Nell’ultimo post ci siamo lasciati al rifugio Donegani, raggiunto
dopo una impegnativa e lunga arrampicata lungo la ferrata di Monte Contrario valicando
il Passo delle Pecore e addentrandoci nella vallata di Orto di Donna. Il
paesaggio prevalentemente roccioso del primo giorno avrebbe successivamente
lasciato il posto ai cromatismi autunnali delle faggete del Monte
Grondilice e alla verdeggiante e
rigogliosa valle delle Rose, incuneandoci infine dentro la spettacolare gola
del canale Regolo in una interminabile quanto faticosa via di ritorno verso il
Biforco e chiudendo in tal modo un fantastico anello in due tappe.
Al risveglio ritroviamo un cielo completamente terso e una
luce ai primi raggi di sole semplicemente magica, circondati dalle cime
maggiori delle Apuane dominate dal Pisanino, massimo rilievo del gruppo e da
una corona di vette tutte ardite e selvagge. Dopo una buona colazione la
compagine di prodi è pronta ad affrontare questo secondo giorno che ci vedrà
puntare verso il Grondilice. Impegniamo da subito una scorciatoia fuori dal
rifugio molto ripida per riprendere la sterrata più a monte già percorsa il
giorno prima; strada usata anche dai mezzi delle cave di marmo.
Abbandonatala poco dopo, attacchiamo a destra il sentiero che con un percorso un pò tortuoso raggiunge la Foce di Giovo a quota 1500,crocevia per numerose escursioni al Pizzo d’Uccello e alle sue ferrate, alla Cresta Garnerone, al Grondilice e al Passo delle Pecore. Esso rappresenta allo stesso tempo un punto panoramicissimo sulla Valle di Vinca, minuscolo e singolare borgo che come una macchiolina emerge dal bosco, fino al litorale tirrenico e la vallata di Orto di Donna.
Il sentiero 179 che si immerge nel bosco è una alternativa
alla stradaccia di servizio delle cave percorsa il giorno prima e che in alcuni
punti regala scorci panoramici di grande
bellezza sulle cime maggiori delle Apuane: la poderosa mole del Pisanino che si
staglia imponente davanti a noi, il curioso Monte Cavallo, toponimo derivante
proprio dalla forma di un cavallo, lo slanciato ed aguzzo Monte Contrario e la
piramide maestosa e perfetta del Pizzo d’Uccello, il tutto reso più suggestivo
dal manto rosso della faggeta nella sua colorazione tipicamente autunnale.
Dopo un’ultima pettata su sentiero roccioso raggiungiamo il
passo detto la” Finestra del Grondilice”,quota 1734 m dove lo sguardo giunge
verso Ovest fino al Golfo di La Spezia. Finalmente una meritata sosta prima di
scendere verso valle dall’altro versante.
Da questo punto inizierà per così dire un’altra escursione.
Cominciamo la discesa lungo il sentiero 186 sotto i contrafforti rocciosi del
Grondilice tra curiosi torrioni e pinnacoli dalle forme bizzarre. Intanto
folate di nebbia risalgono dalla valle occultando di tanto in tanto il
paesaggio. Perdendo quota ripidamente e rapidamente raggiungiamo una brulla
radura dalla quale comincia ad apparire la mole imponente e piramidale del
Monte Sagro. Intanto in alcuni comincia ad affiorare la stanchezza tanto che il
gruppone si allunga notevolmente e la marcia risulta rallentata.
Il sentiero ad un certo punto e prima di raggiungere Foce di
Navola penetra in uno spettacolare bosco di abeti bianchi, alti e dritti e dal
fusto sottile e slanciato. L’ultimo tratto della faticosa discesa si svolgerà
all’interno della gola del Canale Regolo in pieno stile di torrentismo ma
evitando naturalmente di bagnarsi nelle sue limpidissime acque. Anche in questo
ambiente aspro e selvaggio sono presenti i segni del trasporto dei blocchi di
marmo da monte a valle attraverso teleferiche e cavi d’acciaio a testimonianza
del lavoro mastodontico compiuto tempo addietro dai cavatori.
Finalmente, dopo 8 ore di faticosa marcia in ambienti assai
diversi tra loro, attraversando faggete, vie di roccia, boschi di abeti e gole
fluviali incrociamo la strada asfaltata che ci condurrà in un'altra mezz’ora
tra tornanti vertiginosi al paesino di Forno dove ci aspetta l’auto lasciata
apposta li per andare a recuperare le altre parcheggiate al Biforco. Da qui le
nostre strade si divideranno e io andrò in direzione Firenze per un terzo ed
ultimo giorno direi molto più tranquillo tra le Balze del Valdarno e il centro
storico di Firenze.
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