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martedì 3 gennaio 2023

Monte Pollino Via dei Lupi e discesa per il Costone Nord

Mentre gli States e il Giappone sono sommersi dalla neve e dal gelo artico, dalle nostre parti l'inverno è in piena ritirata. La sciroccata prenatalizia da me prevista (e non solo da Copernicus), dopo la prematura ondata di freddo si è puntualmente verificata.





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E così oggi 24 dicembre l'unica sacca di resistenza con una parvenza di condizioni invernali rimane la parete nord di Monte Pollino dove compaiono modesti nevai a macchia di leopardo e qualche lingua di neve in ombra. Dove invece un sole insolitamente caldo affonda i suoi artigli non è rimasto niente. L’unica speranza di fare una salita con piccozza e ramponi potrebbe essere la Via dei Lupi, una classicissima che rimane perennemente in ombra e resiste a lungo anche con temperature meno rigide. L’unico dubbio rimane il fatto che con il caldo è sopraggiunta anche la pioggia che potrebbe aver lavato tutto.




In ogni caso ad alimentare le nostre speranze ci pensa la webcam di San Severino Lucano che punta sulla nord del Pollino e che ci mostra approssimative ma discrete striature bianche. Anche il ribasso termico di questi giorni potrebbe aver contribuito a compattare il manto quel tanto che basta. E dopo il tentativo del 17 dicembre esauritosi con un dietro front causa pioggia ancor prima di scendere dall'auto ci riproviamo la settimana successiva.




Questa volta il meteo è discreto ma compare puntualmente la “lupa di mare” che avvolge le vallate spingendosi di primo mattino anche sui pianori d’alta quota. Così giungiamo a Piano Ruggio nella nebbia e nella desolazione totale. Sembriamo due fantasmi che vagano nel nulla, ma poi scopriamo che altri due escursionisti si sono incamminati verso un’asciutta e anonima Serra delle Ciavole.




Parcheggiati a Colle Impiso ci inoltriamo lungo il sentiero nel bosco in piena veste autunnale. Al Vaquarro alto un Pollino nord ovest con qualche esiguo nevaio avvolto da grigie nubi infonde tristezza e amarezza e quando giungiamo a Piano Toscano ritroviamo le stesse condizioni di nebbia totale. Per incontrare le prime chiazze di neve dobbiamo salire ancora di quota lungo i costoni che portano alla Grande Frana e intorno ai 1850 m finalmente posiamo i piedi su una neve bella compatta, almeno sarà di buon auspicio per il resto della salita.





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Usciti dal bosco vediamo emergere le cime di Serra Dolcedorme e Serra delle Ciavole dal serpentone di nubi che si insinua nel pianoro. Passiamo così ad assetto alpinistico calzando i ramponi e tirando fuori le picche. Un rapido sguardo in giro per constatare che le uniche vie continue oggi sono il Costone Nord e la “nostra” via dei Lupi un po’più magra. Senza traccia tra vari saliscendi e aggiramenti ad evitare ghiaioni scoperti procediamo lungo il traverso della Grande Frana fino all’attacco della via.




La prima parte che si mantiene con inclinazioni comprese tra i 45 e 55 gradi su neve portante ma non ghiacciata, è interrotta da un salto scoperto che affrontiamo in dry tooling, e sinceramente mi rattrista inaugurare la mia nuova Pezl Quark con queste condizioni.




In ogni caso la salita in libera è snella, veloce e divertente. Il panorama qui’ mi ricorda il versante nord del Sirente arricchito però dal valore aggiunto dei magnifici pini loricati che svettano abbarbicati sugli anfratti rocciosi delle pareti circostanti. Molto scenografico inoltre l’anfiteatro sommitale della Grande Frana con le caratteristiche rocce stratificate disposte come dei gradoni perfettamente squadrati.




Nella seconda parte andiamo un po’a naso cercando le lingue di neve fino a sbucare in cresta. Seguendo poi il ciglio della Grande Frana per godere dei suoi affacci spettacolari tra bassi ginepri emisferici giungiamo sulla vetta completamente asciutta di Monte Pollino. Intanto il paesaggio si è ripulito dalla nuvolaglia del mattino e sembra di essere in pieno ottobre.




Una capatina a quel che rimane del nevaio della dolina di vetta e cominciamo a scendere per il ripidissimo Costone nord, almeno avremo la neve sotto i piedi. Le condizioni sono buone ma bisogna procedere con cautela e in alcuni tratti anche in retromarcia cercando di evitare salti scoperti.




Mentre il compagno preferisce spostarsi a sinistra in zone più sicure, io mi imbatto in un piccolo crepaccio a valle non visibile dall'alto che mi costringe ad una manovra di disarrampicata molto delicata. Superato l’inghippo ci ritroviamo nel punto in cui ci siamo messi i ramponi la mattina. E poi la discesa e il panino all’ingresso di Piano Toscano sotto un sole primaverile/autunnale davvero caldo. Alla macchina infine sopraggiungono anche gli altri due “dispersi” saliti su serra Ciavole.




Questo clima davvero anomalo per il periodo ci ha concesso tutto sommato di fare una salita divertente ma tirata per i capelli. Adesso speriamo che questo dicembre tropicale ci lasci definitivamente e che non ci costringa a fare la danza della neve per avere un inverno discreto, e non soltanto per le attività ludiche in montagna.




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