Dopo
l’impegnativa ed appagante salita ai
crateri sommitali dell’ Etna i miei passi mi conducono ad esplorare uno dei
suoi fratelli minori : il cratere dell’isola di Vulcano nell’arcipelago delle
Isole Eolie. Ad essere sincero l’obiettivo iniziale era Stromboli, il vulcano
più attivo d’Europa , facente parte dello stesso arcipelago ma al momento, visto
la sua concitata attività, non è possibile salire alle bocche culminanti;
bisognerà attendere che ritorni alla normale attività detta “stromboliana”.
Quanto ci vorrà? Nessuno può dirlo, settimane, mesi o forse anni.
Torniamo
a Vulcano. Il Gran Cratere sorge a 386 m di altitudine ed ha un diametro di
circa 500 metri, esteticamente molto bello e perfettamente circolare.Il miglior
punto di osservazione è lungo il bordo meridionale dal quale è possibile abbracciare
con un unico colpo d’occhio tutte le isole dell’arcipelago,da sinistra verso
destra Filicudi, Alicudi e Salina; al centro,proprio davanti Lipari,poi
guardando verso nord- est Panarea e la più distante Stromboli.
A
causa dell’afa purtroppo queste ultime due non sono visibili. Il caldo
insopportabile del periodo suggerisce appunto di compiere l’escursione nelle
prime ore del mattino evitando quelle centrali. L’escursione in se non è
particolarmente difficoltosa,caldo escluso,non richiede ne un enorme sforzo ne
l’accompagnamento di una guida.Il
tracciato è semplice da seguire e ben segnalato.
Sceso
al porticciolo di Levante dall’aliscafo mi avvio lungo il rettilineo della
strada provinciale per l’attacco al comodo sentiero. C’è una marea di turisti
che armati alla meno peggio col caldo che fa ,chi con teli mari addosso,chi in
costume da bagno,chi senza una goccia d’acqua dietro,si arrabatta lungo il
percorso come una immensa armata Brancaleone.Comunque il disagio del gran caldo
è ampiamente compensato dallo spettacolo offerto e dal paesaggio sublime su
tutto l’arcipelago.
Dopo
un’oretta scarsa di marcia giungo al bordo settentrionale del cratere dove da
un belvedere naturale si gode una vista mozzafiato sul villaggio di Vulcano e
Vulcanello. A questo punto è d’obbligo compiere il periplo del Cratere,c’è da
scegliere solo il senso di marcia.Opto per il giro antiorario fino al punto più
alto dove riesco a trovare l’unico punto ombreggiato offerto da un sassone
posto verticalmente per una meritata pausa.
Rivolgo
l’attenzione alle curiose “Fumarole”, esalazioni vulcaniche che consistono
nella produzione di vapore e gas vulcanici. Nel caso di Vulcano, si tratta
soprattutto dello zolfo che grazie all'azione dei batteri contribuisce alla
formazione di una patina colorata sulle superfici del terreno e dei sassi. Ambiente
spettacolare e surreale .E’ sconsigliato avvicinarsi per via del vapore di
zolfo che potrebbe causare fenomeni di sensibilizzazione.Ma come diceva Franco
il giorno prima sull’Etna,respirarne un po’ fa bene alla sinusite.Il bello sta
nell’attraversare l’area cercando di evitare le folate di gas mettendosi
sopravento.
Dopo l’attraversamento delle fumarole rientro al punto di partenza apprestandomi a ritornare al porto. Dopo il caldo torrido e tanti sudori è assolutamente obbligatorio un bel triplo bagno in spiaggia e prima di riprendere l’aliscafo tuffarsi nelle irrinunciabili granite del posto con dolce siciliano incorporato a base di ricotta e pistacchio,un vero paradiso.
Aspetterò
lo Stromboli in una scalata notturna,classica da queste parti.Speriamo
non si faccia attendere a lungo.
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