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lunedì 6 febbraio 2006

Il Monte di Hera



Quando nel contesto Pollino si parla della Montea,le si conferisce sempre un posto d'onore nel proprio cuore e nei ricordi perché questa è una montagna che per chi ha il privilegio di conquistarla affascina e rapisce, e dal punto di vista geomorfologico,e da quello naturalistico-ambientale,e da quello storico-archeologico.Già il suo toponimo rivela la straordinaria importanza di un tale luogo ricco di storia e legato alla colonizzazione greca e fondazione sul Mare Ionio della mitica città achea di Sibari. I traffici e gli scambi commerciali dei Sibariti si svilupparono infatti lungo antichi percorsi di valico e fondo valle sino al Mar Tirreno, ove fondarono la città di Laos, che tanta importanza ebbe per i rapporti della città achea con gli Etruschi. Nel 1846 nel territorio di San Sosti , in contrada "Casalini" nell'area della gola dove il fiume Rosa si apre tra il monte Mula e la Montea fu rinvenuta l'ormai famosa ascia votiva in bronzo con l'iscrizione :"Io sono consacrata ad Hera" ascrivibile al VI sec. A.C. Testimonia questa, con la sua iscrizione in lingua greca l'antica esistenza in quelle contrade di un santuario dedicato alla dea Era e delle offerte cultuali che ad essa si dedicavano. Attualmente il reperto è gelosamente conservato al British Museum di Londra.Ed ecco che se Monte Pollino è il Monte di Apollo,Montea diviene Monte di Hera (Monte-Era, Mont-ea).La sua conformazione geologica,la sua forma ad esse riversa con il suo profilo ripido e scosceso da praticamente tutti i versanti in un susseguirsi di pareti,guglie e pinnacoli,i passaggi strettissimi in cresta fanno di questa montagna un rilievo eccezionale non adatto a tutti,sicchè l'ambiente selvaggio,arcaico e solenne la fanno diventare una vera wilderness,termine di origine anglosassone che identifica ambienti non intaccati dalla presenza dell'attività umana e che produce in chi si lascia immergere in essi sensazioni ed emozioni intense.Raggiungere la vetta della Montea non costituisce perciò solo una meta puramente escursionistica,fisica ma soprattutto spirituale e profondamente interiore di chi possiede una innata passione per la montagna.

E così l'escursione di ieri in programma come temevo non ci ha permesso di conquistare la vetta.Colpa delle condizioni meteo che dopo una vaga speranza di apertura del cielo in prima mattinata sono peggiorate progressivamente una volta giunti sul crinale principale.Nebbia fitta e nevicata ci ha fatto desistere.Affrontare questa montagna in queste condizioni è davvero da escludere ,considerando anche la responsabilità implicate nelle uscite di gruppo.
Comunque ,di positivo c'è stato di aver esplorato una  nuova cresta che parte dal versante sud a sinistra della località di partenza Fontana di Cornia.Questo versante e quello nord sono infatti costituiti da una serie di crestoni che partendo dalla base s'innalzano paralleli verso il crinale che porta alla vetta.

Anche se non è andata come speravamo tutti ci siamo riproposti di ripetere l?avventura.Dopotutto,le montagne sono sempre la ad aspettarci.










In Foto:
Il nodo di assicurazione detto mezzo barcaioloLa radura di fontana di Cornia
Calata per far salire in sicurezza altri componenti del gruppo
Un tratto molto ripido ed insidioso del crestone
Monti La Castelluccia e Cannittello dalla fontana di Cornia

10 commenti:

edva ha detto...

Grazie!!!:-))

Molto bella la frase"raggiungere la vetta della Montea non costituisce solo una meta escursionistica , ma sopratutto spirituale e profondamente interiore per chi ha la passione per la montagna."

Anche se non hai conquistato la vetta ,ci sarà una seconda volta , come dici te le montagne sono sempre la!
A presto ...edva...**

Daniele ha detto...

Sarà x la prossima... io Trà domenica notte e tutto lunedi sono stato alle ricerche di due che si sono persi sull'Etna... Bel soccorso (soprattutto xke li ho soccorsi io x prima :) Ki preiu)... Cmq poi faccio un post... Ciau ciau....

particelladisodio ha detto...

Che bellezza, di prima mattina mi sono fatta un pieno di fresca natura.
Sei fortunato a stare a contatto con tutto ciò.
Buona giornata.

Assunta &ccì (salute!) ha detto...

Ciao, Master. Tirararia frisca di lassù eh? Bella la montagna, maimmoi non fa freddo in questa stagione?
Ciao da noi tutti.

anna ha detto...

Ciao....ma non è forse che il Monte Hera non si è fatto conquistare per lo zampino di Giove, marito fedifrago nonchè gelosissimo della moglie Era?? Prova a fargli i dovutio riti la prossima volta, prima di partire..chissà!!!
A proposito della tua richiesta...il Calicanto non è pianta selvatica, ma di serra, che però qui da me al nord viene piantata molto nei giardini, proprio per la sua fragranza e precocità. Buona giornata

tata984 ha detto...

Scusa scrivo solo ora ma ho avuto problemi tecnici con internet...La vetta non voleva essere disturbata,ci sarà sicuramente una prossima volta in cui sarà lieta di accogliervi :-)
Cmq ho guardato il post del 28/11,e ti do ragione...se l'uomo non inverte questa tendenza come hai ben detto sarà la fine...
dolce notte...

particelladisodio ha detto...

Buon fine settimana tra la natura!

tata984 ha detto...

Non sapevo che non esiste un cristallo di neve che sia identico ad un'altro :-)
Mi hai detto una cosa nuova per me...

Buona serata...Claudia...

Planeta ha detto...

che meraviglia queste immagini!

ecco perchè mi provochi coi trenta giorni....metti ste belle immagini!
:-))

mi sto muovendo per attivare una nuova linea, ma non posso dare tempistiche,...quelle non spettano a me.

per adesso, permettimi un caloroso saluto ed un forte abbraccio.
salutiamoci con un.."a presto"

......
.............:-)

alberto ha detto...

A proposito dell'ascia in bronzo di San Sosti, vedi Vincenzo De luca ci "ridona" l'ascia di Kyniskos. www.calnews.it oppure www.nuovasibaritide.it (religione e cultura).