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giovedì 21 settembre 2023

Un giorno a Maratea 1 parte Tour delle grotte in kayak

Lunedì 14 agosto per il terzo appuntamento acquatico della stagione io e mia figlia ci rechiamo nella splendida Maratea, la "perla del Tirreno". Dalla quantità di ricchezze paesaggistiche, storiche e culturali, tra mare, monti, colline, eremi e tanto altro, Maratea rappresenta un universo di impareggiabile bellezza, un mondo intero da preservare.



Il programma si preannuncia intenso e si dividerà in due parti: mattina tour delle grotte costiere in kayak, pomeriggio ferrata del Redentore con l'obiettivo di cogliere il tramonto in vetta. Raggiungiamo in mattinata la suggestiva spiaggia nera o Cala Jannita, uno dei simboli della città, famosa per la caratteristica colorazione scura della sabbia, dei sassi e delle rocce che farebbero pensare a una possibile origine vulcanica, molto simile a quella di Stromboli.



Dopo un breve briefing sull'uso del kayak e non prima di un bel bagno, ci imbarchiamo sul nostro due posti e cominciamo a pagaiare in direzione nord lungo la costa rocciosa e frastagliata raggiungendo una spiaggetta protetta e accessibile soltanto a nuoto o in canoa per la presenza di una fitta e rigogliosa flora di posidonia oceanica, una pianta oggetto di tutela, la cui presenza è segno evidente di qualità superiore delle acque marine. E visto il gran caldo un altro bagno qui' è assolutamente obbligatorio.



Ripresa l'imbarcazione ci dirigiamo verso il "Funnico Regio", insenatura naturale dal sapore caraibico dove è presente la Grotta del Bacio. Il termine dialettale "Funnico Regio" sta' per "deposito reale" e richiama a una prerogativa dello status giuridico del passato di Maratea: qui si trovava infatti la dogana dove venivano scambiate le merci che Maratea importava ed esportava in tutto il Regno di Napoli.



L'insenatura veniva utilizzata come approdo naturale dove attraverso un sistema di carrucole e cavi venivano scaricate e spostate le merci trasportate dagli asini. Quelli provenienti da Sapri giungevano a Maratea percorrendo uno stretto ed angusto sentiero. Qualora e malauguratamente due asini provenienti dalle direzioni opposte si fossero incontrati si passava a una fase di apprezzamento dei due animali. L’asino che veniva maggiormente valutato in denaro secondo criteri quali prestanza fisica e carico trasportato, sopravviveva a discapito dell’altro, il quale purtroppo finiva in mare per permettere all’animale prescelto di proseguire lungo il sentiero. Per questa crudele quanto inevitabile operazione il sentiero è stato denominato appropriatamente "Apprezzami l'asino, tutt'ora percorribile.



Pagaia dentro entriamo attraverso un angusto ingresso nella "Grotta del bacio" dove sul tetto compare una piccola apertura. Nella grotta il colore dell'acqua è verde smeraldo e crea giochi di luci e ombre davvero suggestivi. Quando il mare è agitato l'acqua entra con forza attraverso l'ingresso ed esce fuori dal foro sovrastante come un geyser. Ciò è stato visto dai locali come un simbolico bacio romantico tra il cielo, la terra e il mare.



Lasciata la Grotta del bacio torniamo indietro per qualche centinaio di metri approdando alla "Spiaggia d'I Vranne per le cale e le insenature molto belle. Infatti "I vranni" è un termine dialettale di Maratea che si traduce in "anfratti". L’acqua è caraibica, tanto che basta una maschera per vedere nei fondali le distese di posidonia.



Percorrendo un tratto a piedi e qualche metro a nuoto ci rechiamo presso la "Grotta di Giorgio", nome dato dal primo esploratore nonché proprietario del terreno soprastante. Le stratificazioni delle sue pareti rivelano la presenza di rocce vulcaniche; compare lo zolfo, il ferro e la pietra nera, antichi testimoni dello scontro avvenuto tra le placche tettoniche che ha dato origine al mare Tetide e che ha coinvolto anche questo lembo di terra. L'esistenza al largo delle coste calabre di un sistema di vulcani sottomarini come il maestoso Marsili ne sono la prova.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Adiacente alla Grotta di Giorgio si apre la "Grotta dell'amore" il cui accesso avviene attraverso una stretta apertura laterale. Il momento migliore per visitarla è al tramonto allorché i raggi del sole penetrando attraverso un'altra apertura frontale creano un’atmosfera davvero suggestiva. Purtroppo ci troviamo ancora nelle ore centrali del giorno ma con la fantasia cerchiamo di immaginare tale momento magico.



Ritornati alla spiaggetta, prima di riprendere la navigazione con il kayak abbiamo modo di assaggiare il "Crithmum maritimum" o finocchietto di mare, un’erba della macchia mediterranea che nasce spontanea sugli scogli. Dal sapore amarognolo i pescatori durante la guerra lo raccoglievano e lo utilizzavano come condimento, come insalata e al posto del sale, alimento all'epoca molto caro e raro che difficilmente si potevano permettere. Con questa erbetta tutt'oggi si prepara un liquore tipico, il “Crithmum”.



L'ultima Grotta che andremo a visitare è la "Grotta della Sciabella" che prenderebbe il nome da una rete a maglia molto stretta usata all'epoca dai pescatori ma ora illegale in quanto decimerebbe pesci di piccola taglia. Una leggenda nota ai residenti vuole invece che il toponimo derivi da "Isabella", una donna che qui veniva a intrattenersi in segreto con i suoi amanti, più che altro pescatori di turno. Ma quando il marito la scoprì non esitò a ucciderla facendola precipitare dalla cavità sul soffitto. Molto simile alla grotta di Giorgio per l'ampio soffitto bucato conserva tracce gialle di zolfo e una piccola e suggestiva lingua di sabbia al suo interno dove concludiamo il tour con una foto di gruppo.Rientrati alla spiaggia nera risaliamo la lunga scalinata che ci porterà all'auto dove ci cambiamo per trasferirci alla volta del centro storico di Maratea. La ferrata del Redentore ci aspetta.