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mercoledì 24 dicembre 2008

Prima invernale Pollino VIDEO

domenica 14 dicembre 2008

Pollino,prima invernale

Ci sono cose, che non possono essere descritte o mostrate in una semplice immagine poichè devono essere intimamente vissute per poterne cogliere tutta la loro bellezza o il misterioso fascino che le circonda. Il Pollino è una di queste "cose".

Il sorriso di un bambino,la carezza di una persona cara,gli occhi della persona amata. La bellezza,quando si percepisce nelle sue varie forme può elevare l’animo umano al di sopra di una condizione di semplice ingranaggio nella società;lo esalta nello spirito e nella mente,lo rende diverso dal resto del creato,lo tocca profondamente dentro.

Forse è per questo che noi,amanti della montagna andiamo alla costante ricerca del bello e del sublime provando infinite sensazioni come quelle che può generare un paesaggio naturale. E questo processo si rinnova anche quando si ritorna nello stesso posto con le stesse condizioni,perché in natura niente si ripete,niente annoia,niente infastidisce.

Il Pollino,nella nostra prima invernale ha davvero lasciato il segno. Quante volte abbiamo solcato la stessa neve percorrendo i medesimi sentieri,ma ogni volta è una splendida novità,un toccasana per il nostro cuore e un rinnovamento dell’animo. Poco importa se il freddo si fa sentire e se la fatica è tanta. Dopotutto in una società consumistica come la nostra che ci invoglia a fare meno sforzi possibili,a muoverci il meno possibile e ci fossilizza fisicamente e mentalmente in una condizione sedentaria intorpidendo i nostri sensi e ci fa considerare negativo tutto ciò che ha che fare con l’ambiente esterno,la pioggia,il vento,il freddo ecc. direi di considerarci dei privilegiati;e in quei giorni in cui decidiamo di affrontare tutto ciò invece di sprofondare nei nostri divani ad assorbire passivamente dosi massicce di raggi catodici ritorniamo migliori,più consapevoli di chi sia veramente l’uomo nell’universo.

Per questa splendida overture ,io,Max e Franco alias Harrybosh abbiamo pensato in grande puntando verso il tetto del parco,la Serra Dolcedorme dal versante Nord,per la cresta Tomaselli.Come dicevo,davvero tanto freddo, 0 gradi ca. a Colle dell’Impiso dove abbiamo lasciato l’auto. La neve è perfetta,ghiacciata al punto giusto da farci camminare senza affondare. Solo nel passaggio fra il Passo delle Ciavole e l’attacco alla cresta avremmo trovato neve più morbida. La marcia è tranquilla e spedita, la luce del cielo eccezionale. Attraversiamo dapprima i Piani di Vaquarro con la Serra del Prete che troneggia immensa sulla nostra destra. Molto evidente il circo glaciale che la contraddistingue avente forma a “braccioli di poltrona”.Testimonianza forte questa di un periodo di glaciazione terminato 30.000 anni fa nel periodo di Wurm.Ai Piani di Pollino la corona di monti dell’Acrocoro Centrale emerge in un biancore assoluto,Monte Pollino e la sua Grande Frana domina imponente mentre la Serra delle Ciavole adagiata mestamente verso N-E appare costellata di Pini Loricati. Solo in fondo,al di la di un bianco lago di neve il Dolcedorme con il suo culmine a forma piramidale attende l’arrivo di tre impavidi pronti a sfidare i suoi ghiacci e le sue rocce.

Immensi quanto longevi pini loricati ci danno il benvenuto al Passo e si comincia a risalire il versante N della montagna costeggiando il bosco di piccoli faggi piegati e contorti dalle intemperie.Superata la fascia boschiva,quando il freddo si fa pungente una piacevole sorpresa.Un piccolo segugio si avvicina timoroso con i suoi latrati che riecheggiano tutt’intorno.Il poverino che chiameremo Ronny è affamato ma non infreddolito.Ci seguirà fino in vetta e giù fino all’auto divorando buona parte del nostro pranzo al sacco.Chissà,forse un altro giorno a quella altitudine e con quel freddo non sarebbe sopravvissuto.

