Nell'ultimo post
ci siamo lasciati con la bella ed impegnativa salita lungo la Coitus di Monte
Alpi. Alla fine mi ero proposto di tornarci a breve per sfruttare l'occasione
di trovare ancora ghiaccio. In effetti così e' stato ma il motivo principale
era un altro. Nel racconto dicevo che volevo andare a fare una variante su
Solco Dritto e che poi incartandomi mi sono ritrovato sull'altra via.
Le mie
intenzioni erano quelle di andare ad aprire una nuova via di misto-ghiaccio su
quella parete, probabilmente l'ultima linea inviolata di Punta Corvo-Santa
Croce. Questa mi era stata segnalata infatti da Guido Gravame, l'autore di Sud
Verticale, apritore egli stesso di diverse vie su quel versante. Di conseguenza
Sabato 18 Marzo con il socio Pasquale ci siamo armati per andare su questa
bella via che avremmo chiamato "Surprise".
E' stato un bene
non fare il tentativo in solitaria perché
il grado di difficoltà era abbastanza elevato. Questa volta con un
compagno, corda e attrezzatura saremmo andati in sicurezza. Ma andiamo alla
cronaca.
Solita località
di partenza per questo versante di Monte Alpi, il rifugio Tellus Mater ma prima
di arrivarci ci fermiamo lungo i tornanti che precedono il bivio per Carbone ad
osservare le vie della Nord con la speranza che siano in condizione. Spettacolare
colpo d'occhio da questo punto e non c'è bisogno di indugiare troppo perché le
condizioni ci stanno tutte e il canale che dobbiamo risalire e' perfetto, non
ci sono salti scoperti.
Partiamo direzione
Neviera ripercorrendo il tracciato fatto da me cinque giorni prima fino a
raggiungere la sede del Canale Solco Dritto. Questa volta non si sbaglia e non
ci sono dubbi. Casco, imbrago, picche e ramponi e si va superando qualche salto
divertente e tecnico a 70 gradi di neve non ghiacciata ma portante fino ad
uscire dal bosco a quota 1500 dove ci si apre un anfiteatro di roccia e
ghiaccio di superba bellezza.
Anche la
relazione descriveva Solco Dritto come la via più spettacolare dal punto di
vista paesaggistico. Con Surprise ne condivide la prima parte. Guadagnato il
nevaio notiamo alla nostra sinistra più in alto due canalini che si staccano
dalla parete. Il primo sembra morire poco più su, il secondo è sicuramente il
nostro. Consulto il gps che mi conferma l’esattezza del punto da attaccare.
Dopo una bella
pettata su neve ghiacciata lo raggiungiamo e sostiamo su un labile terrazzino di
neve. Da sotto il canale sembrava piuttosto appoggiato, ma così non e'. Il
primo salto, molto tecnico e' a 70,75 gradi di misto tra roccia,vetrato e
ghiaccio di fusione, eccezionale. Prepariamo la sosta su chiodo da roccia, togliamo
fuori la corda con la ferramenta e parto io da primo affrontando lo
spettacolare salto quasi di slancio.
Il primo tiro descrive una curva verso sinistra e percorsi una trentina di metri sembra spianare leggermente. Ne approfitto attrezzando una sosta in un punto comodo per non perdere il contatto con il compagno visto che a causa del vento forte potremmo non sentirci.
Lo recupero e il
primo tiro e' fatto. Davanti a noi a questo punto si para una goulot
ghiacciata, incassata e dritta, di una bellezza mozzafiato che si mantiene
quasi sui 55,60 gradi continui. Una vera sorpresa, inaspettata. Questo il
motivo del nome alla nostra creatura, “Surprise”.
Secondo tiro rinviando
con chiodi da roccia, un fittone in una fessura larga e un altro su ghiaccio e
via per 60 m, poco meno. Direi, un tiro troppo lungo che mi costringe ad
attrezzare una sosta su picche e fittoni, recuperare il compagno per una decina
di metri e portarmi venti metri più su in un posto più tranquillo e sostare con
cordini su un grosso masso. Ora però a causa del vento con Pasquale non
riusciamo a sentirci. Tento con degli urli mentre il vento fa qualche pausa ma
niente. Che fare?
La cosa più
facile del mondo, prendo il cellulare e lo chiamo: ”Come sei messo? ”Lui
risponde: ”sto cercando di togliere il fittone che hai piantato nella fessura
che non se ne viene neanche con le cannonate”. “Ok”, ribatto. ”Non appena sei
pronto a salire fammi uno squillo”.
In questo modo
risolviamo il secondo tiro di 55 metri più 20 metri dell’ultimo. Ora che ci
siamo ricongiunti alla sosta le difficoltà maggiori sono terminate. Faccio
proseguire il compagno fino ad un altro roccione dove farmi sicura, una
quarantina di metri a 50° gradi. Lo raggiungo, smontiamo tutto, raccogliamo la
corda e ci portiamo in breve sulla cresta che porta a Punta Corvo con un vento
terribile. Subito ci “buttiamo” sulla Neviera per il ritorno, più protetta dal
vento.
Davvero una
bella via, come dicevo inaspettata perché non pensavamo fosse così estetica e
logica. Chiudo in tal modo la stagione invernale per quanto riguarda Monte Alpi
con un bel trittico: Hansel & Gretel, Coitus Interruptus e ora la nuova
arrivata Surprise.
2 commenti:
Che dire una giornata fantastica con una via veramente bella con condizioni ottime!Certo che Monte Alpi di sorprese ci ha dato... e sai di cosa parlo!Ciao e alla prossima...
This is a great post, thanks for sharing it
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