“Luogo dove il vento
gira”.Questo è l’epiteto che
contraddistingue Capo Palinuro,
già conosciuto dai naviganti per la pericolosità delle sue insidiose correnti.
E’un promontorio roccioso della costa della Campania Meridionale, tra il golfo
di Velia e quello di Policastro, nel Cilento,caratterizzato da rupi scoscese,
archi naturali, torri saracene e antichi fortini usurati dal tempo,una specie
di “mano”che si protrae nel Tirreno.
Il toponimo si rifà al
nocchiero di Enea che,come narra la leggenda,morì cadendo in mare di notte
tradito dal sonno. Ciò che cattura l’occhio del visitatore è sicuramente il
colore del mare,che va dal verde smeraldo trasparente in prossimità del
porto,seguendo la strada che giunge dal paese,al turchese intenso in fondo agli
strapiombi fino al blu cobalto,tanto da trasportarlo come d’incanto e
improvvisamente in una spiaggia caraibica dalle acque cristalline.
L’escursione in barca
permette di ammirare questo splendido promontorio visitando le grotte che si
aprono ai piedi delle sue impressionanti falesie a strapiombo,quali la Grotta
Azzurra,la Grotta del Sangue,la Grotta Sulfurea ed altre.
Dal porto invece
parte un percorso di eccezionale bellezza:il sentiero “Fortini e Torri”,
riscoperto nell'ambito di un progetto del Comune di Centola, finanziato dalla
Comunità Europea e realizzato dalla cooperativa Arcella, che segue
un'antica mulattiera in un'altalena di terrazze verdi e suggestive e pareti a
strapiombo sul mare. Il
tracciato ad anello è molto vario e, pur sviluppandosi a quote modeste ,di
difficoltà medio-bassa ed in prossimità del mare, offre vedute spettacolari sia
verso il retroterra cilentano e la costa del golfo di Policastro spingendosi
fino ai monti calabresi, sia sul mare, affacciandosi dall’alto di vertiginose
falesie.
Siamo all’inizio di Novembre e
fa molto caldo.Nonostante la pioggia della notte,tutto è pronto per la nostra
escursione. Attaccando il sentiero che si dipana all’ingresso del porticciolo raggiungiamo
in breve la Torre del
Fortino o meglio la
Batteria del Prodese.
Quì sulla Punta
del Fortino, il panorama mozzafiato e il colore brillante del mare
cristallino che si apre sulla Grotta
azzurra ci lasciano stupefatti. Vale la pena fermarsi e lasciarsi rapire da
quest’incanto.
Il tratturo ora si immerge nella fitta macchia mediterranea, costeggiando baie e anfratti silenziosi fino ad incontrare una diramazione:scendo lungo un percorso più accidentato per raggiungere ripidamente la torre posta a guardia della “Punta della Quaglia” sovrastante la Grotta Azzurra. Impressionante la parete strapiombante che precipita in mare con un poderoso salto verticale alla sinistra d’essa tanto da prestare la massima attenzione nell’affacciarsi. Una veloce arrampicata sulla sommità della torre e pare di trovarmi in capo al mondo,sospeso tra cielo e mare.
Riguadagnato il sentiero,puntiamo decisamente verso il
Faro,
sulle ripide falesie carbonatiche orientate a nord, dove vive la Primula di
Palinuro, un endemismo unico: una pianta arrivata dal Nord in questa zona due
milioni di anni fa e che si è adattata sopravvivendo alle mutazioni climatiche
e ambientali senza mai mutare. Nel frattempo,i colori e gli odori del mirto,del
lentisco e dell’alaterno deliziano il nostro incedere.
La risalita verso il faro prosegue tra pietraie e ceppi di saracchio,
una pianta immarcescibile dalle foglie tenaci e taglienti che veniva utilizzata
per legare le viti e per costruire robuste cime. Raggiungiamo in breve una
radura più aperta tra grandi cuscini di ginepro e lentisco, piegati a terra
dalla salsedine, che ammantano i costoni protesi sul mare. Ed’eccoci al Faro
dove ci fermiamo per una meritata sosta rifocillandoci all’ombra di un muretto.
Abbiamo così intersecato la strada cementata che raggiunge il faro
proveniente dal paese. Da qui a scendere inizia forse il tratto più
spettacolare dell’intero percorso.
Un primo “affaccio” proprio sotto il faro ci permette di osservare scorci panoramici sulla Cala della Lanterna le cui pareti strapiombanti precipitano fin giù al mare. Scendendo di un centinaio di metri ed intraprendendo successivamente una traccia che costeggia un boschetto,raggiungiamo l’estrema punta dell’ennesimo costone risalendo e saltellando su strane roccette,la Punta Mammone che ci permette di ammirare Il faro e la sua ardita posizione come un nido d’aquila proprio di fronte a noi. Verso Ovest invece sorge la Torre di Calafetente,nostra prossima meta.
Riguadagnata la strada e lasciato il Faro
alle spalle,ci dirigiamo verso la stazione meteorologica. Una
evidente sterrata,oimè deturpata al suo inizio dalla presenza di rifiuti di
ogni genere lasciati dai soliti turisti “sporcaccioni”si addentra in una fitta
vegetazione di profumati pini marittimi in direzione del Fortino, costruito sulla
sommità del Monte d’Oro in
epoca napoleonica.
Seguendo il sentiero, in direzione sud, e superato un tratto in cui la macchia mediterranea copre la visuale del mare, si arriva alla Torre di Calafetente,toponimo dato dall’odore sgradevole emanato dalla sottostante grotta sulfurea. Qui lo strapiombo mozzafiato svela tutta la bellezza dei colori cerulei dell’insenatura di Calafetente, mentre la “finestrella”, incastonata nella falesia, fa affacciare il viaggiatore nei miti e nelle leggende che narrano di Capo Palinuro.
Ormai stanchi ma sommamente soddisfatti degli straordinari paesaggi che questo lembo di terra ci ha regalato,riguadagniamo la strada asfaltata direzione porto dove andiamo a recuperare l’auto e…..l’albergo.
3 commenti:
Che meraviglia un vero angolo di paradiso!!!
Il tuo modo di scrivere è vivido e coinvolgente...ho letto tutto ad un fiato...complimenti!
Baci e a presto!:)
...Edva...**
Ho visto il video fantastico!!!
fa sognare... :)
ti ringrazio di cuore per aver usato i miei versi "mare dentro me"...
nel video trasmettono emozioni e ricordi.
...Edva...**
grazie per l'ottima visita fatta al sentiero "fortini e torri" di Capo Palinuro.
Chi è interessato ad avere ulteriori dettagli sul tracciato e sulla spklendida costa cilentana può trovarli qui:
http://www.arcella.eu/portfolio/fortini-e-torri-palinuro/
Arcella scarl
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