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domenica 20 febbraio 2022

Monte Alpi via "Mavavì" e vetta Santa Croce


Riuscitissima la prima invernale alpinistica intersezionale del 2022 Cai Castrovillari e Aspromonte svoltasi sulle pendici della parete nord di Monte Alpi Santa Croce. Si temeva un altro rinvio o annullamento a causa di una perturbazione che ha interessato le nostre montagne il giorno prima con nevicate e venti fortissimi in quota. Invece domenica 30 gennaio è stata una giornata semplicemente perfetta. L’itinerario pianificato e stabilito era la via alpinistica chiamata dagli apritori “Mavavì” che si sviluppa lungo il versante nord di Monte Alpi Santa Croce ed è la più occidentale di un ventaglio di canali che vanno ad incidere la parete Nord. 





Il folto gruppo, composto da dieci impavidi che oggi vogliono misurarsi con qualcosa di “più spinto” è suddiviso da tre appartenenti alla sezione Aspromonte di Reggio Calabria e sette del Cai Castrovillari. Il rendez-vous per tutti è l’uscita dell’autostrada Lauria Nord da dove ci muoveremo verso Contrada Miraldo di Castelsaraceno, proprio alle pendici della poderosa parete Ovest di Monte Alpi. Con noi abbiamo l'attrezzatura necessaria per affrontare in sicurezza pendenze che toccano i 55 gradi. Se sarà necessario e troveremo ghiaccio allestiremo tre cordate con progressione in conserva assicurata.





Ci muoviamo dalla località di partenza Sorgente Vena nera a 1040 metri di quota intraprendendo la pista che collega questo versante con la località Bosco Favino che tra l’altro conduce anche al Belvedere della Cresta Nord. Purtroppo l’accesso alle strade che portano al Rifugio Armizzone è compromessa dalla presenza di neve ghiacciata sul fondo. Allungheremo di poco il tragitto e avremo circa 300 metri di dislivello in più da colmare. Ma a noi questo non fa certo paura, oggi siamo entusiasti e più agguerriti che mai.





Lungo il sentiero incontriamo uno strato di neve morbida che non supera i quindici, venti centimetri ma che non rende la marcia particolarmente faticosa. Velocemente raggiungiamo il punto in cui abbandonare il sentiero per attaccare la nostra via sulla destra attraversando un’ampia radura prima di entrare nella sede propria del canale che più in alto appare dritto, stretto ed elegante. Purtroppo come si temeva le condizioni della neve non sono ottimali. Dobbiamo serpeggiare allo scopo di trovare “terreni migliori” e dove si affonda di meno. La neve si sa, per trasformarsi necessita dell’alternanza rialzo termico - rigelo per diventare compatta o meglio dura come il vetrato. 




Emersi dalla vegetazione il canale si apre ad anfiteatro delimitato da pareti rocciose alte una quindicina di metri. La neve ora è più compatta, a volte risulta crostosa, a volte sfondosa e in alcuni brevi tratti ghiacciata. In prossimità delle rocce compaiono anche dei buchi profondi al nostro passaggio che richiedono una certa attenzione. A questo punto si decide di salire in libera perché una eventuale scivolata verrebbe arrestata dalla neve morbida in superfice. In tal modo procediamo in scioltezza con una progressione divertente e non difficile.





Alle nostre spalle un anonimo monte Raparo dalla mole tondeggiante e parzialmente innevato e un roccioso monte Armizzone ci accompagnano per tutta la salita. Durante l’ultima pettata sulla rampa finale qualche componente accusa un po'di affaticamento ma infine sbuchiamo proprio sulla sella che separa il Pizzo Falcone, la vetta più elevata di Monte Alpi e Santa Croce. I complimenti vanno sicuramente a tutti ma in special modo all’unica donna presente oggi, Veronica che assolutamente all’altezza della situazione ha affrontato la dura salita con competenza, sicurezza e una buona dose di coraggio. Dopo una meritata pausa volta a integrare energie e fiato a mezzo barrette proteiche e frutta secca e per scattare qualche foto sulla spettacolare e ghiacciata piramide di Pizzo Falcone perennemente in ombra profondiamo un ultimo sforzo impegnando la cresta ovest per raggiungere la seconda vetta più elevata del comprensorio, Santa Croce alta 1893 metri. 





Da questo punto il panorama è assolutamente mozzafiato, a trecentosessanta gradi coprendo una porzione vastissima di tre parchi nazionali: il Pollino, il Sirino e il Cilento per non parlare di varie cime dell'Appennino campano. Sferzati da un vento teso e freddo proveniente da ovest non ci lasciamo scoraggiare dal restare un bel po' in vetta per contemplare le cime più elevate del Pollino quali Serra del Prete, il Pollino, Serra Dolcedorme e una bellissima Serra delle Ciavole con la sua caratteristica forma trapezoidale. Di fronte si pongono invece i monti Zaccana e La Spina con il lago di Cogliandrino adagiato nella Val Sinni. Ad ovest sorge la poderosa mole del Sirino innevato e a seguire il Gelbison, Cervati e addirittura in lontananza riusciamo a scorgere anche la vetta del Panormo, la cima più alta dei Monti Alburni. Un panorama davvero mozzafiato complice la bellissima luce di questa giornata spettacolare.





Dopo esserci saziati di tanta bellezza e dopo la consueta ed immancabile foto di gruppo cominciamo a scendere per la ripidissima cresta nord del Santa Croce che offre un affaccio superbo verso l’anfiteatro della Neviera. La cresta si presenta ghiacciata fino ad entrare in faggeta dove cambiano drasticamente le condizioni. Nella parte bassa e ripidissima la neve diventa morbida e ad ogni passo si affonda fino al ginocchio. Mentre batto traccia il gruppo inevitabilmente si allunga e alcuni affrontano di sedere i tratti più ripidi. Dopo questa piccola odissea finalmente guadagniamo il sentiero della Neviera dove ci fermiamo a consumare il nostro meritato panino. 





Infine mezzi infreddoliti anche a causa del vento che insiste all’interno del bosco percorriamo a ritroso il sentiero iniziale incrociando le tracce lasciate la mattina e andando a chiudere infine questo fantastico quanto faticoso e impegnativo anello ritornando alle nostre auto. Un sentito grazie a tutti i partecipanti che hanno reso vivace, interessante e rimunerativa questa ascensione, ai quattro amici di Reggio Calabria, stanchi per la levataccia e il lungo viaggio affrontato ma assolutamente paghi e soddisfatti e all’immancabile Pasquale che con grande perizia mi ha egregiamente assistito nell’organizzare, coordinare e guidare un gruppo inusualmente numeroso per questo tipo di uscita.





Infine una nota di elogio inviata nel gruppo cai whatsap da parte di Carla, la nostra vice presidente che dice: “Volevo ancora ringraziare gli organizzatori per l'escursione di domenica scorsa. Sto ricevendo messaggi di riconoscenza e gratitudine dai tre ragazzi venuti dalla sezione Aspromonte, oltre quelli del vice presidente della sezione aspromontana. Grazie ragazzi, sono onorata di così tanti messaggi che danno lustro alla nostra Sezione. Il Cai che ci piace...ASSAI!” 






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