Per il quarto e ultimo appuntamento acquatico della stagione, giovedì 18 agosto mi reco per la prima volta in Aspromonte. La mia meta è il torrente Piminoro,dai locali chiamato "U Schicciu da'Cataratta", che scorre nell'estremo lembo nordoccidentale del versante tirrenico del parco. Se è vero che ogni parco nazionale ha le sue peculiarità, devo dire che il parco d'Aspromonte è il regno incontrastato delle forre e delle cascate.
Infatti dal suo epicentro, il Montalto, si
dipanano creste e valloni ricchi di acqua e di torrenti che appoggiandosi su un
manto di granito e defluendo verso il mare hanno creato una lunga serie di
cascate, pozze, scivoli, fenditure, e canyon che si insinuano nel cuore di
questa montagna impervia e selvaggia. Così grazie al canyoning è possibile
adesso accedere a posti dove finora era concesso solamente all’acqua.
L' Aspromonte conta almeno cinquecento cascate e tra di esse spiccano quelle di Maesano e Marmarico che con una serie incredibile di salti e un'altezza totale di 114 m. è la più alta dell'appennino meridionale.La prima esplorazione del Piminoro risale al 24 dicembre 2015 da parte di Trovato, D’Arrigo, Milella, Calabrò, Gioffrè e Dahiri. Si tratta di una forra che nonostante la vicinanza all’abitato di Piminoro, frazione di Oppido Mamertina, appena 700 anime, appare ancora integra, e nella morfologia ti proietta indietro nel tempo fino al Giurassico.
Sarà proprio Demi d'Arrigo a guidare un
folto gruppo di intrepidi che con corde e discensori affronteranno una sequenza
di salti impegnativi e divertenti fino a culminare con l'ultima adrenalinica
cascata di ben 42 metri. Indossate le mute per metà partiamo quindi
dall'abitato attraverso un sentiero in forte discesa all'interno del bosco. In
alcuni tratti esso è esposto ma protetto con uno spezzone di corda. In circa
quaranta minuti giungiamo nel fondo del vallone tappezzato di felci e subito
dopo all'interno della forra che appare oscura e suggestiva.
La prima cascata che incontriamo è di pochi
metri, didattica che ben prepara alle difficoltà successive. Si cammina per
pochi metri prima di incontrare poi un piccolo divertente tuffo. Sulle rocce di
granito dell'alveo di tanto in tanto appaiono chiazze di un rosso intenso che
pare sangue, riconducibili alla presenza di "alga Hildenbrandia" appartenente
alle Rodofite, poste sui torrenti in aree collinari e montane caratterizzati da
forte ombreggiatura e indicatrice di acque con poco carico organico.
La pozza è prospicente ad un successivo salto di dieci metri, e subito dopo, proseguendo appare un’altra cascata poco più bassa che ci deposita in un'ampia pozza. L'ambiente intorno è primordiale e grandioso e in questo tratto le pareti sono ricoperte da uno strato di licheni e muschi acquatici di colore verde.
Un altro piccolo tuffo ci proietta
direttamente alla verticale finale, la poderosa cascata stimata di 42 metri. A
questo punto l'espressione fin’ora tranquilla dei torrentisti, soprattutto
coloro che si stanno cimentando per la prima volta in questa disciplina muta
d'improvviso in apprensione e un po' di inquietudine. Il salto è da brividi ma
Demi, mentre allestisce la sosta, in tono rassicurante dice di affrontare la
calata lentamente, con calma e con approccio meditativo in modo da godersela
tutta non cercando di evitare l'acqua mentre ti "schiaffeggia". Ha
ragione perché il torrentismo dev'essere vissuto nella sua totalità. Dopo che
tutti sono scesi in autonomia Demi chiude la sequenza calandosi velocemente in
doppia.
Il sito della maestosa cascata incastonata
in un ambiente assolutamente intatto e selvaggio è raggiungibile anche
attraverso il sentiero di servizio proveniente dal paese. È meta di visitatori
e turisti che non risparmiano foto e bagni estivi nella larga pozza
sottostante, con o senza attrezzatura.
Così dopo la rituale foto di gruppo al cospetto della grande cascata e un sobrio pranzetto si fa ritorno lungo il suddetto sentiero che ci riporterà
faticosamente a Piminoro in dura salita e in un caldo opprimente cercando di
ripararci dov'è possibile sotto l'ombra di alberi e arbusti.
Aperta la stagione acquatica con la discesa in canyoning del torrente Bitonto in Basilicata chiudo con questo spettacolo della natura qui'in Aspromonte. Il proposito adesso è quello di ritornarci il prossimo anno andando a scoprire altri gioielli di questa terra incredibile.