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domenica 7 gennaio 2024

Monte Pollino Costone Nord prima invernale

Arrivati ai piani di Vaquarro, è triste vedere il Pollino in condizioni di magra estrema. Anche se previsto, speravamo almeno in una possibile ascensione con ramponi e piccozza sul versante nord, che è sempre in ombra.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno per dare il via alla nuova stagione invernale è sabato 23 dicembre, ma da due settimane siamo costantemente sotto l'effetto dell'alta pressione e di un anomalo clima mite. L'unica speranza sembra dipendere dal responso della webcam posizionata alla Madonna di Pollino, puntata sui versanti nord di Pollino e Serra del Prete che come speravo, conferma la presenza dell'ultima neve preservata grazie alle basse temperature e ai venti di tramontana.




Raggiungiamo Colle Impiso senza alcun problema di percorribilità stradale, ma fra qualche settimana occorrerà l'elicottero. In una grigia atmosfera tardo autunnale, dove le foglie dei faggi hanno assunto un'improbabile colorazione che va dal marrone cupo al viola scuro, imbocchiamo il fangoso Sentiero dei Carbonai che rapidamente ci conduce ai piani di Vaquarro. 




L’arioso piano offre una visione panoramica sui versanti ovest, sud-ovest e nord-nord-ovest del Pollino. A seconda dell'itinerario scelto, si può optare per il sentiero che porta a Gaudolino (a ovest) o Piano Toscano (a nord-est). Purtroppo, la montagna è avvolta dalle nubi, impedendoci di valutare adeguatamente la situazione. Tuttavia, non appena si apre un varco per pochi istanti, "alea iacta est": la decisione è presa, andremo a Piano Toscano, e faremo ciò che troveremo. Mentre percorriamo il solito e noioso sentiero IPV 3 che sale parallelo al torrente Frido nella faggeta, incontriamo qualche centimetro di neve solo a 1700 metri di altitudine. È già un buon segno.




Ai Piani un pallido sole filtra timidamente tra gli strati di nebbia bassa, diffondendo un bagliore intenso e avvolgente, e nel breve frangente in cui il vento spazza le nubi scoprendo una porzione di montagna scorgiamo il Costone Nord che pare imbiancato per intero fino in vetta. Dopo una breve sosta si riparte risalendo nella nebbia i contrafforti boscosi che portano verso la parete nord. Sbucati allo scoperto al termine della faggeta calziamo i ramponi e tiriamo fuori le nostre picche. Oggi è anche il giorno del battesimo del mio nuovo zaino, il Grivel Alpin pro 40 +10, molto versatile e capiente, volutamente riempito per aumentarne il volume.




Le cime di Serra Ciavole e Dolcedorme leggermente spruzzate di neve emergono dal mare di nubi come isole e in quota nuvole leggere si inseguono con il vento proveniente da nord-est, regalando un'atmosfera suggestiva e quasi lunare. Si passa dalla fitta nebbia al sole in un colpo di vento e nei vari giochi di luce che si susseguono riusciamo ad immortalare anche lo spettro di Brocken.





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La neve, anche se non abbondante è ben trasformata consentendoci una rapida e agile progressione su pendenze che oscillano intorno ai 45°, con punte che toccano anche i 50°."Raggiunta la 'Strettoia', affrontiamo un breve risalto di 55° su neve scolpita dal vento e subito dopo, costeggiando il bordo della Grande Frana sempre maestosa e suggestiva, emergiamo in cresta. Aggirando infine vaste chiome di ginepri, raggiungiamo la vetta.




A causa del vento impetuoso e delle temperature prossime allo zero, non possiamo indugiare troppo. Dopo aver catturato qualche scatto del magnifico e immenso mare di nubi disteso ad ovest, decidiamo di fare ritorno lungo la via normale. Nel frattempo, sopraggiungono anche due alpinisti equipaggiati fino ai denti che affermano di aver risalito la Grande Frana,riferendosi più verosimilmente alla Via dei Lupi. Scesi al nevaio di vetta, togliamo i ramponi e riponiamo le piccozze e al riparo dal vento, ci concediamo il piacere di gustare un tè caldo corretto alla grappa.




Sul versante ovest, la montagna si presenta completamente priva di neve, mentre il suggestivo laghetto della dolina a quota 2000 e le pozze d'acqua al colle Gaudolino si sono trasformati in spesse lastre di ghiaccio simili a piste da hockey. Arrivati al bivacco, troviamo due escursionisti che si godono il calore del fuoco acceso del camino e carne alla brace, mentre noi ci accontentiamo di consumare soltanto un sobrio ma onesto panino.




E dopo una breve chiacchierata terminando il nostro the riprendiamo il cammino per il ritorno, avvolti da un freddo pungente, nonostante il versante goda del sole. Infine, raggiungiamo il Colle Impiso e la nostra auto. Con questa grande classica, è ufficialmente iniziata anche la stagione invernale del 2024.




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