Finalmente “Pietra Colonna”.Dopo un mese di stop forzato sono
fortemente deciso a rifare questa via che mi mancava da ben tre anni,quando
l’affrontai con l’inesauribile Mimmo. Questa volta con Pasquale da Lungro e un
ritrovato Damiano (l’ultima volta una direttissima estiva al Dolcedorme ben
cinque anni fa).Grazie a lui,disponendo del fuoristrada riusciamo a raggiungere
Valle Piana,località di partenza per le vie a Sud del Dolcedorme.Sono convinto
che questa sia la via più difficile per scalare il tetto del Parco. Un canale
lungo 800 m che presenta difficoltà progressive e che raggiunge pendenze
di 50 gradi in alto quando ormai le
forze vengono a mancare.
Le abbondantissime
nevicate del mese di Febbraio mi lasciano in dubbio sulla praticabilità del
canale il quale come pensavo si presenta notevolmente innevato. Una slavina all’attacco
del canalone in prossimità della diramazione con la“Via Luzzo”la dice lunga
sulla notevole quantità di neve a monte. Durante la progressione iniziale
constatiamo che nonostante faccia caldo il fondo è piuttosto compatto.
L’abbondanza di neve quest’anno “appiattisce”le difficoltà incontrate tre anni
fa,riuscendo a superare con disinvoltura sia il “Crepaccio”che il “Liscione”,
un masso tondo e liscio che l’ultima volta ci ha dato non poco filo da torcere.
Più in alto decidiamo di evitare l’arrampicata alla parete
detta “Radice magica”optando per una nuova variante a destra costituita da un
ripido canalino che raggiunge una selletta dalla quale si apre una vista
mozzafiato sui dirupi della Sud in direzione del “Faggio Grosso”. Quì ci
imbattiamo in un paio di passaggi delicati da affrontare con estrema cautela. Dapprima bisogna risalire un’ affilata e
tecnica crestina rocciosa affiancando poi una paretina resa pericolosissima
dalla neve morbida sulla quale le picozze non hanno presa.
Con estrema concentrazione e facendo sicura su un loricato
riusciamo a passarla e rimontare una successiva rampa ricoperta da un metro di
neve. Siamo a ridosso di una seconda
sella. Bisogna rientrare nel canalone percorrendo con estrema attenzione
un delicato traverso e risalire un successivo canalino ostruito alla sommità da
alcuni rami secchi e contorti di pino loricato che formano un “buco”attraverso
il quale non è facile passare. Un ultimo tratto di cresta e siamo in vista
della “Pietra Colonna”, singolare
cuspide rocciosa posta a 2000 m. che dà il nome all’intera via.
Alla nostra sinistra i “Denti” e la “Bocca” del Dolcedorme
dominano incontrastati il paesaggio selvaggio innalzandosi maestosi fino in
vetta. Siamo alquanto stanchi e provati ma è necessario profondere un ultimo
sforzo per superare gli ultimi 200 m. di dislivello lungo l’ultimo tratto di
canale che,come osservavo all’inizio tocca i 50 gradi di pendenza nella parte
sommitale. Il crinale è lassù,sembra irraggiungibile,il biancore della neve
impatta fortemente con il blu cobalto del cielo,i ramponi e le piccozze
continuano a spingere incessantemente.
C’è silenzio attorno,ogni fibra nervosa e muscolare è impegnata nell’ultimo strenuo sforzo ma finalmente è fatta. Siamo più su di tutto e di tutti. La discesa è per il classico “imbuto”del Faggio Grosso”che grazie alla giusta consistenza della neve si trasforma in una pista da bob naturale,basta sedersi e lanciarsi come matti prendendo velocità e giungendo in breve fino alla faggeta. Chiudiamo questo fantastico anello andando a riprendere il sentiero del Passo di Valle Cupa fino a Valle Piana dove ci aspetta il nostro fuoristrada.
4 commenti:
che spettacolo!!!grazie Giù per questa fantastica salita...un saluto e alla prossima!!
Per poco ci si poteva incontrare: ora si capisce di chi erano le tracce trovate dopo pietra colonna (ma siete saliti Sabato o Domenica?).
Gran bella salita Peppe, integrale e temeraria
Un abbraccio
P.
Finalmente risolto il mistero delle tracce che ci avevano preceduto. Anche se fra le tante ipotesi, c'eri anche tu Pè.
Peccato che non ci siasmo incontrati, sarebbe stato bello salutarci in vetta dopo una bella scalata del genere.
Ciao pè...alla prox.
Falco
Siamo saliti domenica e voi eravate sul crestone e sentivamo le vostre voci solo che eravamo molto in anticipo rispetto a voi.Una volta sopra abbiamo subito preso la discesa per il faggio grosso.Le impronte sulla vetta erano di mimmo ippolito che ha fatto la direttissima il giorno prima.Comunque una delle vie che prediligo.Un salutone
Posta un commento