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lunedì 15 dicembre 2014

Dolcedorme,prove d'inverno

















L’Inverno qui non è ancora arrivato,solo una spruzzata di neve in montagna con  sei,sette centimetri sulla massima vetta del massiccio del Pollino.L’unica nota invernale è data dalle condizioni in cima e lungo il crinale della cresta est del Dolcedorme fino al Passo del Vascello. Sembra che il clima nel sud Italia si stia sempre più “tropicalizzando”.Siamo lontani da quell’otto dicembre del 2008 quando salimmo sul Dolcedorme lungo la cresta Tommaselli con trenta centimetri di neve. Anche l’anno scorso aprimmo la stagione invernale nella stessa data,ma fu un fuoco di paglia. Adesso speriamo che le cose rientrino nella giusta logica delle cose.

















L’uscita comunque è molto interessante. Partiti dalla località Bellizzi dalla quota di 1100 m.(alcuni chilometri più avanti della località Colle Marcione)ci avviamo lungo la pista che interseca la strada forestale della Fagosa per proseguire verso Piano di Fossa.E’ soltanto dai 1500 m. che la neve fa la sua comparsa. Spettacolare comunque la vista della parete nord-est del Dolcedorme spolverato di bianco con l’azzurro cobalto del cielo sullo sfondo. Piano di Fossa è collegato al Piano di Acquafredda da un sentiero chiamato “La Scaletta”,corto ma ripido perché colma i 200 metri di dislivello tra essi in una breve distanza. Poco prima di raggiungere i 1800 m del Piano di Acquafredda Pasquale realizza un fortunassissimo incontro con un bel esemplare di lupo dal manto grigio che quasi ignaro della presenza dell’umano trotterella tranquillo lungo il sentiero venendogli incontro.
 















Io,un po’ dietro non riesco ad avvistarlo. Purtroppo al momento di estrarre la macchina fotografica il grosso animale fa dietro front dileguandosi nel bosco. Più su numerose impronte di lupo (più di uno)che si intersecano con quelle di una lepre. Giunti al Piano di Acquafredda troviamo anche tracce di urina dello stesso lupo. Quì vegetano esemplari di quelli che vengono chiamati “alberi serpente”.Si tratta di faggi molto contorti e attorcigliati tutt’ora oggetto di studio da parte dei botanici. In realtà è facile intuire che vengano già da piccoli schiacciati dal peso della neve e che quindi durante l’accrescimento assumano quella forma contorta. Comunque sono convinti che vi siano implicati anche ragioni di tipo genetico.



















Dopo le considerazioni del caso ci avviamo sulla crestina del Passo delle Ciavole per attaccare il versante nord lungo il sentiero che si snoda all’interno di un fitto bosco di piccoli faggi. Questi termina a quota 2000 m. dove un grosso loricato secco fa da guardia all’ingresso del sentiero.

































Ora la parete è spoglia e affiorano le rocce dall’esiguo strato di neve.A breve raggiungiamo la vetta dove un vento fortissimo sferza le creste sommitali mentre a valle nuvoloni scuri si inseguono minacciosi. Abbiamo il tempo di porre una firma nel libro di vetta,aggiornato per l’ennesima volta per ripiegare lungo la maestosa cresta est fino al Passo del Vascello,che divide il Dolcedorme dalla  Manfriana Occidentale.


















Qui dovrebbe esserci un sentiero che scende verso valle ma non lo troviamo (in realtà realizzerò solo dopo che il medesimo collega il Passo col Piano di Acquafredda,quindi non sarebbe servito).Allora puntiamo in picchiata verso valle lungo un pendio ripidissimo fino ad incrociare l’ennesima pista,quella che collega il Piano di Fossa con la sorgente del Vascello.La seguiamo verso est per un certo tratto per abbandonarla e deviare verso il basso nel bosco fino a rientrare sulla pista della Fagosa.

































Inizia anche a piovere e dobbiamo affrettarci ad imboccare la sterrata che ci condurrà all’auto. A parte lo scarso innevamento,tra lupi,alberi serpente e pini loricati abbiamo fatto le nostre prime prove d’inverno.



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