Venerdì 16 agosto si ritorna sulle terre alte del Pollino con Luca accompagnato da due new entry, Marco di Castrovillari e Giuseppe di Francavilla Marittima che oggi per la prima volta saliranno su una cima. Di conseguenza l'iniziazione non poteva che avvenire sulla montagna più iconica del massiccio e che dà anche il nome al parco. E poi visto la vicinanza, non potevo esimermi dal condurli al Patriarca, il maestoso pino loricato della Serra del Pollinello.
Il turno lavorativo pomeridiano di Luca e un "caldo che frantuma le ossa" come recita una recente canzone di Berté e Boomdabash, impone una levataccia con partenza all'alba da Colle Impiso che raggiungiamo alle 5.30. Nel gruppo c'è entusiasmo e così ci mettiamo in marcia con passo deciso verso i Piani alti di Vaquarro dove l'imponente Monte Pollino, accarezzato dai primi rosei raggi di sole emerge in tutta la sua eleganza. L'andatura spedita ci porta velocemente a Piano Gaudolino invaso da molti campeggiatori che in questi giorni convulsi hanno preso d'assalto la montagna (il giorno di ferragosto centinaia di visitatori si recano a Piano Ruggio per una festa locale). Al versante occidentale aspro e impervio del Pollino fa da contraltare Serra del Prete,dal profilo più dolce e arrotondato.
Pausa caffè e prendiamo subito l'IPV2 dei Pastori o via normale per il Pollino che conduce al "Passo della Grande Dolina" del Pollinello a quota 2000 che ci appare quasi sospesa nel cielo. Ma prima, attraversando un ripido tratto roccioso scoperto puntiamo verso il celebre pino loricato secco a forma di croce detto "il Guardiano". Luogo suggestivo in cui si possono ammirare altri pini loricati abbarbicati sulle pendici rocciose come il caratteristico "Pino ritorto", che sensibile al flusso dei venti dominanti, sviluppandosi ne segue la rotazione.
Sbucati in cresta, dopo un'ulteriore pausa riprendiamo a salire per le praterie del versante ovest, in moderata pendenza se si segue il sentiero, più ripido e panoramico se si procede invece sul filo di cresta. In ogni caso cerchiamo di restare all'ombra proiettata dal profilo della montagna, perché nonostante sia ancora presto, il sole di questo mese di agosto è implacabile e il tasso di umidità elevato rende il clima opprimente anche a queste quote.
Ecco che in breve raggiungiamo l'area di vetta occupata da diverse spettacolari doline o inghiottitoi prima di toccare alle 8.45 i 2248 m del pilastrino di vetta. In tal modo abbiamo tutto il tempo di sostare per foto, selfie e riprese col drone.Scendendo poi verso sud ovest per un centinaio di metri andiamo a visitare il famoso "Nevaio del Pollino", uno spettacolare inghiottitoio carsico che ospita uno dei nevai più a sud d’Europa, a quota 2. 225 m slm.
Normalmente fonde nel mese di luglio, ma non mancano casi eccezionali in cui riesce a superare l’estate meteorologica come avvenne nel 2013 e nel 2018. Quest'anno le cose sono andate decisamente male a causa di una stagione invernale e primaverile con scarsi accumuli e ripetute intense ondate di calore di origine africana. Esso è un indicatore sensibile dei cambiamenti climatici in atto, che influenzano la sua durata e il suo volume. Viene costantemente monitorato da una stazione installata sul bordo occidentale per controllare tra l'altro anche lo stato di salute montano e le risorse idriche della zona.
Superato il Nevaio scendiamo lungo la cresta che collega il Pollino alla Serra del Pollinello che raggiungiamo in fretta seguendo il "Sentiero del Patriarca". Alta 2044 m. ospita alcuni caratteristici pini loricati quali il "Broccolo", un altro gigante alto 12 metri, una circonferenza di 6 metri e un’età stimata di 600 anni. Ma il pezzo forte viene qualche centinaio di metri più in basso. Parzialmemte nascosto dai faggi vegeta il colossale “Patriarca del Pollino”, il “Grande Vecchio”, colui che con i suoi 960 anni circa svetta da incontrastato padrone tra i faggi della Serra del Pollinello. Impressionante vederlo da vicino. Se potesse raccontare, quante cose potrebbe narrarci.
Dopo aver ammirato e contemplato a pieno la sua maestosità ed il suo spirito di resilienza che dura da quasi un millennio facciamo una meritata pausa, tra foto che si sprecano e riprese aeree. Poi ci avviamo sulla via del ritorno impegnando il tratto di sentiero in forte discesa fino a guadagnare un'ampia radura e intersecando infine il "Sentiero della Tagliata" proveniente dal Pollinello e che conduce a Piano Gaudolino tagliando il fianco sud occidentale del Pollino.
Infine da Gaudolino rientriamo all'auto chiudendo questo bellissimo anello con grande soddisfazione generale ma soprattutto dei due nuovi iniziati alla montagna, Giuseppe e Marco, con l'auspicio che possa essere per loro solo la prima di tante altre avvincenti escursioni.
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