Video in Evidenza

IN PRIMO PIANO: Gli ultimi post

Pollino - Anello Coppola di Paola Cozzo Ferriero Timpa dell'Orso" vedi

Pollino - Gola della Garavina e via alpinistica Pulp Friction" vedi

Pollino - Serra Crispo e Anello della Madonna del Pollino" vedi

Sirino - Monte Papa" vedi



CONTATTO dgiusep@tiscali.it
Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

sabato 27 luglio 2024

Anello Coppola di Paola Cozzo Ferriero Timpa dell'Orso

Conciliare il desiderio di andare per monti con le elevate temperature di questi giorni non è cosa facile, soprattutto per me che soffro particolarmente il caldo. Dunque, seguendo le più elementari norme del buon senso, cosa che purtroppo molti non fanno, pianifico un'uscita in quota, dall'esposizione ottimale, ombreggiata e possibilmente con qualche fonte d'acqua lungo il percorso.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Così lunedì 15 luglio parto in solitaria di buon mattino verso Piano Ruggio per un anello a me inedito: salire su Coppola di Paola dal Colle del Dragone, proseguire verso Cozzo Ferriero, scendere successivamente a Timpa dell'Orso e rientrare infine a Ruggio passando per Piano Pedarreto. Dopo aver parcheggiato, mi dirigo a piedi verso il Colle del Dragone e, poco prima di raggiungerlo, piego a destra seguendo una labile traccia in discreta salita, camminando su un fastidioso tappeto di foglie. Noto che non ci sono segnali bianco rossi. In realtà, su questa bella montagna, una delle più elevate della Calabria, dotata di doppia cima (rispettivamente 1919 e 1909 m), esiste solo il sentiero CAI 908, situato più a sinistra rispetto al percorso che ho seguito io.


Si attraversano i boschi più antichi dell'intero parco, in particolare la foresta vetusta di Cozzo Ferriero radicata lungo la dorsale che la collega a Coppola di Paola in prossimità dello spartiacque che segna il confine tra Basilicata e Calabria. Essa ha ottenuto anche il riconoscimento a patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.


"In questa area vegetano faggi monumentali che hanno superato l’età di circa 600 anni, con presenza di alberi di svariate dimensioni, una foresta complessa e ricca di biodiversità. Rappresenta il sito più meridionale d’Europa, dove alberi centenari, genotipi unici, hanno avuto la capacità di adattarsi alle vicissitudini climatiche e a climi caldo-aridi" (CAI gioia del Colle).


Salendo senza alcuna difficoltà, dopo un tratto esco dal bosco, attraversando due radure dalle quali sono visibili le cime più alte del parco: Serra del Prete, Pollino e Dolcedorme. Nonostante il caldo cominci a farsi sentire, rimango protetto dall'ombra dei faggi fino a sbucare nei pressi della sella che separa le due cime. Raggiungo prima la cima nord, la più elevata, che offre uno dei panorami più vasti e circolari del Pollino. La vista spazia su tutte le cime del parco, sui due mari, sulla lontana Sila, sulle vette del Cilento e dell'Appennino campano. Uno spettacolo unico. Dalla cima sud, si gode anche di una magnifica vista sulla piana di Campotenese e sul piramidale Timpone Viggianello.


Dopo aver immortalato lo splendido panorama dalla Coppola di Paola vado ad attaccare lo stretto crinale boscato che la unisce a Cozzo Ferriero, scendendo prima su una sella e poi risalendo. Anche in questo caso non vedo segnaletica, nonostante sulla mappa il percorso sia contrassegnato da una linea tratteggiata indicante il CAI 908. Tuttavia, il labile tracciato non è difficile da seguire, nonostante il fitto intrico dei faggi, poiché segue fedelmente il filo di cresta. Durante il percorso incontro anche un bellissimo acero dalla chioma ampia e il tronco tozzo. Infine, uscendo allo scoperto su una radura erbosa pianeggiante, raggiungo i 1790 m del Cozzo Ferriero, dove vi è un omino di pietra.


La prossima tappa adesso è la Timpa dell'Orso, molto più in basso, in direzione nord, a quota 1551 m. Per guadagnare tempo, evito il percorso più agevole che comporta un lungo aggiramento da sinistra. Preferisco scendere in picchiata, dritto per dritto, affrontando una forte pendenza e perdendo 250 m di dislivello in poco tempo. Combattendo con il fondo sdrucciolevole e scivoloso per via delle foglie e dei rami secchi, raggiungo finalmente la Timpa, che altri non è che un culmine roccioso interamente ricoperto da faggi che concede solo uno spiraglio di panorama verso la montagna di Grasta, niente di trascendentale. Vi è anche la presenza di una grotta non visitata, probabilmente ubicata alla base della parete verticale della Timpa.


Da questo punto, l'ennesimo impercettibile tracciolino procede a mezza costa in direzione di Piano Pedarreto, ma l'area è poco battuta e selvaggia, tra macchia, faggi e un irritante boschetto di ginepri che non si può evitare. Rientrando in faggeta, scendo verso l'impluvio di un ombroso canale sormontato da pareti rocciose e, dopo un saliscendi, incontro un'area picnic con diversi barbecue. Poco oltre, ecco una "visione soprannaturale": una copiosa fontana indicata come Sorgente Clochera di Sotto, davvero provvidenziale ora che il caldo e la stanchezza si fanno sentire. 


Dopo una poderosa rinfrescata alle freschissime acque della fontana, riprendo il cammino. Evito lo sterrato che porta al rifugio Fasanelli e proseguo lungo il sentiero che sbuca sulla strada asfaltata proveniente dallo stesso Fasanelli. Percorro l'ultimo chilometro e mezzo su asfalto, raggiungendo finalmente Piano Ruggio e chiudendo in tal modo l'anello. 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono le 13:15 e, dopo essermi cambiato d’abito per recarmi al lavoro, mi concedo una dissetante Corona con spicchio di limone, sebbene non tanto fredda, al bar accanto al rifugio De Gasperi. Tutto sommato, è stato un bel giro, ma onestamente, a parte gli scenari offerti da Coppola di Paola, il resto non mi ha entusiasmato particolarmente. L'aspetto positivo è stato di rimanere per quasi tutta l'escursione in ombra, che visto il gran caldo ha ben pagato.


Scarica la traccia gpx