Una bella “Luzzo” tutto sommato in un periodo in cui la neve
scarseggia,dobbiamo andarcela a cercare sui nostri monti. Sabato 28 Dicembre,la
cordata formata da quattro intrepidi: io,il grande Mimmo,e due new –entry per
me,Carmine da Morano e Antonio da Lamezia.Non sappiamo di preciso cosa fare,se
portare le ciaspole,lasciare i ramponi e viceversa pensando ad una salita in
cresta direzione Murge di Celsa Bianca.Una volta giunti sotto il ponte
dell’autostrada direzione Valle Piana è chiaro che se vogliamo fare qualcosa su
neve o ghiaccio dobbiamo rivolgere la nostra attenzione ai canaloni. La Via
Luzzo,il più orientale dei tre canali principali del versante sud ci pare l’ideale,sembra
in effetti il più carico di neve.
Non disponendo di auto fuoristrada siamo costretti nostro
malgrado ad incamminarci molto in basso rispetto ai 900 m. della località di
partenza “Valle Piana”.Si parte ad una quota di 750 m. poco prima dei
rimboschimenti. Dovremmo in tal modo colmare un dislivello di 1500 m. e
percorrere quattro chilometri in più tra andata e ritorno.
Durante la prima parte lungo il sentiero nel bosco dopo il passo di Valle Cupa mi occorre anche un piccolo incidente,il compagno che mi precede facendosi largo tra i rami, ne lascia partire uno inavvertitamente provocando l’effetto frusta,dritto sullo zigomo. Dopo qualche minuto mi ritrovo con un bell’occhio tumefatto gonfio e blu. Per fortuna l’occhio non è stato toccato e,dopo un po’ di stordimento iniziale riparto anche se un po’ disturbato dal fastidio provocato,fastidio che mi accompagnerà per tutta la giornata.
Raggiungiamo l’attacco del canale al di sopra della
diramazione con l’altro canale chiamato “Pietra Colonna” procedendo scomodamente
su un manto di dieci centimetri di neve fresca su ghiaia e ciottoli. Eccoci alla prima
strettoia. Quì incontriamo alcuni tratti di ghiaccio duro come cemento mentre i
salti di roccia sono quasi completamente scoperti. Altri tratti sono di neve
morbida su uno strato di neve ghiacciata,ma i ramponi mordono bene e non
abbiamo nessuna difficoltà nella progressione su pendenze che si mantengono sui
40,45 gradi continui. La giornata è stupenda e fa anche piuttosto caldo. La
vetta lontana del Dolcedorme ci appare maestosa dispiegandosi al nostro sguardo
in una dolomitica visione. Alcuni pini loricati crollati a terra a causa del
poderoso incendio del 2012 ci fanno davvero piangere il cuore,simili giganti
distrutti dalla stupidità e dall’eterna insensibilità dell’uomo che fa del mero
profitto materiale l’unico scopo della propria vita.
Una rampa non difficilissima da risalire e la seconda
strettoia su ghiaccio vivo e siamo in vista della maestosa cresta Est che in
un'altra mezz’ora di duro cammino ci condurrà in vetta. Tutt’intorno,guardando
verso Ovest il candido manto di neve che ricopre la parete Nord-Est anche se
non supera i 20,30 cm,rende il paesaggio immacolato e,purtroppo un’altra
situazione di notevole contrasto conferma ancora una volta la stupidità di
certi esseri che con i loro quod si sono spinti fino al sottostante Piano di
Fossa senza la minima cognizione di cosa significhi spingersi con mezzi
motorizzati nell’habitat naturale del lupo appenninico. Dove sono le autorità?E
l’ente Parco?Booh!!
Ritorniamo a noi. Raggiungiamo faticosamente la vetta alle
13.30 e tra foto ,un pranzo frugale e quattro chiacchiere ci godiamo il
paesaggio meraviglioso delle nostre montagne in una giornata tersa di luce
fantastica. Dobbiamo affrettarci,la via del ritorno,lungo il vallone del Faggio
Grosso è ancora lunga,ed in effetti giungiamo alle nostre auto con l’ausilio
delle frontali accese.
Ancora una volta una bella ascensione ricca di
avventura,adrenalina e soddisfazione. Speriamo adesso che l’inverno si faccia
un po’ più serio e che ci regali giornate con più neve , ghiaccio e freddo.
2 commenti:
Grandi!!!!!!purtroppo io e Damiano quei stupidi in quad li abbiamo visti!erano ben 4 quad,era il 22 dicembre,mentre salivamo la cresta del dolcedorme,la stupidità dell'uomo non ha limiti!!
complimenti per il blog! io sono di Verona ma avendo i genitori di Morano e Castrovillari sono innamorato del Pollino e di quelle zone ed è un piacere conoscerlo meglio tramite questo blog!
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