La strada “Mormanno Scalea” è tutto un programma. Sembra di entrare in un’altra dimensione attraversando una delle vallate più misteriose e lussureggianti del Sud Italia,la Valle del Lao. Te ne accorgi quando attraverso una infinità di curve e tornanti giungi al pittoresco borgo di Papasidero,perfettamente incastonato fra rocce e fiume. Mi chiedo come sia venuta l’idea di fondare un abitato in un simile posto completamente fuori mano,che se non fosse per la presenza della Grotta del Romito e del rafting praticato nel Lao sarebbe morto da tempo.
Ma qui siamo solo di passaggio. Il nostro viaggio
prosegue verso Santa Domenica di Talao,uno straordinario balcone sulla costa
tirrenica all’altezza di Scalea. Al cimitero lasciamo l’auto e ci avviamo per
una traccia di sentiero che attraversa un fastidioso campo invaso da una sorta
di scagliola che ti lascia tutti quei semini addosso. Fa caldo,ma non è
eccessivo,il sole al mattino è schermato da una sottile velatura.Durante la
salita verso un poggio in cui sono presenti sporadiche presenze di pino già
assaporiamo il maestoso paesaggio marino-montano che si aprirà a breve.Il
percorso è completamente su pietraia,solo macchie di fastidiose piante erbacee
sul nostro cammino.
Ci si avvia ora lungo il crinale che ci porterà inizialmente sulla Schiena di Conca .Molto caratteristici alcuni ricoveri di emergenza realizzati in pietra per i pastori. Già da da questo punto il panorama è superbo:lato mare l’isola di Cirella e il Golfo di Policastro fino a Capo Palinuro. Svetta,molto ben distinto il dente calcareo di Monte Bulgheria e spostati verso destra i Monti Gelbison e Cervati,appartenenti all’area Cilentana. L’isola di Dino per ora è nascosta dal rilievo su cui poggia S.Nicola Arcella,un’altra perla dell’alto Tirreno cosentino.
Dopo Schiena di Conca la marcia prosegue lungo la cresta
che ci porterà sulle prime anticime della Limpida camminando su delle strane
rocce che spuntano dal terreno e che danno la sensazione di trovarsi in un paesaggio
lunare. Intanto l’incontro con mantidi religiose,alcuni serpenti e una
tarantola enorme quanto un pugno con annessi tarantolini appiccicati sul dorso.
Dopo una bella pettata raggiungiamo la prima anticima. Siamo intorno ai 1077 m.
di quota. A torto pensiamo di essere arrivati ma è solo illusione. Alla nostra
destra nella vallata le masserie di S.Pietro il Grasso,poderi che un tempo
appartennero ad una importante proprietà nobiliare. A ridosso la piccola Serra
Ummara e dietro Il Monte Ciagola,chiamato dai locali “U Cuppunu” per la sua
forma a piramide che domina con i suoi 1462 m. l’intero settore della Valle del
Lao. Dopo un saliscendi fra le cimette secondarie della Limpida discendiamo per
un centinaio di metri in un valloncello che separa nettamente questo primo
gruppo di cime con la vera cima di Serra Limpida di 1119 m.
Durante la salita lungo l’irta pietraia l’abbaiare di
alcuni cani pastore ci avvertono della presenza di un gregge di capre e subito
dopo l’incontro con un simpatico pastore con il quale ci si scambia quattro
chiacchiere. In realtà da queste parti di escursionisti se ne vedono ben
pochi,per cui è comprensibile la sua legittima preoccupazione di qualcuno che
forse avrebbe voluto prelevare qualche capo di bestiame.
Dopo ben quattro ore siamo in vetta,e la quota modesta
non deve trarre in inganno perché i metri di dislivello sono stati circa
1000,calcolando i saliscendi. Da quassù dominiamo praticamente tutto. Ora
l’isola di Dino è ai nostri piedi,così come il lungo cordone urbano che va da
Scalea,a S.Nicola Arcella,Praia a Mare,Tortora e nascosta più a Nord
Maratea.Lato montagna il paesaggio è a 360 gradi su quasi tutte le vette del
Pollino,in senso antiorario dalla costa tirrenica svetta il gruppo La Caccia,Petricelle,Montea.A
seguire il gruppo della glabra Mula e in successione quello del Pellegrino con
ben in evidenza i canaloni che risalgono lungo i versanti dirupati di Ponente. Lo
sguardo spazia addirittura fino al Massiccio del Pollino con Serra
Dolcedorme,Monte Pollino e Serra del Prete in evidenza e l’intera catena fino
all’alta Valle del Lao con la curiosa cresta del Serramale e il Cozzo Petrara.
Che dire,sembra di essere sospesi tra cielo e mare ed
immersi in un bagno di natura tra luoghi incantati e misteriosi. Dopo il faticoso
rientro nessuno ci può negare una bella birra ghiacciata in un bar della
piazzetta principale dell’incantevole abitato di S.Domenica.
1 commento:
Grazie per la descrizione di questo percorso interessante e le bellissime foto. Cerco la traversata verso la stradina per Contrada Vannifora, S. Nicola Arcella.
Le tarantole sono tante? È sconsigliato di sedersi ovunque?
Posta un commento