Dopo alcuni giorni di smarrimento e profondo dolore per l'accaduto nelle
gole del Raganello in quel maledetto Lunedi 20 Agosto vorrei esternare i
miei pensieri e cercare di trasmettere le impressioni che ho vissuto
dai tre giorni prima della tragedia quando ho percorso lo stesso tratto
di gole in cui 10 escursionisti hanno perso la vita. Pubblico alcune
foto solo per la cronaca e per dare un'idea della natura geomorfologica
di questo ambiente ai profani e a chi non è ferrato in materia di
torrentismo. Il canyon del Raganello è una perla del Pollino, una gola
tra le più belle e lunghe d'Europa con pareti strapiombanti che si
innalzano anche per 500 m. Un luogo magico di straordinaria selvaggia
bellezza e ricca di fascino.
Dalle prime sparute frequentazioni risalenti a trent'anni fa da parte
degli appassionati nonché temerari che li si avventuravano senza
attrezzature specifiche, via via si è sviluppato un movimento che ha
cominciato a coinvolgere sempre più turisti ed escursionisti portando
alla formazione di associazioni che hanno contribuito alla propagazione
della conoscenza di questi luoghi. Negli ultimi anni qualcuno ci ha
anche visto una sorta di gallina dalle uova d'oro e sono in tal modo
partite le visite guidate dietro compenso da parte di ragazzi formati e
preparati tecnicamente sui percorsi di forra. Questo è stato positivo
perché è servito da volano all'economia locale e ha altresì tamponato in
buona parte quel fenomeno che vedeva improvvisate armate Brancaleone
che si avventuravano nelle acque del Raganello avendo scarsa o nessuna
conoscenza di quella tipologia di percorsi.
Purtroppo però chi comincia a praticare questo tipo di attività per
"mestiere" ripetendo ogni giorno lo stesso itinerario durante tutta
l'estate,potrebbe divenire succube dell'abitudine come se vendesse
pacchetti turistici preconfezionati facendo inevitabilmente abbassare la
guardia verso i pericoli oggettivi ed assopire quel senso di allerta e
consapevolezza che ti fa fermare quando è il caso di farlo. Venerdì 17
dopo l'escursione ho proprio avvertito nell'aria questa sensazione, che
il Raganello fosse diventato una sorta di luna park o un acqua park se
preferite, dove il divertirsi a tutti i costi prende il sopravvento sul
buon senso accompagnato dall'autoconvincimento anche inconscio che
siccome non è mai successo niente intendendo episodi gravi, non
succederà mai niente.
Non voglio fare retorica spicciola ma una vocina pareva mi dicesse che
quel "giocattolo" prima o poi si sarebbe rotto. Vorrei ricordare che il
toponimo Raganello deriva da "ragare" cioè raschiare e si
rifà alla caratteristica peculiare di questo torrente a trascinare
pietre e detriti durante le piene. Le gole alte, quelle in territorio di
San Lorenzo Bellizzi si chiamano anche Gole di Barile perché gli
abitanti del piccolo borgo durante le piene sentivano che il torrente
trascinava i massi producendo un suono simile a quello dei barili che
rotolano su un selciato. Ciò significa che il Raganello possiede questo
carattere turbolento e i vecchi del paese lo sanno bene e lo hanno
sempre saputo.
E arriviamo così al fattore meteo. Già trent'anni fa Giorgio Braschi nella sua guida "Sui sentieri del Pollino" aveva avvertito a caratteri cubitali di non avventurarsi nel fondo delle gole quando il tempo è incerto per il pericolo di piene improvvise e travolgenti.
Personalmente sono vent'anni che percorro il fondo delle sue gole e
queste parole mi sono sempre rimaste impresse.Qualcuno dirà che a Civita
non pioveva ma questo è stato l'inganno peggiore perché quando si
verifica un forte temporale a San Lorenzo Bellizzi accade che le acque
vengono velocemente convogliate a monte grazie anche al terreno
argilloso di quella conca incanalandosi nella forra alta e stretta e
giungendo a Civita con una violenza inaudita, come una cannonata, uno
tsunami. Lo stesso Braschi ammette però che negli ultimi anni durante i
temporali estivi il livello del torrente si alzava soltanto di qualche
decimetro ma non si è fatto i conti con il meteo eccezionale di questo lunatico mese di Agosto
che sta provocando trombe d'aria, nubifragi, fulmini e quant'altro.
Stiamo assistendo infatti a temporali improvvisi e bombe d'acqua che si
formano quotidianamente dal primo pomeriggio e localizzati in piccole
aree rendendoli assolutamente imprevedibili e letali.
