Se dovessi
indirizzare un visitatore di fuori a fare un'escursione nel Pollino
probabilmente gli consiglierei o lo accompagnerei su Monte La Caccia
preferendolo alle vette più blasonate. E' una montagna che ha tutto, in primis
i panorami mozzafiato che si godono dalle sue creste. Alto ben 1744 m si trova
in linea d'aria solo a qualche chilometro dal litorale tirrenico all'altezza di
Belvedere Marittimo e Diamante, due splendidi borghi marini che fanno parte
dell’area parco.
Lato mare la
vista corre dal Golfo di Policastro con il Monte Bulgheria in bella evidenza e
altre vette del Cilento alle isole Eolie con lo Stromboli e il suo pennacchio
di fumo fino al lontanissimo Etna. E' talmente vicino al mare che sembra ci si possa
tuffare. Cielo e mare sono fusi in un
tutt'uno mentre nuvole ovattate drappeggiano l' orizzonte, una fantastica
balconata sul Tirreno. Lato montagna la spettacolare Montea dal crinale aguzzo
e seghettato le fa da contraltare insieme alla cima minore del monte
Faghittello anch'esso dal profilo alpestre con i suoi canyon dirupati.
Verso Nord Est
e' collegata al Petricelle per mezzo di un'ampia sella ricoperta da una fitta
faggeta. Il suo aspetto geomorfologico poi e' tutto un programma. Osservandola dalla
costa si erge imponente come una bastionata rocciosa insuperabile collegata ai
suoi satelliti minori Serra La Croce, Monte Cannittello e la Castelluccia. Inoltre
la sua parete sud ovest, immane e maestosa incute davvero timore, assolutamente
inviolata anche dal punto di vista alpinistico. Le sue creste, aderte e
frastagliate sono ricoperte da centinaia di splendidi pini loricati che
allignano su fazzoletti di roccia inaccessibili e che rappresentano la stazione
più meridionale d'Europa di questo vegetale unico al mondo.
La Caccia
appartiene geograficamente al gruppo della Montea considerata la Regina
dell'Orsomarso. A mio parere ha più de La Caccia soltanto il maggiore
innevamento nel periodo invernale che le conferisce un aspetto alpestre di
straordinaria bellezza. La Caccia essendo invece direttamente esposta all'azione
mitigatrice del mare risente meno delle perturbazioni nevose che in genere
arrivano da nord e da est. A parte questo, non ha davvero nulla da invidiare a
nessuna altra montagna del meridione.
Escludendo una
via alpinistica aperta da me e un mio compagno diversi anni fa lungo la cresta
Nord, la via di salita più gettonata é quella che dalla frazione Trifari a 736
m. raggiunge il rifugio Belvedere a 1355 m. e passando per la piccola cappella
con la croce di ferro risale la ripida e affilata cresta sud.
La mia idea era
invece rivolta ad una via poco conosciuta e percorsa, la Direttissima
ispiratami grazie a un video di Youtube caricato da un escursionista che
conosco il quale mi ha gentilmente fornito anche la traccia gpx della stessa, che
non compariva neanche su Wikiloc (ora però ho caricato la mia).
Si attacca dalla
medesima località di partenza menzionata prima, sotto la prima abitazione della
ridente frazione. Il sentiero molto evidente ci porta ad un cancelletto che
troviamo aperto. Pochi metri dopo abbandoniamo la pista per risalire la ripida
pendice erbosa alla nostra sinistra. In realtà conveniva proseguire per altri
cento metri e deviare all'altezza di una croce in cemento. La pendice ricoperta
di macchie di felci diventa sempre più fitta man mano che si sale e seguendo un
percorso senza traccia dopo un'ora buona raggiungiamo il vertice di un monte di
forma piramidale senza nome a quota 1246m.
Già da questo
punto, ma direi anche durante la salita il paesaggio non ha eguali. Conquistata
la cima ecco che si erge difronte l'immane parete Ovest di monte La Caccia con
i suoi canaloni e crinali aderti tappezzati di pini loricati. Il
"monterozzo" e' collegato alla parete per mezzo di una crestina
invasa da piccoli arbusti ed erba alta intricata ma il tratto da superare è
breve. Ci troviamo da subito ad affrontare ripidamente una traccia di sentiero
che si inerpica lungo un ghiaione che man mano diviene sempre più inclinato in
mezzo all'anfiteatro di rocce dall'aspetto tra i più selvaggi che si possano
immaginare.
