In questo inizio settembre l’estate sembra non voler ancora cedere il passo e un'escursione pomeridiana sembra perfetta per raggiungere una cima in tempo per assistere al tramonto, quando il sole dipingerà l’orizzonte di fuoco.
Questa volta la meta è il monte Alpi lungo
un anello suggestivo che feci la prima volta tre anni fa. Si tratta del
"Sentiero panoramico Belvedere dei loricati" e "Tra cielo e terra
" integrato con la salita lungo la cresta ovest che parte dal
"Belvedere del giardino dei loricati" fino in vetta. In base al tempo
a disposizione andremo ad ammirare il tramonto o da Pizzo Falcone o dalla cima
gemella, il Santa Croce.
Con l'immancabile Pasquale partiamo sabato 6 alle 14.00 dalla località "Solarino di Iannazzo" a Latronico, nei pressi del celebre sito del "Pesce fossile". Purtroppo ci muoviamo proprio nelle ore più calde della giornata in cui l'afa contribuisce a creare condizioni ideali per mosche e tafani che ci tormentano durante il cammino. Il vento sostenuto lungo la cresta attenua un po' il disagio ma entrati nella bellissima faggeta tappezzata di ciclamini, i famelici insetti infieriscono al punto tale da costringerci a ricorrere a fruste di rametti di faggio per allontanarli.
Lungo il Sentiero Panoramico si possono
ammirare le balze rocciose del versante occidentale del Monte Alpi, la valle
del Sinni con il borgo di Latronico in evidenza, i monti La Spina e Zaccana, il
lago di Cogliandrino e la maestosa mole del Sirino. L’unica preoccupazione, in
vista del tramonto, è la nuvolosità di condensa pomeridiana che risale dalle
vallate e inizia ad avvolgere le cime. Confidiamo però nell’inversione termica
prevista in serata, che dovrebbe restituire cieli limpidi e sereni.
Ignorata la traccia che scende verso “Pie’
d'Alpi”, risaliamo la ripida pendice mantenendoci sul filo di cresta colmando
faticosamente ben duecento metri di dislivello. Usciti dalla faggeta, ci
accolgono nubi che corrono veloci sopra le vette, coprendole e svelandole a
turno. Il paesaggio sembra giocare a nascondino con noi apparendo e scomparendo
da un momento all'altro. La nebbia, avvolgente e mutevole, trasforma la
montagna in un luogo sospeso, quasi irreale.
Nel nostro solitario e silenzioso procedere
affrontiamo il lungo traverso del sentiero "Tra cielo e Terra", un
esile tracciolino che corre su terreno roccioso, sconnesso e ripidissimo, tra
creste e canali, fino a raggiungere il “Belvedere sul giardino dei loricati”.
Lo stop a questo ardito e singolare
sentiero è segnato da un pino loricato che alligna solitario sulla cresta che
risaliremo in libera. Adesso il percorso diventa più verticale opponendo
difficoltà di I e II grado su roccia non proprio buona. Si tratta di un calcare
a lastre sottili, instabile e che si sfalda. Insomma, un itinerario non adatto
a tutti, ma per chi è avvezzo a questo tipo di terreno, non soffre di vertigini
e che sappia mettere le mani sulla roccia.
Dopo circa 150 metri di arrampicata
piuttosto esposta in alcuni punti, l’inclinazione comincia a diminuire
gradualmente, fino a raggiungere la panoramica cresta nordovest del Monte Alpi,
che senza ulteriori difficoltà conduce in vetta al Pizzo Falcone (1901 m), dove
pascolano placidamente due mucche e un toro che presidia con fierezza l’area
sommitale.
Raggiungiamo la cima alle 17.30, con largo
anticipo rispetto al tramonto previsto due ore più tardi. Per non restare fermi
tutto il tempo decidiamo di scendere lungo la cresta est e risalire verso i
1896 metri del Santa Croce, che tocchiamo alle 18.15. Il sole è ancora alto, ma
l’attesa ulteriore permetterà all’alta pressione di ripulire il cielo dalla
nuvolaglia che ci ha accompagnato per tutto il pomeriggio.
Data la sua esposizione a est, l’ho sempre
ritenuta più adatta a contemplare l’alba, ma anche il tramonto, da qui, sarà
sicuramente incantevole. Nell’attesa, approfittiamo per ammirare lo scenario
che da questa cima si rivela superbo: a ovest svetta il Pizzo Falcone, con la
sua inconfondibile forma di piramide perfetta, a nord si distende il Monte
Raparo, piatto e simile a un cratere vulcanico, a sud si innalza il massiccio
del Pollino con i monti di Orsomarso protesi verso il Tirreno. Infine, a est,
il cono d’ombra del Santa Croce si allunga sulla valle del Sinni fino a
raggiungere lo Ionio.
Nel frattempo le nubi iniziano a dissolversi
e, spinte dall’inversione termica, si abbassano nelle vallate. Preludio magnifico
al tramonto, che alle 19:20 vede il sole incendiare il cielo e calare poco a
destra del Pizzo Falcone fino a scomparire dietro il Monte Papa.
Tutto bello, tutto perfetto, l’attesa ci ha
premiati alla grande. Al termine, rientriamo lungo il T04, scendendo dal Santa
Croce fino alla sella, dove a est sorge una argentea luna piena (il giorno
seguente sarà eclissi totale). Da lì ci immettiamo sul sentiero che porta a Piana
dei Provini, area in cui è consentito il campeggio. Infine, con le lampade
frontali chiudiamo l’anello riprendendo la comoda sterrata che conduce a
Iannazzo, raggiungendo l’auto alle 21:30.
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