“Acqua della fame” è un corso d’acqua interessante collocato in un ambiente molto suggestivo dal punto di vista paesaggistico,la Valle dell’Abatemarco nel settore del Parco del Pollino sud-occidentale denominato anche “Monti d’Orsomarso”.Esso scende lungo il fianco occidentale di Monte Trincello e il suo ultimo salto è visibile percorrendo la strada di fondovalle poco dopo la centrale. Il toponimo dovrebbe essere legato al fatto che essendo un bacino di raccolta di sole acque piovane,gli agricoltori ogni qualvolta avevano bisogno di usufruirne per scopi di irrigazione risultava molto povero in quanto a portata.Questa sua caratteristica di inaffidabilità si riperquoteva negativamente sul raccolto.
Per l’occasione contatto Angelo alias Krokicio (rana in dialetto) esperto in torrentismo e canyoning nonché appartenente al soccorso alpino. I misteriosi ruderi di S.Michele stanno a guardia della Valle come un baluardo e bisogna percorrere alcuni chilometri lungo la strada di fondovalle per raggiungere la centrale dell’acquedotto.Dal punto di sosta degli automezzi impegniamo il costone a destra del corso d’acqua (sinistra idrografica) e in circa 30 minuti raggiungiamo l’attacco. All’interno della forra vengono effettuate circa 12 calate di diverse altezze e la prima è quella che rompe gli indugi,una cascata perfettamente verticale di 30 metri. Come mi spiega Angelo,tutte le manovre vengono eseguite dalle guide e solo per chi ha praticato tale sport,previo verifica della guida stessa,è consentita la progressione in autonomia. Chiaramente scendo in autonomia anche perché incarico Angelo a riprendermi con la fotocamera impegnando così entrambe le mani.
Giusto per fare una precisazione,le tecniche di progressione in torrentismo sono diverse da quelle alpinistiche alle quali sono più abituato. Senza scendere in dettagli tecnici,mi viene fatto notare che le manovre utilizzate in alpinismo che salvano la vita la possono togliere in torrentismo. Il primo salto è mozzafiato e la cascata spettacolare in un ambiente di vera wilderness.Di seguito un’altra decina di salti ci vede impegnati con corde e discensori fino ad arrivare all’ultimo anch’esso molto estetico da farsi in tre segmenti fino ad atterrare in una magnifica pozza.
Con il caldo torrido non c’è niente di meglio che praticare
il torrentismo,sempre a contatto con l’acqua e godendo della frescura della
forra immersi sempre nella natura selvaggia.
2 commenti:
Veramente spettacolare e wilderness questo posto! Anche io la penso come te...In estate la cosa migliore è fare torrentismo, anche semplicemente "escursionistico". Anche perchè ci sono posti ancora da esplorare in questo ambito ....
Ciao, Indio
Ciao Carissimo, è sempre un piacere sapere che sei sempre attivo... Grazie per i complimenti sul mio blog...eh si...è davvero una gran bella montagna e devo confessarti che ogni volta che ci sei andato tu...ti ho benevolmente invidiato...ah, e comunque ti ho nominato parecchio.
Un abbraccio e a presto
Ciao Pè!
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