Dopo Hansel&Gretel rieccomi su Monte Alpi il 13 Marzo per
un’altra bella via sulla parete Nord del settore Santa Croce-Timpa del Corvo.
Ancora una volta un lunedì causa motivi familiari inderogabili del fine
settimana e quindi uscita con rientro forzato nel primo pomeriggio. Di nuovo in
solitaria e per questo cerco di muovermi su un terreno conosciuto.
Penso di andare su una variante di Solco Dritto che ho già
risalito due volte, la prima con il socio Pasquale in un giorno di scarsissimo
innevamento e la seconda in solitaria. Questa volta le condizioni sono davvero
eccezionali determinate dall’esposizione a nord, dalle basse temperature
notturne e dal forte vento dei giorni precedenti che ha trasformato il manto
nevoso in vetrato e ghiaccio di fusione in alto, al di fuori del bosco.
Succede però per colpa mia di non fidarmi del gps dove avevo
preventivamente segnato un punto ritrovandomi invece a fare Coitus Interruptus,
un’altra splendida via fatta con l’amico Mimmo nel 2013. In effetti lungo la
parete Nord di Timpa Corvo salgono diverse linee tutte vicine e parallele. Da
lontano infatti è visibile un ventaglio di canali tutti ravvicinati e dritti
che solcano la faggeta, e ogni solco è una via diversa.
Il punto segnato sul gps era l’attacco ad un canalino che
si dirama da Solco Dritto. Giunto così al Fosso Neviera mi dirigo verso ovest
per intercettare il primo di questi canali ma mi ritrovo sul secondo che non
riconosco quale Solco Dritto, mi sembra più verosimilmente quello di Coitus.
Anche il gps mi dà ragione ma ho qualche dubbio. Ritorno indietro fino a prendere
quello che sembra un canale e comincio a risalirlo.
Questi è proprio Solco Dritto ma mentre salgo rimango nel
dubbio perché probabilmente essendo colmo di neve non me lo ricordo in questo
modo, e mio malgrado continuo a salire finchè guardando ad Ovest noto l’ampio
l’anfiteatro fuori dal bosco e nuovamente cambio direzione.
Il gps evidenzia che sto sbagliando, probabilmente porta
qualche errore di posizione penso, ma così non è perché giunto all’anfiteatro
mi rendo conto di essere su Coitus Interruptus. Ormai ci sono e ci rimango,
anche perché farlo in solitaria rende accattivante la cosa e non di poco.
Mentre nel bosco la neve si presenta crostosa e
fastidiosa, allo scoperto diventa dura, compatta e man mano che mi avvicino
alla parete a al salto di 70 gradi che è il passaggio chiave diventa tutto
vetrato. Mentre avanzo in progressione i ramponi mordono il ghiaccio che fa
entrare soltanto le punte anteriori. Sono su pendenze di 55 gradi continui e
mentre mi avvicino al salto valuto da dove affrontarlo perché è parzialmente
scoperto, roccia in mezzo, ghiaccio a sinistra, più misto a destra.
Scelgo di andare a sinistra perché in quel mi dà maggiore
sicurezza nonostante debba conficcare le picche anche nei ciuffi di erba
ghiacciata. Comunque riesco a sormontare l’ostacolo senza grossi patemi ma
prestando la massima attenzione perché sono solo e senza alcuna protezione.
Alle mie spalle guardando in basso la pendenza è notevole.
Dopo l’infido passaggio il canale si allarga costeggiando
la parete simile a un diedro mentre il manto mantiene sempre la stessa consistenza
presentando a tratti ghiaccio di fusione. Volutamente poi mi porto verso
sinistra andando un po’ a zonzo per osservare le uscite di Solco Dritto e altri
canalini studiandomi meglio la zona per eventuali future salite. Infine
raggiungo la vetta di Timpa Corvo e di seguito sul filo di cresta toccando anche
i 1893 m. di Santa Croce. Pizzo Falcone,la vetta più elevata di Monte Alpi
troneggia verso Ovest con la sua caratteristica forma di perfetta piramide.
Dopo qualche foto intorno noto che rispetto ai versanti
esposti a mezzogiorno, quelli a Nord della catena del Pollino presentano ancora
un abbondante innevamento che dovrebbe resistere ancora per qualche settimana
se le temperature non si alzeranno in maniera considerevole.
La discesa avviene lungo la cresta Nord di Santa Croce che
permette di avere un notevole colpo d’occhio sulla Neviera e sulla parete Nord
di Timpa Corvo costellata di numerosi canali, anfratti e vie di ghiaccio.
Faccio presto a guadagnare la pista che dal Fosso Neviera conduce al rifugio
Tellus Mater dove ho parcheggiato l’auto e lì lo sguardo ritorna sulla Nord di
Monte Alpi perché penso di tornarci a breve prima che le condizioni possano
cambiare. Troppo bello lasciarselo sfuggire prima della fine dell’inverno.
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