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mercoledì 19 giugno 2024

Serra di Crispo e Anello della Madonna del Pollino

Si tratta sicuramente di un'escursione che offre diverse chiavi di lettura: dalla solennità delle oscure gole di Jannace agli spazi infiniti e i panorami alpini delle alte quote, circondati da maestose sentinelle che custodiscono il paesaggio. Dal silenzio e dalla sacralità che avvolgono il santuario della Madonna di Pollino, alle asperità della rocciosa e selvaggia cresta omonima. E noi proiettati in un'atmosfera immersiva e rigenerante in cui il tempo sembra essere sospeso, come se il ritmo della vita rallentasse, permettendo una connessione più profonda con l'ambiente circostante e con sé stessi.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per evitare l'intensa calura giunta all'improvviso alle nostre latitudini, per sabato 8 giugno propongo al socio un'uscita che ci faccia stare al fresco. Si tratta dell'Anello della Madonna di Pollino, un itinerario per me inedito che include un river trekking per risalire le gole di Jannace. Come suggerisce il termine, il river trekking è un'attività outdoor che combina l'escursionismo e l'attraversamento di corsi d'acqua. Simile al torrentismo si svolge lungo i letti dei fiumi e dei torrenti, includendo spesso camminate sia sulla riva che nell'acqua stessa. Questa attività offre un'esperienza unica, permettendo ai partecipanti di esplorare paesaggi naturali spettacolari e di godere della freschezza dell'acqua durante l'escursione.





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal parcheggio della rotonda, imbocchiamo il comodo sentiero di "Fosso Jannace" che si snoda lungo le gole attualmente asciutte. La pista è servita da diversi ponticelli in legno che ne facilitano il camminamento e che si integrano armoniosamente in questo fiabesco ambiente carsico di pareti vertiginose, avvolto da un fitto bosco di faggi e colossali abeti bianchi, alcuni dei quali alti ben quaranta metri che ci accompagnano lungo tutto il percorso.




All'altezza dell'ultimo ponticello in legno, un cartello indica le direzioni per Piano Jannace e il Santuario. Poiché oggi abbiamo molto tempo a disposizione, possiamo tranquillamente permetterci di raggiungere Serra Crispo e, al ritorno, chiudere l'anello. Il percorso, piacevole e mai difficile, ci permette di attraversare ambienti eterogenei caratterizzati dalla presenza di abeti bianchi (associazione faggio abetina) fino a giungere al soleggiato Piano Jannace, ricoperto da un manto di fiori tra cui spiccano varie specie di orchidee e centauree.




Il caldo si fa sentire, ma è reso sopportabile grazie ad una gradevole brezza che soffia da nord. Intanto, alzando lo sguardo appare la mole rocciosa di Serra Crispo, disseminata da innumerevoli pini loricati. Tornare di tanto in tanto su questa vetta, simbolo del parco e sede del famoso "Giardino degli Dei", è sempre un piacere. Costeggiando alcuni boschetti di alberi serpente qui molto numerosi, ci dirigiamo verso la cresta sud per osservare uno dei simboli del Pollino, l'ormai derelitto "Zeus", il suggestivo loricato secco che nonostante tutto ancora si regge in piedi in un equilibrio davvero precario.




Dalla Porticella del Pollino, il panorama è strepitoso su Serra Ciavole, la sconfinata Fagosa e la piana di Sibari. Zigzagando tra i pini loricati e i ginepri emisferici, raggiungiamo rapidamente i 2054 metri della vetta, dove incontriamo alcuni runner ed escursionisti. Il panorama circolare spazia ora sulle cime più alte del massiccio, le Timpe, la Manfriana, mentre intorno a noi i pini loricati si estendono a perdita d'occhio.




Ma è tempo di ritornare. Scendendo per la via normale, andiamo a dissetarci alle freschissime acque della sorgente "Pittarcurc", protetta da una staccionata in legno per impedire l'accesso a mucche e cavalli, che hanno i loro abbeveratoi. Ripercorrendo a ritroso il sentiero Italia, scendiamo al Fosso Jannace per poi risalire verso il Rifugio Pino Loricato, punto di riferimento per escursionisti e turisti in cerca di pace in un territorio incontaminato e di incantevole bellezza.




Qui ci fermiamo per la pausa panino. Dopo aver terminato con le ciliege, il caffè e una cedrata, attraversiamo il selciato del santuario per dirigerci all'attacco della cresta. Tra meno di un mese, questo luogo accoglierà migliaia di pellegrini per la festa in onore della Madonna del Pollino, una delle celebrazioni più iconiche e importanti della montagna calabro-lucana.




Nell'ultima parte della nostra escursione, iniziamo la discesa lungo la cresta rocciosa chiamata "Sentiero dei Giardini Rocciosi". Questo percorso si snoda tra rupi monumentali, alte pareti verticali, formando un vero e proprio giardino botanico. Nei pressi della monolitica Pietra Jaccata, il sentiero serpeggia a stretti tornanti e in forte discesa attraversa una fittissima macchia, per poi aprirsi nuovamente in faggeta, dove compaiono numerosi sorbi, cerri e aceri. Uno di questi, molto contorto, si è sviluppato crescendo all'interno di una fessura spaccando di netto la roccia.




Infine abbandoniamo il sentiero ufficiale, che ci porterebbe sulla strada costringendoci a percorrere diversi chilometri su asfalto. Invece, piegando a destra tra campi erbosi, riusciamo a individuare una scorciatoia che sbuca a pochi metri dall'auto. Così chiudiamo questo spettacolare anello, che consiglio vivamente anche nelle giornate particolarmente calde.




 

 

 

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