E chi se lo
aspettava! Iniziare così presto la stagione invernale da diversi anni ormai era
diventato un sogno per le nostre latitudini.E invece Sabato 25 Novembre abbiamo
realizzato una bella ed avvincente ascensione su Monte Pollino lungo la
"Diretta sud ovest" con ramponi e piccozze.Artefice di tutto cio'
l'intensa perturbazione che la settimana precedente ha portato neve alle quote
medio alte delle vette piu' elevate compattandosi nei versanti a nord e nelle
zone in ombra grazie alle minime che si sono mantenute basse per molti giorni.
Finalmente dopo
le due uscite esterne sul Monte Rosa e sul Gran Sasso si ritorna sul Pollino
che, devo confessare mi e' mancato
tanto.Solito giro di messaggi per organizzare e alla fine si
va.Appuntamento con Damiano all'uscita di Frascineto dove il fantastico colpo
d'occhio sulle Piccole Dolomiti e il versante Sud del Dolcedorme,aspro e
dirupato domina la scena.Ma questa volta invece si va nei versanti a nord
perché vogliamo "affondare" i piedi,anzi i nostri scarponi nella
tanto attesa prima neve di stagione.
Direzione
Campotenese e poi Colle dell'Impiso dove altri escursionisti si stanno
preparando a partire.La mattina e' bella frizzante ma non freddissima.Prima di
raggiungere i Piani alti di Vaquarro notiamo una serie di cartelli inchiodati
ai faggi che vietano l'ingresso ai "non addetti ai lavori",così
numerosi quasi ci stessimo insinuando in una zona radioattiva.Più in la un
orribile nastro bianco rosso delimita
un'area cantiere.
Ma che sarà
mai?Le impronte delle ruote di grossi mezzi di trasporto che si dirigono verso
la zona della valanga del versante est di Serra del Prete tradiscono
probabilmente l'intenzione di creare un'area di rimozione di tronchi abbattuti da una slavina invernale e la
conseguente apertura di piste forestali in un'area a massima protezione,
progetto che ha pure il beneplacito dell'ente parco Pollino."No
comment".
Da questo punto
di osservazione appare maestosa la piramide del Pollino e di conseguenza se ne possono
osservare le condizioni di innevamento che risultano piuttosto contenute ma
questo già ce lo aspettavano.Del Valangone,nostra meta se ne scorge una piccola
porzione della pendice di destra e pare godere di un innevamento
maggiore.Bisogna solo andare e sperare fiduciosi che qualcosa porteremo a
compimento.Giungiamo a Piano Gaudolino e dopo una piccola sosta ci incamminiamo
lungo il sentiero di salita che porta a guadagnare a quota 2000 la cresta sud
ovest.Noi invece dobbiamo abbandonarlo poco dopo deviando decisamente a
sinistra verso l' avancorpo roccioso del versante Ovest.
Il
Valangone,chiamato così a motivo di una poderosa slavina staccatasi negli anni
novanta abbattendo e spezzando come stuzzicadenti i faggi lungo il suo
percorso,parte proprio subito a destra della cresta rocciosa festonata di pini
loricati.Il canalone si presenta quasi privo di neve sulle pareti di sinistra
baciate dal sole.La parte centrale invece e' innevata mediocremente mentre le
zone in ombra sono ben messe.Indossiamo il casco e prendiamo le picche ma per
ora lasciamo i ramponi nello zaino.Basta pero' attraversare trasversalmente il
canale portandoci in ombra per capire che la neve e' ghiacciata e dura come il
cemento.Pochi passi e dobbiamo tirare fuori i ramponi e calzarli in una zona
molto ripida.
Damiano ha
qualche difficoltà in più perché ha solo una picca e la posizione non e'
proprio comoda.Completata l'operazione cominciamo a risalire su pendenze che si
mantengono entro i quaranta gradi ma che meraviglia vedere che nel ghiaccio
entrano solo le punte dei ramponi manco fossimo nel mese di febbraio.Tutto
bello,luminoso,eccelso.Questo luogo incantato con il suo perfetto connubio tra
rocce,ghiaccio e pini loricati non si smentisce mai.
Sulla cresta alla nostra sinistra nel frattempo compare un nutrito gruppo di escursionisti che ci osservano meravigliati.Qualcuno dice:"e' Indio",scambiandomi per una guida di San Severino Lucano.A metà canale raggiungiamo una fascia rocciosa che aggiriamo a sinistra puntando due salti proprio di fronte.Sono i due Scalini di quella che ho chiamato tempo fa la Diretta Sud Ovest,una sorta di piccola variante al tracciato classico del Valangone.
Il socio li
evita da destra risalendo sul crinale
laterale diretto in cima,io invece con le due piccozze li affronto in progressione
frontale.Il primo salto,50 gradi guadagna una cengia nevosa che introduce il
secondo salto,più ostico dove l'uscita si affronta a sinistra passando in mezzo
ad una piccola fessura ricoperta di neve e delle roccette laterali sulle quali
si arrampica.Passaggino delicato a 55 gradi max e una importante
esposizione.Ultimi colpi di piccozze e sono fuori dalla difficoltà.Sbucano gli
omini di pietra che indicano la cima a pochi metri.
In vetta mi
aspetta Damiano insieme al nutrito gruppo di salitori visti prima.Tra i saluti
e i convenevoli di rito e' un piacere conoscere un'altro
"cervinista",il quale ha condiviso la scalata allo scoglio più nobile
d'Europa l'anno scorso insieme all'amico Mimmo.Quattro chiacchiere,qualche foto
di vetta immortalando l'ambiente fiabesco tra nuvole ovattate e si scende per
la via normale.E' d'obbligo un passaggio al magnifico inghiottitoio poco sotto la vetta.Più in basso notiamo in bella evidenza il pittoresco laghetto ghiacciato della dolina della Serra Pollinello.Ritorniamo davvero soddisfatti per la bella ed impegnativa
salita e per me non c'era modo migliore
di suggellare un felice ritorno sul Pollino dopo tre mesi e mezzo.
2 commenti:
bravissimi e grandi gli amici miei!! un pochino di invidia c'è!!!!!!!ciao e a presto
Grazie.Non ti preoccupare che la stagione e' appena cominciata
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