Lunedi 1 Maggio
si ritorna sul monte di Apollo anche se rispetto alla via dei Lupi di qualche
settimana prima si va per la via “quasi” normale. Sono in compagnia di Davide,
che per la prima volta affronta un’escursione di un certo impegno. Non
conoscendo le sue capacità e la sua tenuta fisica gli propongo la visita al
Patriarca del Pollino, che rispetto alla cima gli consentirebbe di risparmiare
250 metri di dislivello.
Via quasi
normale perché invece di intraprendere la classica cresta sud ovest alla quota
di 2000 metri siamo scesi alla splendida dolina poco sotto per risalire il
crinale parallelo chiamato Serra del Pollinello che degrada proprio verso la
vetta rocciosa del Pollinello verso sud ovest.
Su questa cresta
sorge uno dei pini loricati tra i più belli in assoluto, il “Candelabro”. Poco
sopra un altro splendido esemplare con uno dei tronchi piegato e spaccato nel
mezzo e poi i resti scheletrici di un loricato che ho battezzato tempo fa il
“Pino coccodrillo”.
La giornata è
splendida, di quelle che si possono definire perfette per fare una semplice
escursione primaverile, ne eccessivamente calda, ne fredda. Giunti a Piano
Gaudolino una ventina di cavalli a brado pascolano placidamente e tra di essi
anche due piccolini, probabilmente nati qualche giorno fa.
Raggiunto il
pianoro segue la parte più impegnativa, il lungo traverso che taglia in
diagonale il Valangone e raggiunge quota 2000 allo scoperto del bosco dove
sorgono spettacolari pini loricati abbarbicati sulle rocce. Due di essi sono
tra i più fotografati in assoluto anche se ormai ridotti a scheletri, il
“Guardiano” e il “Pino ritorto” modellato in tal modo dai forti venti invernali
che soffiano imperterriti battendo questo versante.
Serra Dolcedorme |
Giunti al
Belvedere di quota 2000 m lascio a Davide la decisione se scendere verso il
Patriarca o salire in vetta aggiungendo come dicevo altri 250 metri di
dislivello. Da milanese verace che non si lamenta mai opta per la seconda soluzione
pensando anche a quando ricapiterà di nuovo. Scendiamo verso la dolina per
attaccare la Serra del Pollinello in modo da dare un’occhiata al Candelabro e
agli altri loricati vicini.
Il borgo di Morano Calabro |
Nella prateria
incontriamo alcune fioriture di crochi ad indicare che la primavera ha ormai preso
piede. Per quanto riguarda il Patriarca se ne parlerà un’altra volta.
Sicuramente dopo 970 anni di vita lo ritroveremo ancora al suo posto. Dopo
alcune foto risaliamo il crinale puntando ai nevai di vetta.
Dopo la notevole
pettata e l’attraversamento dei nevai residui raggiungiamo la cima del Pollino
in concomitanza ad altri gruppetti di escursionisti ivi sopraggiunti. Invece di
restare sulla vetta dove facciamo il classico autoscatto, scendiamo per qualche
decina di metri in direzione sud est fino al ciglio della paurosa Grande Frana
dalla quale il paesaggio è semplicemente superbo. Lo sguardo corre sui Piani di
Pollino, le dirimpettaie Serra delle Ciavole e Serra Crispo e sua maestà il
Dolcedorme più a Sud fino a perdersi sul lontano Golfo di Sibari.
Anche la luce è stupenda, così cristallina da far risaltare le multiformi cromature del paesaggio. Io mi siedo proprio su uno spuntone roccioso lasciandomi trasportare dalla bellezza che mi circonda. Davide se ne sta invece più circospetto tenendosi leggermente a distanza. Quale posto migliore per consumare il nostro panino e godere dello straordinario panorama in veste primaverile.
La Grande Frana |
Ultimi scatti e
rientro al Colle dell’Impiso dove ci aspetta il 4X4 rosso di Davide davvero
contento di questa sua prima esperienza escursionistica nell’Appennino Calabro
lucano.
Il Patriarca |
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