Credo che la
Via dei Lupi al Pollino sia fra le vie alpinistiche invernali a rimanere in
condizione fino a primavera inoltrata. Due anni fa con Mimmo in una sortita a
fine Aprile trovammo un consistente innevamento già ai Piani di Pollino e anche
lungo il sentiero che parte da Colle dell’Impiso,ma la neve era morbida e
farinosa. Quest’anno,in data 7 Maggio abbiamo affrontato il canalone in
condizioni eccellenti. E’ stata una scommessa perché davvero non ci speravo. Mi
sono sentito qualche giorno prima con Pasquale e nel decidere pensavamo ad un itinerario che ci consentisse
di dare l’ultimo saluto alla neve di questa stagione invernale appena trascorsa
che ci ha regalato belle soddisfazioni.
Abbiamo
esordito a fine Dicembre 2010 con la cavalcata alla cresta dell’Infinito verso
la misteriosa Manfriana Orientale in una giornata da lupi. Gennaio ha visto la
nascita di Isabel,un simpatico canale allo spigolo destro della Parete Ovest
del Pollino come anteprima dello spettacolare Squirrel appena a sinistra con
successivo proseguimento in vetta per la Diretta Sud-Ovest. Lasciato il
Pollino,a Febbraio e Marzo ci siamo diretti agli antipodi del Parco risalendo
prima l’elegante Ghost Line (Monte Alpi) all’estremo Nord e poi la fantastica
Montea lungo il canalone Sud-Ovest. Di seguito una non difficile risalita su
Serra del Prete per la cresta Nord e discesa per il versante opposto in una
atmosfera d’incanto. Poi di nuovo sul Monte di Apollo per la via normale. E da
ultimo a chiudere con una strepitosa Via dei Lupi.
Il vantaggio
di affrontare i canaloni in primavera è di trovare il manto nevoso durissimo
tale da rendere la vita difficile anche ai ramponi. Lo svantaggio invece può
derivare dal pericolo di scariche dovute allo scioglimento della neve a monte.
In effetti abbiamo notato dei massi enormi staccatisi e rotolati in basso
lasciando un’ampia traccia sulla neve. Quel sabato in vetta solo due
escursionisti giunti dalla via normale impegnati a scattare foto a raffica e
poi la discesa per la cresta nord un po’ avventurosa e complessa. Un ambiente
severo,difficile e pericoloso per via
della roccia marcia dove bastava un niente per far partire sassi .L’ultimo
tratto di cresta svoltosi lungo i naturali gradoni delle cenge che
caratterizzano questo versante della montagna e infine un intrico di piccoli
faggi che ha reso fastidiosissima la
discesa.
Pensando ad
una via di salita escursionistica (tralaltro già fatta da me qualche anno
fa)lungo questa cresta ,bisognerebbe trovare un percorso più agibile rendendolo
così più fruibile. L’unico piccolo rimpianto è stato di non essere salito sul
Dolcedorme,infatti è dallo scorso Giugno che non ne tocco la vetta. Avrei
voluto ripetere una delle vie a Sud ma
mi è mancato l’attimo,in un inverno un po’ balordo che ha alternato periodi di
forti nevicate a periodi di caldo anomalo,e quindi indovinare la giornata
giusta per le ascensioni a Sud.Vediamo cosa ci riserverà l'estate.Nel frattempo buona montagna a tutti.
1 commento:
Mitico Giusè!!!!!!!!sei straordinario a raccontare queste fantastiche uscite....un grande saluto...e alla prossima volta!!
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