Aspettiamo
con ansia il lunedì 26 Dicembre per aprire al meglio la stagione invernale, ma
come accadde l’anno scorso il solito super anticiclone di Dicembre porta
condizioni primaverili in tutta la penisola. Dell’ultima nevicata resta solo
una piccola traccia e da casa mia che guarda il versante Sud del Massiccio si
vede soltanto un piccolo velo bianco sulla calotta di Monte Pollino. La
speranza è che a Nord la neve sia più cospicua anche perché l’alta pressione
comporta temperature molto basse durante la notte e nei versanti in ombra.
Il giorno
prima mi giungono notizie fresche sulle condizioni e pare che un po’ di neve
stia resistendo proprio nella zona dei piani di Pollino, quindi Ovest di Serra
Ciavole, Nord del Dolcedorme e del Pollino compresi i suoi due canaloni ad
Ovest, il Valangone e il Canale Nascosto. Si tratta soltanto di decidere se puntare
verso il più sicuro canale a Sud Ovest del Pollino o dirigersi verso i Piani
che però vedono un po’ di più il sole.
Col mio
compagno pensiamo di andare a fare una cosa nuova su Serra Ciavole e cioè il suo
Canale Sud Ovest che comporterebbe l’uso della corda e attrezzatura per fare
sicura, quindi peso da portare con un avvicinamento piuttosto lunghetto. Durante
il tragitto in auto osserviamo che la situazione è peggiore del previsto e così
a Colle dell’Impiso, nostra località di partenza decidiamo di portare con noi
solo i ramponi e le piccozze oltre al casco pensando che non valga la pena caricarci
addosso di una bella zavorra con il rischio una volta in alto di trovare i
canali vuoti.
In effetti
mentre ci accingiamo a percorrere la prima parte del sentiero si intravede la zona
di Serra Ciavole che ci interesserebbe e ad intuito notiamo che il suddetto
canale è preso dal sole, quindi probabilmente risulterebbe privo di neve. Così a
Vaquarro discutiamo se andare verso i Piani o verso Gaudolino. Si opta per i Piani
e quindi per una via a Nord del Dolcedorme o del Pollino dando un’occhiata
eventualmente a Serra Ciavole. Siamo talmente messi male in quanto a condizioni
che ci mettiamo quasi a fare delle divagazioni filosofiche per sceglierci una
via adatta alle nostre piccozze e ai nostri ramponi che hanno tanta fame di
mordere il ghiaccio.
Il paesaggio
in effetti ci lascia sconsolati perché è tutto asciutto nonostante le
temperature siano molto basse, infatti ogni specchio d’acqua, torrente, sorgente
ecc. è tutto ghiaccio vivo, anche l’umidità sui prati erbosi e sulle foglie
secche è gelata rendendo il tutto scivoloso. Dopo un’ora e un quarto
raggiungiamo i Piani di Pollino e qui cominciamo a guardarci intorno per
scegliere ad occhio l’itinerario migliore, quello più soddisfacente. Tra i
tanti notiamo che il Costone Nord di Monte Pollino può fare al caso nostro, avendo
una discreta copertura nevosa e completamente in ombra. Questi non è altro che
lo spigolo a destra della Grande Frana di fianco ad un’altra via alpinistica, Psicologika,
fatta da me e Pasquale due anni fa.
Mentre
osserviamo il paesaggio altri tre giovani pugliesi ci raggiungono con la stessa
incognita sul da farsi pensando alla via
dei Lupi, quella a sinistra della Grande Frana che può dare discrete garanzie
di riuscita. Io e Pasquale puntiamo decisamente verso il Costone nord risalendo
il pendio alla nostra destra, invaso però da piccoli faggi. Pazientando e
zigzagando all’interno del bosco usciamo allo scoperto dove calziamo i ramponi,
indossiamo il casco e tiriamo fuori l nostre picche scendendo direttamente sul
fondo della Frana e cominciando a risalire la via che da questo punto si spiega
bellissima ed estetica per tutta la sua lunghezza.
Più in alto individuiamo un grosso masso rettangolare da aggirare da destra scegliendoci in tal modo il percorso più vario e divertente su un terreno gradonato con dei risalti interessanti e un passaggio a 50 gradi buoni dove termina la prima parte della via in corrispondenza del bordo della Frana.
Da questo punto abbiamo un bel colpo d’occhio sulla Grande Frana e sul Dolcedorme mentre guardando verso Serra Ciavole constatiamo che il canale sud ovest, quello che era originariamente nel nostro programma è completamente asciutto. Inoltre notiamo che sotto di noi anche i tre giovani sopraggiunti precedentemente ai Piani stanno seguendo le nostre tracce.
Nella progressione e dopo aver raggiunto una selletta panoramica ci spostiamo verso sinistra puntando una piccola strettoia finale dove termina la nostra via, ma nel frattempo un vento impetuoso di tramontana ci affligge rendendo quasi impossibile la nostra permanenza sulla vetta del Pollino e costringendoci a scollinare dentro le doline di vetta dove immortaliamo tra l’altro un bellissimo inghiottitoio
Ci prendiamo
tutto il tempo per riposarci sul bordo della dolina riscaldandoci ai caldi
raggi di sole prima della discesa ripida che opereremo lungo una parallela del
canale nascosto tra rocce tormentate e pini loricati. Questo è senza dubbio il
versante più spettacolare e il cuore pulsante del Pollino, un castello
incantato che cela al suo interno tutti i segreti di questa splendida montagna.
Il capanno
Gaudolino che raggiungiamo per consumare il nostro panino al riparo del vento oggi
pullula di gente, e tra tutti sbuca anche Carla, la presidente della nostra
sezione Cai (Castrovillari) irriconoscibile con occhiali da sole e cappuccio.
Le solite chiacchiere e convenevoli per rientrare a Colle Impiso pensando alla
nostra bella via che è da considerarsi a tutti gli effetti come la prima
invernale sperando ed auspicando condizioni future diverse da quelle dell’anno
passato, davvero magro dal punto di vista dell’innevamento e delle condizioni
invernali in generale. Per adesso va bene così, abbiamo operato la scelta
giusta su una via non difficile, varia e divertente.
2 commenti:
Almeno abbiamo provato picche e ramponi!speriamo che questo inverno sia migliore dello scorso,ma per ora non promette bene!ciao e alla prossima
Speriamo bene.Coltiviamo l'arte dell'arrangiarsi.
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