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sabato 3 settembre 2022

Monte Alpi Sentiero Panoramico sentiero Tra Cielo e Terra e cresta ONO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uscita di grande respiro paesaggistico questa di sabato 27 agosto in compagnia dell'amico Antonio da Senise, conosciuto su instagram. La meta è ancora una volta Monte Alpi, che tra uscite invernali ed estive mi ha visto salire ben sei volte fin ora, tre su Pizzo Falcone e tre sul Santa Croce, un record quest’anno.





Il percorso scelto è però inedito per tutti e due. Si tratta del concatenamento del sentiero panoramico "Belvedere del pino loricato" con il sentiero "Tra cielo e terra" di recente realizzazione. Al termine di quest'ultimo invece di tornare indietro faremo un anello. Risaliremo la ripida cresta che dal punto di arrivo della traccia segnata va’ ad intercettare il crinale nord ovest di monte Alpi raggiungendo infine la vetta di Pizzo Falcone e torneremo per un altro sentiero.





Si parte qualche chilometro più in alto della località Solarino di Iannazzo, dove a quota 980 m. è stato rinvenuto un fossile di “istioforide” del genere "Makaira" o Marlin azzurro risalente a circa dieci milioni di anni fa. Il fossile affiora su una calcarenite marnosa grigiastra che contiene i resti di numerosi altri pesci, lamellibranchi ed echinidi, poderosa testimonianza della genesi del Pollino emerso nel corso delle ere geologiche dal mare primordiale Tetide. Il sito è facilmente raggiungibile grazie ad un sentierino debitamente segnalato che si stacca e scende a sinistra dal margine della rotabile per chi sale. 





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A causa del rischio temporali pomeridiani decidiamo di partire presto e alle 6.30 siamo già in marcia. Dopo alcuni tornanti abbandoniamo la sterrata principale deviando a sinistra per una traccia che in breve ci porta in cresta, sull'orlo della parete. Con il sole sorto da poco il panorama avvolto da una evanescente bruma e irradiata dalla luce morbida del mattino già ci rapisce. La vista spazia sulla valle del Sinni, verso i monti La Spina e Zaccana e il gigantesco massiccio del Sirino a ovest. Seguendo il filo di cresta a circa 1400 di quota raggiungiamo il belvedere con vista sull'unico esemplare di pino loricato di questo versante abbarbicato sulla parete. Il punto di osservazione è servito da un breve tracciolino protetto da staccionata che scende lungo un vertiginoso costone roccioso.





Il nostro cammino prosegue all’interno di una splendida e freschissima faggeta il cui sottobosco è tappezzato interamente da ciclamini e qualche vistoso fungo “macrolepiota procera” o “Mazza di tamburo” a preannunciare l’approssimarsi dell'autunno. Il lungo tratto nel bosco sbuca su un esile ciglio incredibilmente panoramico dove il paesaggio si amplia sull'immane parete ovest di monte Alpi con i suoi ripidi canali, i vertiginosi brecciai e guardando a nord sui monti Armizzone e Raparo.Per andare ad intersecare il sentiero Tra cielo e terra dobbiamo rientrare nel bosco, ignorare la pista che scende verso “Pie’ d'Alpi” e risalire un'erta pendice boscata mantenendoci sul filo di cresta andando a colmare faticosamente ben duecento metri di dislivello. Infine usciamo finalmente fuori dalla faggeta.





Il sentiero è stato inaugurato il 7 maggio 2017 dall'associazione XAlpisud e la sezione CAI di Lagonegro. E'stato scelto questo nome perché "nel percorrerlo si viene pervasi dalla chiara sensazione di poter toccare il cielo con un dito. Attraverso questo nuovo percorso che culmina col “Belvedere Giardino dei loricati”, gli escursionisti avrebbero potuto ammirare da vicino i pini loricati del monte, possibilità prima preclusa perché essi crescono sulle pareti più scoscese ed anfratti irraggiungibili, fattore che fino ad ora,in assenza di un sentiero facilmente percorribile ne ha reso l'avvicinamento arduo e pericoloso" ( XAlpisud.com).





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il tratto del sentiero "Tra Cielo e Terra" sfrutta una cengia molto stretta ed esposta su terreno sconnesso e roccette, non difficile direi, ma che richiede piede fermo, sicuramente non adatto a persone che soffrono di vertigini e non abituati a questo tipo di terreno. Scendiamo così per qualche metro attraversando con attenzione un largo canale ghiaioso con presenza di ciottoli instabili (via alpinistica invernale "Ghostline"). Seguendo la segnaletica proseguiamo su cengia esile e a tratti molto esposta ed andiamo ad attraversare altri due canali (vie alpinistiche invernali "Le Sentinelle" e "Calcite Ossidata") per raggiungere il punto panoramico "Giardino dei Loricati" dove un pino loricato sul filo di cresta segna la fine del percorso ufficale. Mentre procediamo immersi nella maestosa e infinita grandezza di questo mondo verticale ci sentiamo effettivamente sospesi tra cielo e terra, due insignificanti puntolini che vagano nel mezzo, tra i maestosi anfiteatri gradonati dei canaloni in alto e i vertiginosi orridi e brecciai in basso.





Invece di tornare indietro attacchiamo la crestina molto ripida che porta in direttissima al crinale sommitale e infine in vetta al Monte Alpi (Pizzo Falcone, 1.900m). La qualità della roccia purtroppo non è eccelsa. Antonio nel suo dialetto che definisce diverso da tutti gli altri spera che non ci caschi addosso un "pishcone"(masso). Ci teniamo quasi sul filo di cresta superando diversi passaggi di II, anche nei tratti con maggiore esposizione. Dopo circa 150 m l'inclinazione inizia ad attenuarsi gradualmente fino a che sbuchiamo sulla panoramica cresta nord-ovest del Monte Alpi che senza difficoltà ulteriori porta in vetta. Questo tratto non è assolutamente escursionistico ma non mi sento di classificarlo neanche come alpinistico, nonostante vi sia il II grado. Va da sé che una volta raggiunto il termine di Tra cielo e terra o si prosegue per cresta con estrema attenzione e cautela, meglio in conserva assicurata o tornare sui propri passi qualora non ci si sentisse sicuri.





Intanto minacciosi e oscuri nembi cominciano ad addensarsi da sud est avvolgendo in parte la cima gemella del Santa Croce sopraggiunta nel frattempo da uno sparuto gruppo di escursionisti che procedono nella nebbia verso la cima. Dal canto nostro immortaliamo il paesaggio con qualche foto e l'immancabile autoscatto di vetta e cominciamo la discesa lungo l'elegante cresta est che ci deposita in breve alla sella. Sparsi qua e là tra le roccette vegetano numerosi esemplari di “rosa spinosissima” che con le caratteristiche bacche rosse danno un tocco di colore al paesaggio brullo e roccioso. Per completare l'anello prendiamo infine il sentiero Italia T04 "Latronico Castelsaraceno" abbandonandolo all'incrocio con l'ampia sterrata che infine, dopo sei ore esatte ci porta al punto di partenza.





Ringrazio sentitamente Antonio per aver accolto il mio invito. Visto che monte Alpi è la sua montagna preferita ci ritorneremo prima possibile, magari il prossimo inverno con picche e ramponi e tanto entusiasmo.




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