Classico ambiente di forra qui a Cerchiara di
Calabria,ridente paesino arroccato sulle pendici nord orientali del Monte
Sellaro,famoso per le acque sulfuree sgorganti presso la grotta delle Ninfe,conosciute
sin dal tempo degli antichi greci ed oggi meta di innumerevoli turisti che
godono del tepore delle sue acque calde impregnandosi al contempo dei suoi medicamentosi
fanghi allo zolfo. La presenza di circa 200 grotte nella zona la pone in
posizione d’elite in materia di carsismo e speleologia nel sud Italia. Fra
tutte le cavità carsiche basta ricordare l’Abisso del Bifurto,un “budello” che
scende verticale alla ragguardevole profondità di 680 m. e la grotta di Serra
del Gufo con uno sviluppo di circa 2500 m. Poi,nel versante meridionale,proprio
ai piedi della montagna vi è il santuario della Madonna delle Armi (dal greco
“Armon” roccia)meta di migliaia di fedeli che il 25 Aprile giungono da ogni
dove per la festa.
Cerchiara è sfiorata dal Canyon del Caldanello. Esso nasce da una formazione geologica detta delle “crete nere”,una sorta di argilliti nerastre, poco permeabili. Il canyon è fatto di grossi strati a banchi,di lastroni a franapoggio che creano un disegno geometrico perfetto. Al suo ingresso è stata realizzata una bella via ferrata divisa in due tronconi,l’uno in sinistra idrografica che parte dalla briglia e risale con andamento piuttosto verticale fino ai ruderi del vecchio castello;l’altro in destra idrografica scende verticalmente per un paio di metri lungo un segmento adrenalinico da calarsi e risalire a forza di braccia (si è sospesi su uno strapiombo di 50 m) immettendosi in una spettacolare cengia che si attraversa interamente fino ad interrompersi presso l’inizio del bosco.
L’ultima volta l’ho percorsa in solitaria circa tre anni fa ed ora con il supporto dell’amico Pasquale finalmente sono riuscito a realizzare un video dell’intero percorso. Consiglio di partire dalla briglia,risalire fino al Castello e ridiscendere per affrontare la seconda parte A/R. Tutto in circa 3,4 ore. Sarebbe opportuno avere con se uno spezzone di corda di 20 m. per assicurarsi in un segmento di circa 8 metri privo di frazionamenti intermedi,specialmente al ritorno dove è agevole armare una breve doppia,ed eventualmente assicurare il proprio compagno qualora non si sentisse molto sicuro lungo l’inizio del secondo tratto a strapiombo che immette nella cengia.
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