Il freddo così intenso (probabilmente – 7 o – 8)mi fa perdere temporaneamente la sensibilità alle dita dei piedi e mi sento un po’ come quegli alpinisti sulle vette dell’Himalaya che sovente devono subire l’amputazione delle dita a causa dell’ipotermia.Ma il ritorno al sole,passando dal versante Nord a Sud e un the caldo che ti scende fino ai piedi fanno tornare tutto alla normalità.Lontano il mar Tirreno riflette i rossastri raggi del sole già basso in questo periodo.Qualche foto di rito e si scende giù per la via normale attraversando ambienti incantati tra sculture di ghiaccio in un paesaggio lunare e desolato.Ormai il giorno volge al termine e le nostre ombre si allungano;si scende nella valle del “Malvento”per ritornare ai Piani di Pollino ed infine imboccare il sentiero che ci porterà a Colle dell’Impiso.Il crepuscolo ci ha sopraffatti,sfumature rosso arancio colorano il cielo e una argentea luna quasi piena ci accompagna illuminando i nostri passi nel bosco,tanto che non sarà necessario utilizzare le frontali.E’ ormai buio.Giungiamo all’auto con il nostro Ronny che non si è stancato di seguirci.Infine le nostre 9 ore di duro cammino saranno premiate con una caldissima e densa cioccolata consumata al rifugio De Gasperi.

Tutt’intorno è notte,è freddo,è neve e ghiaccio,è luna d’argento,è una miriade di stelle brillanti e….il nostro Pollino.

Guarda il fotoalbum dell'escursione

Serra Dolcedorme via Tommaselli


lunedì 10 novembre 2008

Giorno speciale lungo il Torrente Peschiera



Ambiente fluviale di spettacolare e selvaggia bellezza,il torrente Peschiera scorre placido nell’ombra degli ontani e dei faggi del lussureggiante Bosco Magnano. Questa perla del Parco del Pollino si può raggiungere seguendo la fondovalle “Sinnica” svincolando a “Valle Frida”,poco prima di Francavilla sul Sinni per chi proviene dalla A3 e proseguendo per la statale verso S.Severino Lucano.

Giunti alla confluenza tra il Peschiera e il fiume Frido una struttura ricettiva accoglie i numerosi turisti provenienti da ogni dove,l’albergo “Bosco Magnano”.Il sentiero che si prende appena sotto la strada principale e risale il fiume costeggiandolo fino alla località “Dispensa” è adatto a tutti;offre l’opportunità di fare una tranquilla passeggiata in un ambiente fiabesco anche con bambini piccoli e arzilli vecchietti. La vegetazione ripariale che nasce dall’acqua e racchiude il torrente come una volta consente di immergersi completamente nella natura circostante di questo angolo del Pollino. Ogni tanto un acero in veste autunnale rompe quell’equilibrio di tinte verdi che domina il paesaggio fluviale tutt’intorno. E’ d’obbligo ricordare che fino a qualche tempo fa le acque del Peschiera erano solcate dalla lontra. Sembrava completamente estinta a causa della pesca di frodo,ma recentemente un amico mi ha inviato le foto delle orme di questo sfuggente mustelide ritratte sulle sponde del Sinni,emissario del Peschiera,lasciando presupporre un suo ripopolamento in questo territorio.

Splendida passeggiata dove ci si può riposare dal tram tram quotidiano e riflettere immergendosi nei propri pensieri.

Personalmente una giornata che non dimenticherò perché trascorsa in compagnia di una persona speciale con la quale non facevo un’escursione da molto tempo.

Una gioia grandissima e l’occasione di mettere in ordine tante cose nella mia mente.

La montagna e la natura sono anche questo.






lunedì 27 ottobre 2008

Il Monte Alpi


Domenica 19 Ottobre.Ben 31 appassionati si presentano all’appuntamento con il Monte Alpi (1900 m.),all’estremo lembo settentrionale del Parco del Pollino in una fresca giornata d’autunno. E impressionante il colpo docchio che offre la montagna quando si giunge alla località Miraldo,lungo la strada che porta a Castelsaraceno. Le sue vertiginose pareti e i paurosi canaloni-ghiaioni che si innalzano a strapiombo per 900 m. avvisano da subito l’escursionista che la scalata non sarà affatto una passeggiata. Una montagna dall’impatto forte,immediato.A guardia della valle,adagiato nel verde solenne dei boschi, il pittoresco lago di Cogliandrino addolcisce il paesaggio tutt’intorno.