In alcuni tratti
il sentiero è evidente, in altri scompare ma la via di salita mentre si procede
faticosamente non lascia dubbi sulla direzione da prendere confluendo verso la
base di un canalone più definito molto ripido che oppone tratti di arrampicata
di primo grado e che si incunea tra le pareti laterali fino ad arrivare ad un
boschetto. Dopo questa bella pettata pensiamo di operare una digressione verso
sud per andare ad affacciarci sul ciglio della maestosa parete sud ovest
Ci inoltriamo così
all’interno di una breve fascia boscosa che attraversa un altro canalone
parallelo e in breve siamo sul ciglio del paretone dove la vista spazia su
vasti panorami verso il Cannittello e i
valloni che da esso precipitano. Ritorniamo sui nostri passi a recuperare la
pista originale fino a sbucare sul filo della cresta principale che porta in
vetta aggirando rocce, anfratti e pini loricati.
Spettacolo
assoluto a trecentosessanta gradi, un connubio perfetto tra mare e montagna, un
tripudio di rocce, pinnacoli, creste affilate e valloni dirupati, boschi
fittissimi e pini loricati a perdita d'occhio. Il tutto incastonato in un'area
Wilderness di assoluta bellezza e unicità. La Caccia ogni volta mi riempie di
stupore, difficile da conquistare ma che ti ripaga in maniera impareggiabile.
Dopo la sosta e
la foto di rito scendiamo lungo la via di ritorno seguendo il boscoso filo della
pendice est fino ad abbandonarlo per impegnare in forte discesa il crestone
sud. Dritti si prosegue invece per la via normale che addentrandosi nel folto
della faggeta in un percorso piuttosto monotono raggiunge il Passo della
Melara, snodo importante per le salite al versante Ovest della Montea, il
crinale Est del Petricelle nonché collegamento con il Faghittello e Serra
Croce.
Mentre scendiamo
per raggiungere il rifugio Belvedere folate di nubi di calore si sviluppano
ascendendo dal mare. Questa montagna è soggetta di frequente a tale cambiamento
nel primo pomeriggio in quanto l'evaporazione del mare si condensa incontrando
le pareti rocciose e le correnti più fredde in quota generando il fenomeno del
mare di nubi proprio a ridosso della parete. Raggiungiamo in tal modo il
rifugio Belvedere che troviamo accessibile approfittandone per riposarci e rifocillarci
al fresco.
Il rifugio molto bello è composto da un'ampia
sala con un lungo tavolo e diverse sedie, una stufa a legna e una credenza e in
più una presa per ricaricare il cellulare. Sopra c'è invece la zona notte con
diverse brande fornite di coperte. Insieme alla capanna Gaudolino alle falde
del Pollino è l'unico rifugio del Parco di tipo alpino, ovvero raggiungibile
soltanto a piedi. E' gestito dall'associazione "Amici della montagna"
di Belvedere Marittimo e si può pernottare previa autorizzazione
dell’associazione.
Infine l'ultima
parte della discesa avviene per un sentiero scavato lungo un costone eroso di
ghiaia fine grigio bianca calcarea tra pini loricati molti dei quali
scheletrici, vittime di un esteso incendio avvenuto alcuni anni fa. Attraversato
un canalone su alcuni ponticelli in legno si prende l'ultima parte di sentiero
immersi in una lussureggiante vegetazione tipicamente mediterranea con la presenza
di fragoline di montagna sul bordo del sentiero poco prima di raggiungere
l'auto.
Arriviamo
estremamente accaldati e sudati per il caldo umido che ci ha accompagnato in
quest'ultima parte. Più avanti un fontanone di acqua gelata fa proprio al caso nostro,
ci manca poco per farci una doccia rischio super bronchite acuta.
Escursione di
grande respiro e notevole impegno che ripaga notevolmente della fatica e del
dislivello colmato. Panorami mozzafiato in tutte le direzioni in un ambiente
dalle mille sfumature, assolutamente da consigliare ma forse non in piena
estate. Per il resto tutto ottimamente bene.
Scarica la traccia GPX
2 commenti:
un'altra bella avventura come il racconto di questa bella giornata tra scenari meravigliosi!ciao e alla prossima avventura
Una delle più belle.Grazie
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