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mercoledì 14 febbraio 2024

Monte Pollino la classicissima Via dei Lupi

La perturbazione giunta il 20 gennaio al sud purtroppo non ha sortito gli effetti desiderati, portando abbondanti precipitazioni ma con scarsa presenza di neve, il minimo sindacabile per rinnovare quanto basta il manto nevoso nei versanti esposti a nord. Inverni sempre più rari costringono noi "picozzatori d'Appennino" a scrutare con attenzione ogni volta, alla ricerca di itinerari che presentino condizioni accettabili.



Curiosamente però, in questa domenica 28 gennaio, si registrano temperature sottozero e una fitta nebbia sospinta da un intenso vento gelido orientale, con raffiche fino a 70 km/h determinando un windchill veramente cattivo di circa -15°. Per ultimo la strada Ruggio Colle Impiso ridotta come al solito a una sottile lastra di ghiaccio ottima come pista da pattinaggio.



Nonostante tutto decido di muovermi approfittando di questa parvenza d'inverno e del persistere della stasi meteorologica in atto. Un inverno che sta per finire senza essere mai iniziato. A motivo della strada ghiacciata evito di raggiungere Colle Impiso in auto preferendo parcheggiare tre km prima aggiungendo però tra andata e ritorno un'ora di camminata.



Ad attendermi c’è Antonio, con cui ho condiviso tempo fa una salita su monte Alpi, e suo fratello Giuseppe. Provengono da Senise, caratteristico borgo della Val Sinni nel Pollino lucano, famoso per "u zafaran", peperoni cruschi tipici essiccati naturalmente dal sapore dolce e la polpa sottile, una vera delizia.



Il sentiero si mostra subito ghiacciato, quasi da ramponi, i versanti esposti al sole privi di neve mentre il resto è coperto da chiazze bianche. Almeno il Pollino da lontano appare più bianco dell'ultima volta in cui l'ho visto.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Piano Toscano ci accoglie una fitta nebbia che infonde tristezza. Il nostro obiettivo è una classica, la Via dei Lupi, il canale che risale il costone nord-est della Grande Frana, scelta strategica quando le altre vie della parete nord non sono praticabili. Con molta probabilità oggi è l'unica in grado di regalarci qualche soddisfazione.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci addentriamo nella faggeta seguendo per comodità le tracce di un amico che ci ha preceduto fino ad emergere alla base del circo glaciale. Indossati i ramponi, iniziamo a traversare a mezza costa in un ambiente spettrale, a tratti da whiteout scendendo leggermente di quota per guadagnare l'attacco della via.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La neve è più abbondante di quello che ci aspettavamo e nel canale risulta anche portante e ghiacciata. Mentre saliamo, sembra che i pini loricati avvolti da una leggera calabrosa ci osservino con curiosità, e il vento è talmente forte da sospingerci in avanti. Alla fine, dopo essere emerso sul crinale sud-est con il vento che incalza al punto tale da stare in piedi a stento, avanzo per qualche centinaio di metri scrutando l'ambiente circostante. Poco dopo, come due fantasmi nella nebbia mi raggiungono anche Antonio e Giuseppe.



Oggi la vetta sarà opzionale visto la bufera che la investe. Aggiratala dal basso ci portiamo in una depressione al riparo dal vento per concederci anche il piacere di un thè caldo corretto alla grappa molto gradito dai ragazzi. Dopo questa veloce sosta andiamo ad intercettare il sentiero della via normale dove nel frattempo sopraggiunge un folto gruppo di escursionisti. Si tratta dei LEP (liberi escursionisti del Pollino), costituitosi dopo una sorta di scissione dal CAI Castrovillari. Alcuni di essi pare vogliano tentare la vetta ma senza molta convinzione, altri rinunciano a prescindere.



Dopo un veloce scambio di impressioni riprendiamo la discesa lungo il versante sudoccidentale, più tranquillo e quasi privo di neve, a macchia di leopardo in alcune zone. Infine concludiamo questa avventura molto articolata tra freddo, nebbia e vento, con la speranza che l'inverno possa recuperare il terreno perduto per scongiurare in primis il pericolo siccità e approvvigionamento d'acqua durante la bella stagione, e al contempo regalarci qualche altra ascensione più degna e consona a questo periodo.




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