« ... Ecco, ed all'isola Eèa giungemmo, ove Circe
abitava, Circe dai riccioli belli, la diva possente canora, ch'era sorella
d'Eèta, signore di mente feroce. »
Il Circeo,parco nazionale storico istituito nel 1934 è nato
per tutelare un ricco insieme di biomi (associazioni di piante ed animali
coesistenti determinata ed influenzata da fattori ambientali) caratteristici
con una conseguente estrema ricchezza
di specie oggi definita come biodiversità. E’ un piccolo e isolato massiccio montuoso che si erge sul Mar Tirreno,
insieme al promontorio di Gaeta, come estrema propaggine meridionale della provincia di Latina, nel Lazio.
Secondo la tradizione, con la sua nave, Ulisse sarebbe
entrato in quella che oggi si chiama Cala dei Pescatori, sul lago di Paola, per
poi rimanere vittima delle malìe della Maga Circe il
cui profilo sarebbe oggi ancora visibile nella sagoma della montagna.
Comunque,tra
storia,leggenda e natura quella del 13 dicembre è stata una giornata che ha
visto due sezioni Cai (Aprilia e Antrodoco)unirsi in una animata intersezionale
per “conquistare” il caratteristico “Picco di Circe”.In mezzo al folto gruppo
di partecipanti,vi ero anch’io, l’unico proveniente dalla Calabria apposta per
il Circeo dopo aver contattato il capogita Paolo che ringrazio per la
disponibilità e la cortesia.
I 541 metri della vetta non devono trarre in inganno e non devono nel modo più assoluto snobbare quella che è a mio avviso un’escursione molto lunga e impegnativa,considerando l’attraversata integrale da Torre Paola al borgo di S. Felice Circeo.Si affronta già da subito una erta e dura salita dritta in massima pendenza per raggiungere il primo belvedere,quando invece il percorso dovrebbe essere servito di regola da un tracciato a tornanti.
Al primo
belvedere già ti si apre un fantastico panorama verso la Duna litoranea e i
20 km di spiaggia che da Sabaudia raggiungono la Marina di Latina ove
sorgono i quattro laghi costieri
di Paola,Caprolace, Monaci e Fogliano,
piccoli bacini d'acqua salmastra e ideale rifugio per molte specie di uccelli
acquatici. I laghi sono in realtà degli stagni costieri, con acque poco
profonde (in media circa due metri) che comunicano con il mare attraverso una
serie di canali che assicurano il ricambio idrico.
Da questo punto ti rendi conto del tortuoso percorso sempre
sul filo di cresta che devi compiere per raggiungere dapprima il “Naso di
Circe”e dopo un faticoso saliscendi,il Picco,sempre immersi in una fitta macchia
alta di leccio, associata, a quote più basse, al frassino minore,
al carpino nero, alla roverella e al farnetto e deliziati al contempo da numerose fioriture di erica.
Ora guardando
a sud direzione mare emergono da un mare d’argento le pittoresche isole Pontine:Ponza
e la piccola Gavi quasi unite tra loro,Zannone e Palmarola ad’Est e ad Ovest
delle prime. Ventotene non è visibile a causa della foschia,mentre Ischia appare
molto sbiadita guardando a sud est.
Circondati da
strapiombi impressionanti raggiungiamo a fatica la nostra meta,il Picco di
Circe che dall’alto dei suoi 541 m domina l’intero Golfo di Gaeta e la pianura
Pontina. Non è finita;già con un colpo
d’occhio ti rendi conto del percorso di cresta che ancora devi affrontare per
raggiungere i lontanissimi ripetitori nei pressi dei quali una pista scende al
centro storico di S.Felice Circeo.
Stanchi ma immensamente appagati per gli stupendi scenari che questa terra leggendaria ha saputo regalarci prendiamo l’autobus che ci ricondurrà a Torre Paola dove mi aspetta l’auto e il lungo viaggio di ritorno.
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