Qualche tempo fa
mi chiedevo come mai il Parco Nazionale del Pollino non fosse stato ancora
inserito nell'Unesco diventando in tal modo
patrimonio dell' umanità, riflessione legittima visto che, se vogliamo
prendere in considerazione un solo parametro, vegetano nel suo areale i monumentali
pini loricati, unici al mondo e degni quindi della massima tutela e protezione.
Ed eccomi
accontentato. Il 17 novembre 2015, i 195 Stati membri dell'UNESCO, nell’ambito
della 38° Sessione Plenaria della Conferenza Generale dell'UNESCO, hanno
riconosciuto la Rete dei Geoparchi Mondiale quale Progetto prioritario
dell’UNESCO. Tutti i 120 membri della Rete Globale dei Geoparchi hanno quindi
ottenuto il riconoscimento di Unesco Global Geopark. Tra questi è presente il
Pollino Geopark e da ciò ne consegue che tutto il territorio del Parco del
Pollino è entrato a far parte del Patrimonio dell’UNESCO.
Se c’è un luogo
nel Pollino che meglio rispecchia le caratteristiche suindicate è il versante occidentale del gruppo Serra
delle Ciavole Serra di Crispo con la piccola Serretta della Porticella nel
mezzo, separate dalla Grande Porta del Pollino.
Qui infatti vi è
la più alta concentrazione di pini loricati di tutto il parco, e non solo. Su
Serra Crispo in particolare vegeta una popolazione di una bellezza tale da
ricevere in passato l’appellativo di "Giardino degli Dei".
Serra Crispo e'
stata la meta della mia uscita in solitaria del 18 giugno scorso, ben 11 anni dopo l'ultima volta su questa cima. Le
sensazioni che ti trasmette questo luogo incantato sono indescrivibili,
passeggi in mezzo a quegli esemplari straordinari guardandoti intorno con un
senso di stupore e di meraviglia simile a quella di un bambino davanti ad un
giocattolo nuovo. E' un vero paradiso.
Ho voluto
compiere un giro "inedito" per chi proviene da Colle Impiso, e cioè
raggiungere la sua base attraversandola interamente per attaccare la cresta nord, percorrerne il filo, scendere
dalla parte opposta, salire la Serretta e tornando all'Impiso dai Piani. Nota
piacevole la presenza di alcune mandrie di cavalli a brado che pascolavano
indisturbati nei pressi della sorgente del Frido, la più elevata del Pollino.
La giornata
molto calda e afosa impone la massima protezione e per sfuggire all’afa cerco
di camminare il più possibile lungo il bordo del bosco seguendo il corso del
torrente Frido. In realtà non amo molto andare su queste cime in piena estate e
in condizioni di grande caldo ma ho bisogno di mettere a tiro le gambe in vista
di prossime uscite che si preannunciano molto impegnative.
Da Colle
dell'Impiso a Piano Toscano impiego poco più di un'ora. Il tempo di
rifocillarmi e bere un po' di liquidi e
mi avvio lungo il Frido sfruttando il
più possibile l'ombra degli alberi fino alla Grande Porta. A questo punto
invece di iniziare la salita comodamente nel punto più vicino, percorro il
sentiero che proviene dalla Madonna di Pollino, fino a che rientrando nella
faggeta e girando a destra ad un bivio
prendo subito l'attacco della cresta Nord.
La salita è dura
e il caldo si fa sentire tutto. Ho bisogno di fare molte pause all'ombra dei
loricati per recuperare. Finalmente giungo in alto dove appare in tutta la sua
bellezza il Giardino degli dei. L’ intento è quello di raggiungere la cresta che
si affaccia ad Est e per questo devo traversare dalla parte opposta. Raggiunto
filo il paesaggio è ancora più sublime perché ti affacci su una balconata che
permette una vista mozzafiato sull'alta valle del Raganello e a 360 gradi su
tutte le cime più elevate. Peccato che l'afa e la foschia impedisca una visione
nitida del panorama, che comunque è in assoluto tra i più stupefacenti del
Pollino.
Un'altra nota incredibile è lo spaventoso sfasciume della roccia marcia della parete est. Qui come forse da nessuna altra parte sembra che mezza montagna, in prossimità della Grande Porta, si sia completamente sbriciolata in una paurosa rovina di massi. E che dire dei pini loricati abbarbicati in precario equilibrio che sopravvivono a tutto e purtroppo anche quelli morti a causa dei crolli e colpiti da fulmini e per altre cause. Tutto il paesaggio in questo luogo è grandioso e spettrale allo stesso tempo.
Dopo essermi saziato all’inverosimile di tanta bellezza scendo sempre rasentando gli strapiombi dirigendomi verso la Serretta della Porticella che misura 2000 m tondi. Da questo punto appare maestosa la parete Est di Serra delle Ciavole con il bosco della Fagosa che si protende dai suoi piedi distendendosi a perdita d’occhio immenso e sconfinato.
Chiudo infine
questo spettacolare anello passando per la sorgente del Frido, ammirando alcuni
esemplari di alberi serpente, un’altra bizzarria di questi luoghi e ritornando infine
sui miei passi fino alla sterrata che conduce a Colle dell’Impiso.
Un’escursione piena di soddisfazione, appagante e rigenerante allo stesso
tempo.
Nessun commento:
Posta un commento