Inoltre è necessario rammentare la pericolosità delle fiumare calabresi in queste condizioni meteo, che in un secolo hanno causato la morte di 500 persone e più di recente hanno fatto sei morti a Crotone nel 1996 e 13 morti travolti da un torrente a Soverato nell'ottobre del 2000.Purtroppo
un po' in tutta Italia le lezioni, anche quelle severe che ti
impartisce la natura, dopo breve tempo finiscono nel dimenticatoio. Come
ricordava l'ex assessore di Civita e promotrice del territorio Stefania
Emmanuele in una sua recente intervista "la natura non è assassina, è potente"
Decido di fare il Raganello Venerdì 17 Agosto e qualcuno già ironizza
sulla data non proprio congeniale ai superstiziosi. Consulto vari siti
meteo e tutti concordano che nella mattinata non pioverà su tutto il
massiccio mentre i cumulonembi si formeranno a partire dalle 13. Mi
accordo con Falk, alla sua prima esperienza di torrentismo e lo prego di
ritrovarci a Civita per le 7.30 in modo da scendere nelle gole massimo
alle 8.30 e uscire dal Ponte del Diavolo a mezzogiorno perchè dopo sarà
rischioso. Per questo rinunciamo al percorso lungo, quello che parte dal
Ponte d'Ilice proprio per non indugiare all'interno delle gole. Usciamo
alle 11.30 e ci dirigiamo all'auto per cambiarci e qui troviamo una
marea di turisti in procinto a scendere in acqua con le guide mentre in
cielo si stanno già formando nuvoloni temporaleschi. Nessuno però, guide e torrentisti sembrano curarsi minimamente dell'aspetto del cielo
mentre io e il mio compagno restiamo assolutamente attoniti. Sembra che
nonostante tutto lo spettacolo debba continuare, "The show must go on"
come cantava qualcuno tempo fa.
Ma veniamo a Lunedì.Cosa è accaduto? Erano state diramate tre allerte
meteo gialle con i soliti temporali che si sarebbero formati dalle 13
proprio sul versante nord del Dolcedorme e su tutta la conca che
circonda la valle del Raganello in territorio di San Lorenzo Bellizzi.
Un escursionista che quella mattina aveva deciso di salire sul Pollino
partendo da Valle Piana racconta:"All'altezza del Pollinello non sono
riuscito ad evitare la tempesta e la montagna mi ha ricordato con tutta
la forza che non la si deve sottovalutare. Nonostante il concreto
rischio di rimanere fulminato sono arrivato sano e salvo e soltanto
bagnato al bivacco Gaudolino e poi a tempesta passata rientro per colle
Impiso".Una tempesta di tale portata che i vecchi di San Lorenzo
Bellizzi avrebbero detto di non aver mai visto tant'acqua in
cinquant'anni. Questo è bastato a causare la tragedia. Mentre io e il
mio amico venerdì eravamo piuttosto in ansia di finire in mattinata,
dall'altra parte ho visto molta leggerezza nel valutare le condizioni
meteo.
Cosa succederà adesso? La macchina delle indagini è inevitabilmente
partita. Ci saranno sicuramente responsabilità e si prenderanno
provvedimenti per il futuro dell'area già di per se martoriata dal punto
di vista economico. Spero solo non si arrivi al proibizionismo estremo e
che si usi buon senso anche perché nonostante tutto si è trattato di un
evento eccezionale che nessuno poteva immaginare di tale portata.Per
il resto semplicemente non mi arrogo il diritto di esprimere giudizi su
singoli e istituzioni anche se purtroppo al momento varie ordinanze comunali stanno impedendo la
fruizione di corsi d'acqua,grotte,falesie e quant'altro,interdizioni tuttalpiù
dettate dall'atmosfera di psicosi generale di cui si sono impadronite le varie istituzioni.
Auspico soltanto che il Pollino e con esso l'area
del Raganello non vengano mortificati a causa di questo evento funesto ma eccezionale e
riconquisti quel posto che giustamente gli spetta ritornando il più
presto possibile a brillare quale motivo di vanto ed attrazione, non come un luna park
ma per ciò che realmente è, un'area di grande interesse naturalistica,
paesaggistica, storica, per la sua notevole biodiversità e selvaggia
bellezza ma soprattutto come un'area protetta. Che riacquisti la sua
antica identità e si ritorni ad apprezzarne i sui autentici valori.E che
divenga un monito e preso come esempio in tutte le aree protette.
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