Per questo e altri motivi ancora Il comprensorio del Monte Alpi presenta molte caratteristiche che non lo relegano di certo ad una posizione di secondo piano rispetto alle montagne più blasonate del Pollino. Altra peculiarità è la presenza insieme ai soliti calcari grigi ,di giacimenti di alabastro,da cui si estrae la Pietra di Latronico.Ed è proprio a Latronico,in località La Calda,che funziona un attrezzatissimo impianto termale molto apprezzato. Le virtù terapeutiche delle acque di questo centro sono infatti note da secoli, come dimostrano le ricerche archeologiche fatte nelle Grotte di Calda, poste vicino alle sorgenti. Le acque del complesso termale sgorgano da due sorgenti alla temperatura di 22° C: la Grande Sorgente bicarbonato-calcica e la Piccola Sorgente bicarbonato-calcica-sulfurea.Elemento di notevole spessore archeologico è lo scheletro di un pesce fossile risalente a 30 milioni di anni fa in località Malboschetto.Sarebbe classificato comeIstioforide del genere Makaira,conosciuto con il nome di Marlin.La lastra dove si intravede il fossile purtroppo versa in condizioni deprecabili;basterebbe realizzare una piccola tettoia in legno per proteggerlo almeno dalla pioggia .
Inoltre le pareti del versante occidentale dell
Alpi” ospitano la stazione più settentrionale dItalia del Pino Loricato.

Così ci ritroviamo tutti presso la sorgente “Vena nera”a 1089 m. dove ci riforniamo d’acqua,mentre sulla montagna incombe una grigia coltre nebbiosa che in gran parte ci accompagnerà lungo il cammino.



L’idea era quella di attaccare direttamente la cresta Nord,ma considerato il nutrito numero di partecipanti e che comunque il breve tratto di cresta ci avrebbe condotto ugualmente al Belvedere,optiamo per la comoda sterrata che fa parte di una rete di sentieri realizzata dalla Comunità Montana locale e che si inoltra nel bosco della “Lupara”.

Al Belvedere,ci si concede una pausa mentre si gode la splendida vista sulla vallata e sulla mastodontica mole del Monte Sirino,altro gigante di 2000 m.



Ma ora inizia la parte più tecnica del percorso come evidenzia la foto ripresa dal basso. Bisognerà risalire un tratto di cresta rocciosa ed aerea fino a raggiungere una guglia posta a guardia del canalone centrale..E’ questo che dovremmo attraversare con un tracciato in diagonale dal basso verso l’alto facendo estrema attenzione a non provocare pericolose scariche di pietre.Con molta attenzione e “piede morbido” arranchiamo su per l’orrido canalone fino a raggiungere un bel pino loricato posto su un ripido prato erboso..Un ultimo sforzo e i vari gruppetti raggiungono la faggeta sovrastante e poi la cresta principale dove In libera ci si avvia verso i 1900 m. della cima.





Dalla vetta dellAlpi lo sguardo corre verso la vetta gemella Santa Croce,oggi avvolta da folate di nebbia ,che rievoca in me il ricordo della prima escursione fatta insieme al gruppo CAI Castrovillari nel settembre 2001.Quella volta salimmo lungo il sentiero del bosco Favino e non raggiungemmo lAlpi soltanto perchè cominciò a piovere (erano altri tempi).Fu durante quella escursione che conobbi alcuni compagni di avventura con i quali in questi sette anni abbiamo scritto pagine indimenticabili sulle nostre montagne.

