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lunedì 17 maggio 2021

Pollino Via dei Lupi variante B con tentativo alla Grande Frana

 

Pollino atto IV. Mentre un vecchio brano che recita: “primo maggio sul coraggio…” riecheggia nella mia mente, il Pollino in questo giorno di primavera inoltrata ci concede ancora una volta l’ebbrezza di calzare i ramponi ed impugnare le piccozze per andare ad affrontare una via alpinistica, cosa davvero rara a queste latitudini in questo periodo. Merito dell'inverno interminabile appena conclusosi che nonostante le restrizioni dovute al Covid ci ha consentito diverse belle e soddisfacenti uscite.






Certo, non potevamo pretendere il ghiaccio delle volte precedenti, complice tra l’altro lo scirocco che ha investito il sud facendo impennare le temperature nel fine settimana. Nonostante tutto le condizioni restano accettabilissime tanto che i ramponi fanno un egregio lavoro andando ad aggredire uno strato di neve compatta sotto uno più morbido superficiale.






Questa volta con Pasquale azzardiamo la salita integrale della Grande Frana in direttissima per tentare l’uscita tecnica sull’estremo margine superiore destro. La peculiarità di questa via consiste nel fatto che fino alla zona sommitale non vi sono difficoltà sostenute, trattandosi di risalire il nevaio su inclinazioni di 45° con qualche punta a 50. In alto però è chiuso da uno sbarramento, una parete gradonata sovrastata da una cornice imponente. 






L’unico punto debole consiste nell'affrontare la rampa di destra e sfruttare un piccolo muro di neve strapiombante laddove la cornice si assottiglia. L’ostacolo si supera a condizione che la parete in quel punto sia piena e ti consenta di raggiungere la base del muretto di neve finale. Purtroppo l’uscita è visibile solo se ci vai a sbattere col muso.






 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E infatti, al primo maggio con il disgelo in atto ci imbattiamo in tre grossi crepacci e buchi profondi a ridosso dei gradoni con la cornice paradossalmente ancora intatta. Se a ciò aggiungiamo la cattiva qualità delle esigue lingue di neve rimaste, allora ecco che la saggia decisione è quella di rinunciare. In verità ce lo aspettavamo. Ma il prossimo anno non mancheremo di chiuderla, l’appuntamento è solo rimandato.






Dunque si fa dietrofront verso la base dell’anfiteatro per andare a guadagnare terreni migliori. Puntando a destra in brevissimo tempo raggiungiamo la variante B della Via dei Lupi, una delle mete più gettonate della parete nordest del Pollino. Con lo sfondo di un cielo grigio carico di sabbia attacchiamo questo estetico canale in libera. Diciamo che la consistenza della neve ammette oggi margini di errore, consentirebbe infatti di frenarti in caso di scivolone. Un tantino più compatta allora andrebbe assolutamente assicurata. La progressione è piacevole, snella e lineare senza problema alcuno e in poco tempo, quasi d’un fiato vinciamo la prima rampa che conduce sulla sella del Costone Est.






 

Adesso la stanchezza si fa sentire, dopo lo sforzo di salire la Frana, la successiva discesa e la risalita dell'altro canale. A metà della seconda rampa, dietro un roccione al riparo dal vento, una barretta energetica è l’ideale per ricaricare le batterie e arrivare in vetta. Così ultimata la via uscendo sul crestone sud-est ci avviamo verso il pilastrino per il solito selfie. I Piani sono ormai privi di neve, orlati soltanto di qualche chiazza e non si potrebbe neanche parlare di macchia di leopardo. Anche Serra delle Ciavole conserva solo qualche minuscolo nevaio, mentre sta leggermente meglio il paretone nordest del Dolcedorme.


 




Insomma, pare che solo il Pollino abbia accumulato più neve e ci chiediamo se, a patto che le temperature non risalgano troppo, ci possa concedere un altro regalo nel prossimo fine settimana. Con questo in mente ci apprestiamo a scendere lungo la parete nord per Piano Toscano e poi fino all’auto. Ormai i prati fioriti di un verde intenso e i torrenti gonfi per lo scioglimento dei nevai in quota ci dicono che la primavera è inequivocabilmente arrivata.