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mercoledì 5 giugno 2024

Massiccio del Sirino Monte Papa

Per resettare la mente dalle fatiche dell'inverno di solito apro la stagione estiva con un itinerario di quelli che definisco "senza pensieri", cioè non problematici o che non richiedono equipaggiamento specifico. Guardando il meteo non tanto favorevole, domenica 12 maggio scelgo di andare su monte Papa nel massiccio del Sirino, mai salito in ambiente non innevato, e mai per la sua via normale.



Il Monte Papa, con le sue tre gobbe sommitali, la più alta quotata 2005 m, costituisce l'elevazione principale del massiccio del Sirino e unico duemila insieme alla Serra di Crispo interamente in territorio lucano. Caratterizzata da forme eleganti e arrotondate, si pone in posizione intermedia tra i Picentini, i rilievi del Cilento e il Pollino. Alle sue pendici sorge lo splendido Lago Laudemio che oggi è tutto un gracchiare di rospi come una sinfonia. Si tratta del lago glaciale più meridionale d´Europa e base di partenza della via normale.



Ma cosa vedo sull'altra sponda? Un gabbiano solitario, a 1500 m di quota che nuota e pesca in un lago glaciale. Dopo qualche scatto con le fioriture in primo piano e le alte vette sullo sfondo ci avviamo lungo il tracciato della pista da sci che attraversa la faggeta nel fondovalle. Usciti dal bosco, risaliamo la pietraia che con una serie di tornanti a tratti ripidi, costeggia l'ampia parete del circo glaciale posto tra la Timpa Scazzariddo sulla sinistra e la Spalla dell'Imperatrice sulla destra. È interessante osservare le eleganti architetture delle rocce stratificate del versante ovest dello Scazzariddo dove rivedo "Pulp Traction", la via di ghiaccio risalita questo inverno. Intanto uno sparuto gruppetto di escursionisti in fila indiana si appresta a risalire l'erta pendice verso monte Papa.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

Raggiungiamo così la selletta a quota 1865 m dove è situato l'arrivo della seggiovia. Visto che il meteo minaccioso pare tenere ancora, guadagniamo tempo tralasciando il tratto del comodo sentiero che attraversa il Fosso Niella verso sud e che con un lungo aggiramento risale il crinale a ridosso della Cima Limongi. Piegando a destra invece, impegniamo la ripida spalla erbosa, disseminata di roccette, fino al soprastante pratone dove incrociamo il sentiero vero e proprio della normale lasciato sotto. Da qui è un attimo raggiungere la vetta minore o cima De Lorenzo a quota 2003 dove compare una stazione meteo con telecamere annesse. La vetta principale a quota 2005 m si trova più a ovest, a poco più di 50 m di distanza.




 

 

 

 

 

 

 

Purtroppo a causa delle nuvole la visibilità è compromessa. Il Pollino e la costa del Tirreno sono completamente coperti, mentre spicca parzialmente il monte Alpi e La Spina. Verso nord aperture sulle altre vette dell'Appennino lucano e i Picentini. Solo per pochi secondi si apre Monte Sirino per essere subito inghiottito dalle nubi. È un peccato perché chi è con me  sale su questa cima per la prima volta , ma va bene anche così perché le nuvole che si rincorrono, abbracciando le vallate e i monti creano un'atmosfera suggestiva. Talvolta, si diradano leggermente, lasciando intravedere scorci del cielo azzurro.



Alle prime gocce della prevista pioggia ritorniamo impegnando il comodo sentiero della normale. Insieme alla pioggia vengono giù anche pallini di ghiaccio che ci accompagneranno fino alla selletta. Dopo l'ennesima apertura con un sole che spacca le pietre, in prossimità del bosco ricomincia a piovere e questa volta copiosamente, ma sotto le fronde dei faggi troviamo un ottimo riparo naturale. Giunti al piazzale dov'è parcheggiata l'auto smette di nuovo concedendoci il tempo di sistemarci, cambiarci e ripartire.




 

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