Per la via del ritorno scendiamo dal lato opposto rintracciando il sentiero di “Piè d’Alpi”,rinominato “sentiero del Cessna” dagli amici pugliesi presenti nel gruppo.Una decina d’anni fa infatti un Cessna da turismo si schiantò sul versante occidentale della montagna.Dei resti dell’aereo non rimane ora che la parte terminale di un’ala. Il sentiero,a tratti nel bosco di faggi dalle tinte autunnali,a tratti correndo lungo il bordo delle vertiginose pareti ci conduce in breve a “Piede d’Alpi”,proprio al di sotto della poderosa parete Ovest di Monte Alpi.Non sarà difficile rintracciare la sterrata che ci condurrà alle auto.




Tutto sommato una “bella” salita, che ci ha consentito di attraversare ambienti molto vari,tra arbusti di agrifoglio,boschi di faggio,pini loricati,orridi canaloni-ghiaioni e aride pietraie.Forse un itinerario non adatto a tutti,ma che percorso con la debita attenzione ci ha permesso di realizzare una via inedita e spettacolare,avventurosa e mai banale, su questa splendida montagna.



domenica 19 ottobre 2008

Su Serra Mauro





Passeggiata tranquilla e rilassante quella dello scorso 5 Ottobre in una soleggiata e fresca giornata d’autunno.Si parte da Rotonda,sede del Parco Naz. del Pollino ,ritratto nella sua nuovissima sede,inaugurato lo scorso 29 Settembre presso il Complesso monumentale di Santa Maria.Imboccando la strada montana poco fuori dal paese mi dirigo verso il Rifugio “Fasanelli” a Piano Pedarreto (1350 m.),ampio e panoramico balcone verso la Valle del Mercure,la più occidentale del massiccio del Pollino.Piano Pedareto è meta ideale per passeggiate e pic-nic.Il rifugio,ristrutturato e riaperto l’anno scorso dopo dieci anni offre cucina raffinata, tipica lucana, riprendendo gli antichi sapori. Alle spalle del piano una estesa faggeta sale fino ad abbracciare la vetta di Coppola di Paola.
Il percorso dal rifugio è abbastanza semplice e adatto a tutti.Si snoda attraversando le dolci ondulazioni erbose fino a giungere al “Fosso Mauro”che si attraversa (attenzione al filo spinato e alle rocce scivolose).Il vallone,imponente e selvaggio scende tagliando il versante meridionale di Serra Mauro.Attraversato il Fosso si guadagna quota dapprima nel bosco di faggi,aceri e querce e poi allo scoperto avanzando direttamente verso la cima.I segnali bianco-rossi ci accompagnano lungo il cammino.
In breve si raggiunge l’anticima a 1613 m.,paradossalmente più elevata della cima vera e propria che si trova ad un tiro di schioppo più a N-O a 1537 m.Facile ma bella.Dalla sua sommità si domina tutta la Valle del Mercure con il Monte Alpi che sporge all’orizzonte,i monti La Spina e Zaccana avanti ad esso e più a Ovest tutto il gruppo del Monte Ciagola con la valle del Lao ai suoi piedi.Verso est si scorge una porzione dei lontani Piani di Pollino e Serra Crispo spolverati quel giorno da un velo di neve (la prima dell’anno).
In vetta ho l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con un simpatico geologo di Francavilla in Sinni salito anch’egli da solo per fare dei rilievi.Al ritorno uno splendido acero montano dai colori sgargianti mi fa capire che l’estate ha ceduto definitivamente il posto all’autunno.

mercoledì 1 ottobre 2008

Monte Aquila prima invernale sul Gran Sasso

Incredibile!E’ un anno segnato. Dopo la rinuncia al Cervino e al M.Bianco per condizioni meteo avverse,si ripete la storia anche quì sul Gran Sasso dove ieri,domenica 29 Settembre avremmo dovuto scalare la Vetta Centrale del Corno Grande.Così,partiti da Roma con il cielo pressoché sereno e tanto entusiasmo,giungiamo a Campo Imperatore immersi in una coltre di nebbia densa e trenta centimetri di neve un pò più in alto e punte di un metro nei canali.E pensare che non avevo con me le ghette da neve perché neanche per l’anticamera del cervello pensavo di trovarla. Le previsioni parlavano di pioggia il giorno prima,da nuvoloso a poco nuvoloso la domenica;quindi tempo in netto miglioramento. Invece è stata una giornata di pieno inverno che ci ha costretto ad avviarci lungo il sentiero che sale verso la Sella di Monte Aquila in un biancore assoluto e visibilità zero.Si punta verso il “Sassone”,un enorme masso dal quale si staccano il sentiero alpinistico per il Bivacco Bafile(raggiunto due anni fa) e la Vetta Centrale;la “Direttissima” al Corno Grande(fatta quattro anni fa).Durante la prima parte del percorso un piccolo errore ci porta verso M.Aquila,ma credetemi,con visibilità zero e i segnavia coperti dalla neve un errore del genere ci può stare. Nota divertente : altri gruppi di escursionisti avviatisi dopo, si sono ritrovati tutti su M.Aquila seguendo le nostre impronte

