“AAA Cercasi neve disperatamente”. Ancora una volta esordisco
con una nota di sconforto per le attuali
condizioni delle nostre montagne. Sono i cosiddetti “giorni della merla” che
dovrebbero essere per tradizione i più freddi dell’anno ed invece dobbiamo fare
i conti con questo “non inverno” che continua ad insistere alle nostre
latitudini.
Devo precisare che al momento della stesura di questo post
l’Italia settentrionale è interessata da copiose nevicate sull’arco alpino e
piogge che si estendono fino al centro. Per contro al sud, la perturbazione
nevosa in rapidissimo transito che Giovedì 4 ha interessato il Massiccio
Centrale del Pollino oggi è stata scalzata dall’alta pressione e, le
temperature elevate (20 di massima) hanno completamente dissolto tutta la neve
dei versanti meridionali e se continua così non penso ne rimarrà più di tanto in
quelli settentrionali.
Situazione quasi identica trovata la settimana scorsa durante
l’ultima uscita. I buoni propositi di fare una salita alpinistica invernale
piuttosto tecnica ha lasciato il posto al “facciamo quel che si può”. Chiedo
inizialmente in giro informazioni sulla percorribilità della strada montana che
porta a Colle dell’Impiso. Mi viene riferito che le strade sono libere ma :“portati le catene”. Il
giorno prima all’ascensione mi dicono che non c’è bisogno neanche di quelle.
Questo per me è un fatto storico perché in vent’anni di montagna non mi era mai
capitato di raggiungere Colle dell’Impiso a fine Gennaio e senza utilizzare
gomme termiche o catene.
Successivamente cerco di informarmi sulle condizioni dei
canali a sud ovest e a nord del Pollino che a mio parere dovrebbero aver
minimamente “tenuto” ed invece no. A nord, la zona della Grande Frana è tutta
roccia scoperta tranne la parete Nord-Est che conserva un discretissimo strato
di neve compatta. A sud ovest l’unico canalone che “si salva” mi riferiscono, è
il Canale Nascosto del quale mi inviano anche un’immagine scattata due giorni
prima.
In seguito vengo a sapere che il giorno precedente due amici hanno
fatto la stessa via trovandola molto mediocre, un centinaio di metri di neve
ghiacciata e poi poca roba più in alto. Il Canale Nascosto, per intenderci è il
canalone parallelo al Sud-Ovest detto anche Valangone ed è visibile e
distinguibile soltanto dalla vetta della dirimpettaia Serra del Prete. Ecco il
perché del suo toponimo. Per la cronaca lo avevo già risalito nell’estate del
2008.
Con Pasquale percorriamo così il solito sentiero da Colle
dell’Impiso che troviamo innevato (10 cm).Transitando dai Piani alti di
Vaquarro una argentea mezza luna fa capolino sulle creste innevate di Serra del
Prete. La giornata è buona ma piuttosto ventilata e questo torna a nostro
vantaggio in quanto nella notte ha permesso di consolidare ulteriormente le
lingue di neve del canale.
Facciamo presto a raggiungere il Colle Gaudolino e senza fare
pausa ci dirigiamo verso l’attacco del sentiero che costituisce la “Normale” al
Pollino che però abbandoniamo dopo i primi metri per piegare a sinistra senza
percorso obbligato. La nostra meta è lo spigolo sud ovest dei contrafforti
rocciosi dove si attacca il Canalone sud ovest. Preferiamo in tal modo risalire
per un po’ il suddetto canale lambendo la faggeta sulla nostra destra fin dove
termina per traversare, andare a guadagnare la crestina rocciosa che separa i
due canali ed intercettare infine il Canale Nascosto.
Questa digressione ci evita di “infrascarci” in una boscaglia
di piccoli fitti e contorti faggi. La prima parte del canale fa ben sperare. Si
tratta di una bella lingua di neve ghiacciata che lascia entrare solo le punte
dei ramponi. Però, come era evidente, più su si interrompe. Andiamo in tal modo
“all’ avventura” spostandoci verso destra su cenge, roccette e canalini
cercando di individuare passaggi da fare su neve. Il tutto si risolve dopo un
articolato aggiramento dove raggiungendo la sommità di un roccione, individuiamo
la prosecuzione del tracciato originale notando che dopo l’interruzione trovata
prima, la lingua ghiacciata continua più a monte spostandosi in una diramazione
a sinistra.
Naturalmente scendiamo nuovamente nel canale a cogliere
l’ultima speranza di percorrere un altro po’ di ghiaccio per la felicità dei
nostri ramponi. La via termina su un’anticima del Pollino dalla quale si può
osservare la dolina-nevaio di vetta che in situazioni normali rimane strapiena
anche a giugno inoltrato e luglio. Ora purtroppo fa tristezza. Pochi metri e
siamo al pilastrino di vetta che tocca i 2248 m di quota.
Guardando verso i Piani di Pollino e le altre vette di 2000
metri di fronte è tutta una macchia di leopardo, gli scoscendimenti
completamente vuoti. Come dicevo all’inizio soltanto la parete nord-est,
proprio sotto di noi poteva meritare una discreta salita su neve ghiacciata.
La discesa è lungo il Valangone che guadagniamo scendendo per un
tratto di cresta Nord. In breve siamo alla sua base e dopo una buona mezz’ora
ancora raggiungiamo il rifugio Gaudolino dove ci fermiamo per consumare la
nostra colazione ed osservare con occhi pieni di tristezza il nostro Pollino spoglio,
in una veste di tarda primavera, mentre siamo al 31 Gennaio.
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