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venerdì 19 ottobre 2007

Gran Sasso:a cavallo tra i due Corni


Ormai considero il massiccio del Gran Sasso la mia seconda patria “montana”;credo infatti che a confronto con il resto della catena appenninica,sia il più spettacolare e alpestre,un pezzo di Dolomiti.Sia dal versante aquilano che da quello tramano davvero merita di essere vissuto intensamente.
Quest’anno sono in compagnia di Carlo che mi farà da guida nell’ascensione al Corno Piccolo e alla Vetta Orientale del Corno Grande,che è vero,non è la più alta (Vetta Occidentale 2912 m.),non è la più difficile (Vetta Centrale) ma sicuramente è la più bella dal punto di vista del paesaggio che,come un sipario ti schiude scenari incredibili in tutte le direzioni:dall’azzurrino Adriatico ad E,Campo Imperatore a S con la Maiella che troneggia all’orizzonte;Pizzo Intermesoli e la Val Maone ad O,il Corno Piccolo a NO con il pittoresco lago di Campotosto all’orizzonte e i Monti della Laga a N.
Irripetibile poi una volta giunti sulla spalla il colpo d’occhio sul Paretone e sul Centenario che emerge dal mare di nubi.
La nostra base d’appoggio non può che essere il piccolo ma accogliente rifugio Franchetti,adagiato come un nido d’aquila a 2496 m.alla base del brecciaio che scende dal ghiacciaio del Calderone,il più meridionale d’Europa.

Giunti dai Prati di Tivo in seggiovia raggiungiamo la Madonnina,che attraverso una rampa di scale dà accesso al sentiero Pier PaoloVentricini.La giornata purtroppo non è buona,fitta nebbia e piovischio rendono l’aria pesante e la marcia faticosa.Il Ventricini percorre per intero la base della parete NO del Corno Piccolo dapprima in comodo sentiero e poi per tratti attrezzati e non su roccia,vie ferrate e scalette metalliche.Al termine,il sentiero si collega all’attacco della Via Normale al Corno Piccolo e più in la alla Ferrata Danesi,una delle più belle del comprensorio.
Qui incontriamo un gruppo che,giunti alle scalette hanno fatto dietro front a causa della pioggia.

Nonostante li rassicuri del fatto che il meteo sia in miglioramento preferiscono rientrare al rifugio a malincuore per non perdere l’ultima corsa della seggiovia.Questo è un altro fattore di cui tener conto. Procedendo per ghiaie e oltrepassando crestine e canali giungiamo alle scalette,divertenti anche se esposte.Dopo di queste un masso incastrato ci sbarra la strada.
Bisogna passare a fatica sotto un buco. Giungiamo finalmente in cresta.A questo punto la tanto attesa tramontana proveniente dai Balcani comincia a spazzare via tutta quella nuvolaglia che fin’ora ci aveva impedito ogni sublime visione e ci aveva tolto il respiro.
Fra un dedalo di massi addossati e incastrati giungiamo ad’una delle anticime dalla quale si apre un’orizzonte sconfinato sulla zona del rif.Franchetti e progressivamente sulle pareti del Corno Grande.Non resta che affrontare l’ultimo tratto attrezzato in salita per giungere in cima(2655 m.).Un piccolo contenitore metallico con un registro ci permette di lasciare una traccia del nostro passaggio.Dopo le foto di rito,per la discesa impegnamo la cresta O percorrendo con attenzione lisci insidiosi per arrivare allo sbocco di uno stretto canalino che segna l’arrivo della via normale.Una volta sotto non resta che risalire l’erta pendice pietraia che valica alla Sella dei due Corni e raggiunge il Franchetti costeggiando alla nostra sinistra le Fiamme di Pietra.

La notte trascorre abbastanza tranquilla ma la temperatura scende a picco;avremo -7 per effetto della sopraggiunta tramontana che in compenso ripulisce il cielo.
L’indomani partenza dal rifugio alle 9 ca.C’è vento e fa molto freddo.Il termometro segna – 2 che in vetta saranno almeno -6.Alle spalle del rifugio parte il sentiero che attraversa la piccola conca ghiaiosa .C’è neve ghiacciata che affrontiamo con molta cautela non avendo i ramponi.In 15 min. siamo all'attacco della ferrata Ricci.