Ritorniamo sui nostri passi.Carlo ne approfitta per registrare i punti nel suo GPS e finalmente imbocchiamo per il Sassone ma il meteo non ne vuole sapere di migliorare,soltanto una sporadica e fugace apertura del cielo ci consente una sublime visione su Pizzo Intermesoli che dura soltanto il tempo di immortalare il paesaggio con qualche foto.

Superiamo il Sassone e raggiungiamo più in alto il bivio per il Bafile.Non ci è voluto molto per realizzare che sarebbe stato proibitivo prendere quella via.Indecisi puntiamo verso la Direttissima. Quì incontriamo un ragazzo che come noi si era fermato,indicandoci che sarebbe stato possibile risalire il canale adiacente alla direttissima (Bissolati )ma la neve alta e morbida,da affondare alle anche ci ha fatto immediatamente desistere. Impossibile proseguire. Ultima alternativa,la Direttissima .Risaliamo a fatica i primi ripidi canali cercando di arrancare nella neve alta,ma dopo questa difficoltà il tempo già brutto si incupisce ulteriormente e incomincia a nevicare. Riconosco che forse avremmo potuto proseguire (anche se c’era da considerare due passaggi esposti di II grado che con la neve avrebbero potuto costituire un serio pericolo),ma la salita in vetta con quelle condizioni e senza la possibilità di vedere niente,sarebbe stata solo fine a se stessa.

Dunque si rinuncia.

Comunque sia, possiamo dire di aver inaugurato la stagione invernale anzitempo e nel Gran Sasso.

Ci consoliamo degustando i mitici “arrosticini” di pecora,una squisitezza assoluta in un localino spartano a Fonte Vetica.Provare per credere.

Se mi sarà possibile riproverò il prossimo mese.

mercoledì 10 settembre 2008

Video Gole di Barile (Raganello)

Eccovi proposto il video della risalita alle Gole del Barile riferito all'ultimo post,in versione "live",privo di sottofondi musicali.
Buona visione

lunedì 1 settembre 2008

Ritorno alle Gole di Barile


Dopo quindici giorni circa ritorno alle Gole di Barile presso S.Lorenzo Bellizzi per concludere alla grande la stagione torrentistica di questo 2008.Questa volta siamo in molti,13 per la precisione appartenenti a varie associazioni di appassionati di montagna.Tre le sezioni del CAI:Castrovillari,Cosenza e Reggio Calabria;alcuni appartenenti agli "Amici della Montagna" e altri al Soccorso Alpino Nazionale.Tutti insiame abbiamo vivacizzato la giornata di ieri 31 Agosto destreggiandoci e districandoci fra le cascatelle e i massi di questo splendido canyon superando le varie difficoltà fino a giungere alla cascata verticale dopo il masso incastrato.Il freddo ora si fa sentire di più in queste acque rimpinguate dalle piogge dei giorni precedenti,soprattutto per chi non ha la muta.Ritorniamo sui nostri passi giungendo così all'ingresso alle 16 circa.I vari gruppi hanno manifestato un notevole affiatamento e coesione dimostrando che quando si è animati da autentica passione non può esistere rivalità tra di essi.
Lasciamo per quest'anno i torrenti e ritorniamo in montagna,probabilmente organizzando una notturna per ammirare l'alba sulla vetta più elevata del Pollino intorno a metà Settembre.
Per chi voglia partecipare è libero di contattarmi.
Segue il fotoalbum dell'escursione
Le Gole del Barile