiero scavato nella roccia, una specie di cengia che trovo completamente ricoperta di neve molle con la parete sottostante. Provo ad inoltrarmi ma affondo fino alle anche. Si potrebbe anche aggirare da sopra con cautela usando le picche, però guardando al di la del Varco la situazione è più grave di quanto immaginassi, anzi direi che c’è l’inferno. Siamo già a -15, la burrasca solleva la neve polverizzandola e la visibilità è quasi zero.
































La decisione aimè è quella di rinunciare e tornare. Mi consolo facendo qualche foto ai bellissimi pini loricati mentre sopra il vento continua ad ululare minacciosamente. Tornando all’auto ritrovo proprio Franco che con il suo compagno ha appunto tentato la Direttissima al Dolcedorme ma a quota 2000 ha dovuto forzatamente rinunciare per via delle condizioni estreme ed anche per qualche principio di congelamento causato dalla somma vento forte-temperatura bassa. La sera apprendo che anche il gruppo che ha tentato Serra Crispo da Nord ha dovuto rinunciare per la medesima situazione. Loro si sono fermati ai Piani di Pollino dove la temperatura era addirittura di -20.
































Che dire, oggi la montagna ha vinto su tutti i fronti ed è stata la giornata delle rinunce. Quì non si tratta ne di fare gli eroi ne di aggiungere un trofeo al proprio palmares. Senza cadere nella retorica, quando comprendi che proseguire comporta il superare un limite pericoloso, è saggio rinunciare e farsi forti dell’esperienza acquisita sapendo che domani comunque ci tornerai.

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venerdì 6 gennaio 2017

Pollino Costone Nord



Aspettiamo con ansia il lunedì 26 Dicembre per aprire al meglio la stagione invernale, ma come accadde l’anno scorso il solito super anticiclone di Dicembre porta condizioni primaverili in tutta la penisola. Dell’ultima nevicata resta solo una piccola traccia e da casa mia che guarda il versante Sud del Massiccio si vede soltanto un piccolo velo bianco sulla calotta di Monte Pollino. La speranza è che a Nord la neve sia più cospicua anche perché l’alta pressione comporta temperature molto basse durante la notte e nei versanti in ombra.



Il giorno prima mi giungono notizie fresche sulle condizioni e pare che un po’ di neve stia resistendo proprio nella zona dei piani di Pollino, quindi Ovest di Serra Ciavole, Nord del Dolcedorme e del Pollino compresi i suoi due canaloni ad Ovest, il Valangone e il Canale Nascosto. Si tratta soltanto di decidere se puntare verso il più sicuro canale a Sud Ovest del Pollino o dirigersi verso i Piani che però vedono un po’ di più il sole.




Col mio compagno pensiamo di andare a fare una cosa nuova su Serra Ciavole e cioè il suo Canale Sud Ovest che comporterebbe l’uso della corda e attrezzatura per fare sicura, quindi peso da portare con un avvicinamento piuttosto lunghetto. Durante il tragitto in auto osserviamo che la situazione è peggiore del previsto e così a Colle dell’Impiso, nostra località di partenza decidiamo di portare con noi solo i ramponi e le piccozze oltre al casco pensando che non valga la pena caricarci addosso di una bella zavorra con il rischio una volta in alto di trovare i canali vuoti.



In effetti mentre ci accingiamo a percorrere la prima parte del sentiero si intravede la zona di Serra Ciavole che ci interesserebbe e ad intuito notiamo che il suddetto canale è preso dal sole, quindi probabilmente risulterebbe privo di neve. Così a Vaquarro discutiamo se andare verso i Piani o verso Gaudolino. Si opta per i Piani e quindi per una via a Nord del Dolcedorme o del Pollino dando un’occhiata eventualmente a Serra Ciavole. Siamo talmente messi male in quanto a condizioni che ci mettiamo quasi a fare delle divagazioni filosofiche per sceglierci una via adatta alle nostre piccozze e ai nostri ramponi che hanno tanta fame di mordere il ghiaccio.





Il paesaggio in effetti ci lascia sconsolati perché è tutto asciutto nonostante le temperature siano molto basse, infatti ogni specchio d’acqua, torrente, sorgente ecc. è tutto ghiaccio vivo, anche l’umidità sui prati erbosi e sulle foglie secche è gelata rendendo il tutto scivoloso. Dopo un’ora e un quarto raggiungiamo i Piani di Pollino e qui cominciamo a guardarci intorno per scegliere ad occhio l’itinerario migliore, quello più soddisfacente. Tra i tanti notiamo che il Costone Nord di Monte Pollino può fare al caso nostro, avendo una discreta copertura nevosa e completamente in ombra. Questi non è altro che lo spigolo a destra della Grande Frana di fianco ad un’altra via alpinistica, Psicologika, fatta da me e Pasquale due anni fa.




 

































Mentre osserviamo il paesaggio altri tre giovani pugliesi ci raggiungono con la stessa incognita sul da farsi pensando alla via dei Lupi, quella a sinistra della Grande Frana che può dare discrete garanzie di riuscita. Io e Pasquale puntiamo decisamente verso il Costone nord risalendo il pendio alla nostra destra, invaso però da piccoli faggi. Pazientando e zigzagando all’interno del bosco usciamo allo scoperto dove calziamo i ramponi, indossiamo il casco e tiriamo fuori l nostre picche scendendo direttamente sul fondo della Frana e cominciando a risalire la via che da questo punto si spiega bellissima ed estetica per tutta la sua lunghezza.




































Più in alto individuiamo un grosso masso rettangolare da aggirare da destra scegliendoci in tal modo il percorso più vario e divertente su un terreno gradonato con dei risalti interessanti e un passaggio a 50 gradi buoni dove termina la prima parte della via in corrispondenza del bordo della Frana.


Da questo punto abbiamo un bel colpo d’occhio sulla Grande Frana e sul Dolcedorme mentre guardando verso Serra Ciavole constatiamo che il canale sud ovest, quello che era originariamente nel nostro programma è completamente asciutto. Inoltre notiamo che sotto di noi anche i tre giovani sopraggiunti precedentemente ai Piani stanno seguendo le nostre tracce.

































Nella progressione e dopo aver raggiunto una selletta panoramica ci spostiamo verso sinistra puntando una piccola strettoia finale dove termina la nostra via, ma nel frattempo un vento impetuoso di tramontana ci affligge rendendo quasi impossibile la nostra permanenza sulla vetta del Pollino e costringendoci a scollinare dentro le doline di vetta dove immortaliamo tra l’altro un bellissimo inghiottitoio



Ci prendiamo tutto il tempo per riposarci sul bordo della dolina riscaldandoci ai caldi raggi di sole prima della discesa ripida che opereremo lungo una parallela del canale nascosto tra rocce tormentate e pini loricati. Questo è senza dubbio il versante più spettacolare e il cuore pulsante del Pollino, un castello incantato che cela al suo interno tutti i segreti di questa splendida montagna.



Il capanno Gaudolino che raggiungiamo per consumare il nostro panino al riparo del vento oggi pullula di gente, e tra tutti sbuca anche Carla, la presidente della nostra sezione Cai (Castrovillari) irriconoscibile con occhiali da sole e cappuccio. Le solite chiacchiere e convenevoli per rientrare a Colle Impiso pensando alla nostra bella via che è da considerarsi a tutti gli effetti come la prima invernale sperando ed auspicando condizioni future diverse da quelle dell’anno passato, davvero magro dal punto di vista dell’innevamento e delle condizioni invernali in generale. Per adesso va bene così, abbiamo operato la scelta giusta su una via non difficile, varia e divertente.


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