Dopo
l’avventurosa ed adrenalinica discesa in gommone lungo il fiume Nera mi dirigo
verso i Monti Sibillini pernottando nell’accogliente rifugio Genziana presso
Forca Canapine. Cena con antipasto a base di salumi di Norcia,zuppa con lenticchie
di Castelluccio e carne locale alla brace. Semplicemente favoloso.
L’indomani
all’alba attraversando la piana di Castelluccio nella nebbia più totale, mi
dirigo verso Forca di Presta nota e frequentatissima località di partenza verso
i monti della Sibilla. Molte sono le leggende legate a queste terre
dell’Appennino Centrale,i monti Sibillini. Secondo la tradizione locale, la
Sibilla è una fata buona, veggente ed incantatrice, circondata dalle sue
ancelle che scendono a valle per insegnare a filare e tessere le lane alle fanciulle
del posto.
Simile a
questa è la tradizione per la quale le fate sarebbero donne bellissime con
piedi caprini, che di notte frequentano le feste ed i balli dei paesi, ma
devono ritirarsi sui monti prima dell'alba: alla fuga precipitosa da una di queste
feste nella quale si erano attardate, la leggenda fa risalire la Strada
delle Fate, una fagliaa 2000 metri sul Monte Vettore. Altra leggenda è
quella che vede la regina Sibilla e le sue fate come donne bellissime, ma che
si trasformano ad ogni fine settimana in serpenti, che nella tradizione celtica
è simbolo di fertilità e guarigione, per il fenomeno della muta della pelle di
questi animali.( wikipedia )
Leggende a
parte è una catena montuosa che si erge nel cuore dell'Italia fino a
raggiungere, con il M. Vettore i 2.476 m. Compreso tra le province di Ascoli
Piceno, Fermo, Macerata, Perugia è Parco Nazionale dal 1993 (oltre 70.000 ha)
.Lupo, aquila reale, falco pellegrino e numerose specie endemiche sono i segni
più evidenti di una diversità e di una ricchezza biologica che, unitamente al
fascino delle abbazie e dei centri storici medioevali, disseminati a guisa di
corona alle falde del gruppo montuoso, hanno contribuito a determinare un mondo
antico e suggestivo dove il tempo sembra, ancora oggi, essersi fermato per
rendere omaggio a una realtà di così straordinaria bellezza. Tra le decine di
vette che superano i 2.000 metri di quota spiccano il Vettore (2476 m.), il
Monte Sibilla (2.175m.), la cima del Redentore (2448 m.), il Monte Priora (2332
m.), il Monte Argentella(2200m.).
Dall'asse
principale della dorsale appenninica degradano un versante orientale,
caratterizzato da valli strette e orientate a nord (le valli dell'Aso, del
Tenna e dell'Ambro), e un versante occidentale in cui si rilevano tre caratteristiche
depressioni ad alta quota denominate i Piani di Castelluccio (Pianperduto,Piangrande e Pianpiccolo).Dal
massiccio dei Sibillini nascono i fiumi Aso, Tenna, Ambro e Nera. Nel Parco
sono situati il lago di Fiastra (artificiale) e, sotto la cima del Vettore, il
lago di Pilato (1940 m.).
Già!Il Lago
di Pilato,anch’esso avvolto da storie leggendarie. Prende infatti il suo nome
da una leggenda secondo la quale nelle sue acque sarebbe finito il corpo di
Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio.La pena non fu solo questa, ma
anche la mancata sepoltura del suo cadavere. Il corpo, chiuso in un sacco,
venne affidato ad un carro di Bufali lasciati liberi di peregrinare senza meta
e sarebbe precipitato nel lago dall'affilata cresta della Cima del Redentore. È
l'unico lago naturale delle Marche e uno dei pochissimi laghi glaciali di tipo
alpino presenti sull’Appennino. Si è formato a causa dello sbarramento creato
dai resti di una morena creatasi in epoca glaciale. L'ultimo modellamento della
valle glaciale è del Pleistocene superiore (da 125.000 a 10.000 anni fa).
Particolare e suggestiva la sua ubicazione tra pareti impervie e verticali immediatamente sotto la cima del Monte Vettore e il Pizzo del Diavolo.Il lago ospita un particolare endemismo,il Chirocefalo del Marchesoni: un piccolo crostaceo di colore rosso che misura 9-12 millimetri e nuota col ventre rivolto verso l'alto.
È
severamente vietato bagnarsi nelle acque del lago. Bisogna mantenere una
distanza di almeno 5 metri dal bordo per evitare di calpestare le uova del
chirocefalo deposte a riva, tra le rocce in secca. Nonostante questi divieti e
i controlli da parte degli Agenti del Corpo Forestale dello Stato non è raro
imbattersi in gruppi di turisti che, incuranti o ignari delle restrizioni di legge,
si immergono o si bagnano i piedi nelle acque o ne prelevano per dissetarsi.
Era mia intenzione raggiungere la massima vetta del Massiccio,il Vettore e una volta ritornato presso la Sella delle Ciaule,dove vi è ubicato il piccolo rifugio del Cai Zilioli scendere poi al Lago di Pilato,luogo carico di fascino e altamente suggestivo. Il sacrificio di risalire i 300 m di dislivello lungo il sentiero prima ghiaioso e a tratti difficile e poi più placido fino a ritornare alla Sella è ampiamente ripagato dalla bellezza della valle glaciale e dalla presenza del Chirocefalo,endemismo unico al mondo.
Impressionante
poi la parete del Pizzo del Diavolo e la Cresta del Redentore che mi piacerebbe
fare in invernale,chissà prossimamente da mettere in programma.
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