Dopo le Gole del
Barile ,per la seconda uscita di canyoning ci si sposta nel Parco Nazionale
della Sila, dal calcare del Pollino al granito della Sila dunque.Siamo a
Caccuri in provincia di Crotone qualche
chilometro da San Giovanni in Fiore per fare la discesa del torrente Lepre in
programma Domenica 2 luglio con il Cai Castrovillari.
I partecipanti
sono sedici intrepidi,tredici uomini e tre donne per quella che sarà una prova
adrenalinica nel superamento di verticali superiori a venti metri.Tecnicamente e' tutta un'altra cosa
rispetto al Raganello affrontato qualche settimana prima, il quale ha una sviluppo pressoché
orizzontale con alcuni salti di pochi metri anche se dal punto di vista
paesaggistico questi non ha paragone per spettacolarità e bellezza.
Nel
torrente Lepre si fa sul serio perché si
devono applicare tecniche di forra e per cimentarsi in questa disciplina
e'necessario avere le competenze adatte o andarci con gente preparata,esperta
in questo tipo di attività.
"Il canyon
del Torrente Lepre offre una lunga e interessante discesa torrentistica,
divisibile in due parti. La prima parte, incisa nel granito bianco, è
caratterizzata da piccole cascate e numerose vasche da attraversare a nuoto. La
seconda parte è invece scavata nello gneiss. Le forme sono completamente
diverse, più aspre e maestose. Qui si incontrano anche le cascate più alte
della gola."(Michele Angileri)
Noi ne
percorriamo la parte bassa e anche la più tecnica perché farlo integralmente
con un gruppo così numeroso significherebbe non uscirne più.Infatti per ogni
salto e' necessario attrezzare le soste e aspettare che tutti si calino uno per
volta. Personalmente preferirei fare questo tipo di attività con gruppi
ristretti, quattro o cinque al massimo, per consentire una discesa più
fluida,costante e divertente.
Comunque messo
piede in acqua ci si dispone in cerchio per un briefing iniziale prestando
attenzione alle istruzioni degli organizzatori su come usare i discensori, le
longe, i materiali, come calarsi, cosa fare e cosa non fare e interpretare i
vari segnali dati col fischietto. Anche
se il canyoning e' considerata un'attività potenzialmente pericolosa, seguendo
scrupolosamente le norme di sicurezza diventa assolutamente divertente ed
entusiasmante. E' quindi chiaro che improvvisazione e superficialità in questo contesto sono fuori discussione.
Ci si avvia
camminando dentro le pozze incontrando a breve il primo salto. E'una cascatella
di sei, sette metri resa un pò ostica per l'assenza a monte di spit e soste. E'
quindi necessario creare delle soste umane, disponendo uno o due componenti
come contrappeso per consentire le calate. Terminata questa prima operazione si
cammina per un tratto orizzontale fino ad incontrare il salto più alto e
spettacolare, una cascata di 25 metri che termina in un'ampia vasca nuotabile.
E' questa la
parte piu' adrenalinica dell'intera discesa. Per portare giù l'intero gruppo ci
passa anche qualche ora e frattempo chi si è già calato aspetta pazientemente trastullandosi
a fotografare, prendere il sole e farsi qualche nuotata. Dopo un altro segmento
di camminata in acqua torbida , dal fondo sabbioso e con presenza di blocchi di granito giungiamo al
secondo e terzo salto tra essi collegati da attrezzare.
Il primo è uno
scivolo e poco oltre una cascatella di 6 metri che scaverna leggermente e che
conduce direttamente al salto
successivo. Facendo sosta in parete ci
si cala di fianco ad una cascata di 15 metri che termina in una stupenda vasca
e poi ad un'altra, entrambe tuffabili. E qui' nell'attesa che tutti si calino
ci si diverte a fare tuffi e a concedersi rilassanti nuotate in compagnia delle
idrometre. Infine una volta calati tutti ci si raccoglie per la classica foto di gruppo.
Il resto poi
sarà una camminata tranquilla in acqua tra marmitte e parti asciutte fino
all'uscita del torrente in un punto in cui svolta decisamente a sinistra. Impegniamo
un sentiero che attraversa terreni aridi immersi in un paesaggio che ricorda
l'entroterra siciliano fino ad intercettare le auto staffetta lasciate
preventivamente la mattina.
Finalmente ci si
concede una meritata pausa tra una birra e un panino in compagnia ,condividendo aneddoti ed esperienze montane tra la curiosità di qualche passante che
pensa sia successo qualcosa.
Davvero bravi
tutti,anche coloro che per la prima volta nonostante un po' di giusta apprensione hanno affrontato il brivido di simili verticalità.Bravi
gli organizzatori,Franco il Falco,Domenico il Biondo e Michele Florio col
supporto di Luigi Vincitore e Roberto Pappaterra,non organizzatori della
"spedizione" ma esperti in questa disciplina.Grazie a loro le calate
sono state attrezzate rapidamente ed in sicurezza.
ln particolare
mi sembra doveroso spendere due parole su uno dei partecipanti, Mimmo,grande
appassionato e conoscitore del Pollino,autore di diversi libri e guide
escursionistiche, tra i fautori della nascita della giovane sezione Cai
Castrovillari nel 1999.
A 78 anni vederlo sempre in prima linea e in questa occasione con la sua muta ad affrontare itinerari del genere lascia davvero stupefatti.Un notevole esempio di grande passione, determinazione e tenacia che dura da più di mezzo secolo.Tanto di cappello a un uomo che ci ha fatto scoprire le nostre montagne, ce le ha fatte conoscere ed amare.Un augurio che possa continuare così ancora a lungo e un ritrovarci per nuove ed entusiasmanti avventure.
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