Saliamo sulla cengia obliqua allongiandoci al cavo metallico.Devo togliere i guanti da ferrata e indossare quelli invernali se non voglio che i polpastrelli delle dita diventino blu dal gelo.Continuiamo aggirando per ghiaie un canalone e finalmente raggiungiamo la Cresta Nord. Spettacolare e unica la vista del Paretone e delle vette del Centenario che emergono da un mare di nubi ovattate.Proseguiamo superando il tratto più impegnativo sempre appoggiandoci ai cavi fino a raggiungere i segni della Via Normale che da li si stacca e scende a valle.Si continua sulla cresta, rocciosa ed aerea, fino in vetta.
Spettacolo unico!Mi siedo su uno spuntone roccioso per seguire con lo sguardo e la mia digitale la linea di creste che scende ripida alla Forchetta Sivitilli verso la Vetta Centrale e più oltre alla Vetta Occidentale dove nel frattempo è giunto una sparuto gruppetto di persone.Per la discesa seguiamo i segni fino ad incrociare, intorno a quota 2800 mt, la deviazione verso sinistra della Via Normale. 
Per sfasciumi e roccette (tratti di I e un passaggio di II grado) raggiungiamo la base della Conca del Calderone e via verso il Franchetti e più giù verso la seggiovia che ci ricondurrà verso i Prati di Tivo.Non posso che complimentarmi e ringraziare il mio compagno di viaggio,Carlo con il quale ci siamo ripromessi di calcare questa splendida terra.

Concludo questa fantastica due giorni parafrasando i versi scolpiti in una lastra di pietra sulla Vetta Orientale appartenenti al grande G. D’Annunzio:
“..Ove la pietra è figlia della luce e sostanza dell’aere e il pensiere.”


 

10 commenti:

Domenico ha detto...

Te lo stai gustando alla grande il Gran Sasso. E' veramente un posto fantastico in tutte le stagioni, nulla da invidiare alle sorelle maggiori dolomiti.

Ciao Domenico

edva ha detto...

Le foto mi trasmettono una grande pace...
il mare di nubi è spettacolare!

Bello condividere questa passione della montagna ,
con compagni di viaggio nuovi,complimenti per tutto!

felice domenica ...edva...**

edva ha detto...

Master!!!
complimentissimiiiiii per l'home page,
sei su blog raccomandati!!!
son contenta per te!

un salutone ...edva...**

Severo ha detto...

sul Gran Sasso va chi sul Gran Sasso vuol andare

Manuel ha detto...

Che figata pazzesca!

mushin ha detto...

carissimo master! ciao :)
sarò ripetitiva ma... "che spettacolo di foto!!!!!"

a presto
un abbaccio
mu :o)

bera ha detto...

Caro Master, posti conosciuti, bellissimi!! La mia prima ferrata la Ventricini e poi la Danesi...che meraviglia!! Tu pensa che io sono nato quasi alle pendici di questa maestosa e meravigliosa montagna!!

Ciao.

berardo

planeta ha detto...

ma dai che poi non fa tutto questo freddo...
:))

che si dice di bello?
io sto facendo il portoghese sulla connessione di un a mico...

spero di poter riavere presto la possibilità di collegarmi.
un carissimo saluto a te e chi ti legge....

;)

bera ha detto...

Sono venuto a conoscenza di questa stupenda iniziativa e volentieri cerco di divulgare:
“UNA FAMIGLIA, UNA CASA”.
Un piccolo gesto per un grande risultato: una casa a famiglie estremamente povere che vengono aiutate a riorganizzare la propria vita togliendo così i bambini dalla strada.
Con un SMS al numero 48582 si dona un Euro.
Maggiori dettagli da me oppure sul sito:
www.famiglienuove.org
Ciao.
berardo

raffaebasta ha detto...

ju gransassu! o frecate!
come stai caro? erabno secoli che non passavo a trovarti, ma ho avuto un po' di impicci...
cmq meglio tardi che mai! baci