Domenica
6 Marzo, dopo le nevicate dei giorni precedenti era auspicabile trovare
condizioni accettabili per quanto riguarda l’innevamento e già sabato, il
giorno prima tutto lasciava presagire ad una bella salita con un discreto manto
nevoso. Il meteo però come una spada di Damocle non dava molta speranza prevedendo
scirocco e pioggia a volontà. Ma la voglia di andare dopo cinque lunghe
settimane di stop era troppo forte. Con Pasquale decidiamo comunque di darci
appuntamento al solito posto e scegliere una destinazione a vista.
Valutate
le condizioni optiamo per una salita sul versante sud del Dolcedorme, meta la
Direttissima immaginando che il canalone di vetta si trovi in discrete
condizioni. Aspetto positivo è che il tempo sembra tenere, non dovrebbe piovere
e anzi, ci sono anche delle aperture. Si va.
Partiamo
come sempre dal sottopasso dell’autostrada direzione Valle Piana prima, Passo
di Valle Cupa dopo. Dopo un’ora e mezza siamo li per rimontare il maestoso
Crestone Sud dei Loricati che cominciamo a risalire ripidamente imbattendoci aimè
in veri e propri cimiteri di alberi abbattuti e bruciati dal poderoso incendio
del 2012 che ha interessato l’intero versante.
La neve compare solo a 1700 metri subito dopo esserci disimpegnati in facile arrampicata lungo un tratto di cresta rocciosa che termina alla località Campo Base da dove sarebbe iniziata la nostra via. Purtroppo il meraviglioso tronco adagiato a terra che caratterizzava quel luogo magico è completamente carbonizzato, un altro simbolo cancellato dalla stupidità dell’uomo.
Per
proseguire lungo la Direttissima bisognerebbe guadagnare un altro breve tratto
ed operare un traverso nel bosco a sinistra fino a prendere il grande canalone
dal quale si diramano le varianti per la vetta. Invece lo ignoriamo e puntiamo
dritti verso due lingue che potrebbero costituire altre
interessanti varianti di questa via spettacolare.
Andando in esplorazione raggiungiamo in breve tempo e dopo una bella pettata, la base di un canale che risaliamo per un tratto. Subito dopo impegniamo il ramo di destra che sembra più comodo, considerando che non sono abbondantemente innevati e che ancora non abbiamo calzato i ramponi. Man mano che aumenta la pendenza è più che opportuno abbandonare i bastoncini e tirar fuori le picche.
Ed ecco la scoperta, a metà canale vi è una grotta piuttosto profonda, cinque, sei metri o più che ci apprestiamo a perlustrare e fotografare. Ridiscesi l’insidioso pendio nevoso-erboso che dava alla grotta proseguiamo nella progressione del canale fino ad imbatterci in un buco determinato da un grosso masso incastrato. Non è difficile passarci sotto e superarlo . Un’altra chicca di questa bella via. Infine, risalendo e scavalcando un masso con un piccolo loricato perfettamente aderente alla parete ci si cala in un altro canale. Intanto folate di nebbia si impossessano dell’anfiteatro roccioso di vetta del Dolcedorme.
Visto
che al momento non ho notizie se la via in questione sia stata percorsa mi
prendo la libertà di chiamarla col nome di “Canale della Grotta”. Quello successivo che intercettiamo alla fine del primo risulta invece essere la “Variante
dell’Aquila” della Direttissima che si dipana a destra della “Gola del Turbine”
e la interseca appena sopra la strozzatura dove fino a qualche tempo fa vi era
un tronco incastrato.
Non ci
resta che risalire la seconda parte della Gola del Turbine fino a guadagnare la
cresta mentre alcuni piccoli pini loricati
completamente ghiacciati e altri secchi avvolti dalla nebbia ci salutano
con un freddo abbraccio. Rimane una breve crestina rocciosa da risalire e la vetta del Dolcedorme è cosa
fatta. Una via piuttosto articolata direi che nel complesso costituisce sempre
la “Direttissima” al Dolcedorme strutturata però in tre differenti varianti: il
Canale della Grotta, la Variante dell’Aquila e la Gola del Turbine. Incameriamo
così anche questa dura salita invernale se così possiamo dire sperando di
riuscire a farne qualche altra nel periodo che rimane di questo inverno “abortito”.
Nessun commento:
Posta un commento