Finalmente
la prima invernale 2012 è arrivata ,anticipata come al solito al 26 dicembre e
come tradizione vuole ,quasi sempre sulla Montea.La cordata è formata da
quattro intrepidi. Oltre me il compagno storico d’avventura Max,poi il Falco e
il Biondo. Max sprizza gioia da tutti i pori tornando ad emozionarsi dopo un
anno causa i continui impegni con il soccorso alpino che la hanno tenuto
lontano dal fare montagna “vera”,dice lui.
Il tempo non
è buono nonostante le previsioni dessero sereno,poco nuvoloso. Comunque si va
nella nebbia fitta e sferzati da un vento teso da nord-Est. Il nostro motto
oggi è:”quando il gioco si fa duro,i duri cominciano a giocare”. La Montea
esercita un fascino magnetico verso gli escursionisti che frequentano il Pollino,una montagna
bellissima,seghettata e dal profilo alpestre,caratterizzata da un lunghissimo
crinale che corre da Est ad Ovest fatto di un saliscendi “spacca
gambe”,interminabile verso la cima che non arriva mai,e quando la raggiungi sei
consapevole che non si tratta di quella vera perché il culmine più elevato si
trova ancora più in la,e devi profondere un ultimo sforzo affrontando un altro
crinale a tratti molto esposto sempre sul filo di cresta e sempre accompagnato
da pinnacoli rocciosi da superare ed aggirare in perfetto connubio con i pini
loricati che qui vi allignano, in perpetuo conflitto con le intemperie che
imperversano a queste quote.
E se questa
è la Montea nella bella stagione,d’inverno e in ambiente innevato subisce una
metamorfosi notevole svelandosi sontuosa come una sposa adorna, e la sua
scalata diventa ardua,non da tutti sicuramente,ma estremamente gratificante,dai
panorami mozzafiato e gli ambienti fiabeschi che essa offre in tutte le
direzioni. Chiudiamo il fantastico andirivieni lungo la sua cresta cogliendo a
Fontana di Cornia un tramonto che infuoca Monte Cannittello all’orizzonte.
Ormai è buio
e alle auto,parcheggiate poco più a valle,in una radura innevata dobbiamo tirar
fuori le nostre frontali per liberarci dei pesanti scarponi e
dall’abbigliamento madido di sudore e umidiccio. Non ci resta che percorrere a
ritroso la stradaccia che scende a Sant’Agata e gustare un te caldo al solito
“barrettino” in piazza tra gli sguardi increduli della poca gente del paese che
si ritrova in questa rigida serata
d’inverno.
Vi lascio
con il bel video realizzato da “Il Falco”.Peccato che il forte vento copra le
nostre voci.
Buona
visione
4 commenti:
siete grandi ragazzi!!!!!!!!!
... e c'è poco da dire dopo questa incredibile ascensione terminata con le piccozze alzate: siete proprio dei guasconi delle montagne del Sud.
Complimenti a tutti e Grandi abbracci
P.
Ciao Peppe, ricordare con le tue parole l'ascesa sulla Montea e vedere le foto fatte che inevitabilmente immortalano qualche particolare sfuggito ai mei occhi, rende ancora più suggestiva l'avventura vissuta. Sicuramente quel giorno volevamo tutti la vetta e niente ci avrebbe potuto fermare, ma non per il gusto di arrivare! Quel giorno era speciale, lo sentivamo dentro... e quando in vetta, sfidando il vento con le parole "quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare,abbiamo alzato le piccozze al cielo, mi son sentito parte di un qualcosa di quasi sacro e sentivo che noi in quel momento ne facevamo parte.
Ciao Pè...alla prox.
Le immagini lasciano senza fiato...
gli alberi innevati adorni come una sposa...come dici te...sono un incanto!
E anche quest'anno l'ascesa sulla Montea ti ha regalato emozioni uniche ,di quelle che si vivono col cuore,complimenti!
Un sorriso immenso :)
...Edva...**
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