Finalmente! Anche
quest'anno e' giunta l'uscita più importante, quella che scegli, studi e poi
prepari come una finale di Champions. L'ascensione che ti porta nel tempio
della montagna, nel regno dei quattromila, sul Tetto d'Europa.Questa volta ero
indeciso se recarmi sul Massiccio del Rosa o nel Vallese svizzero.Optando per
il primo c'erano in ballottaggio il Castore tra via normale o parete ovest e
qualcosa di più tecnico.Allora perché no la Cresta sud est della Vincent
toccando prima la Giordani per la normale? Bella idea visto che si riesce a
fare anche in giornata.
Parto così dalla
Calabria e quando giungo a Pont Saint Martin sperando di fuggire dalla calura
della mia terra e trovare un po'di refrigerio scopro che invece fa più caldo e
questa è la prima stranezza. La seconda è che dopo essermi sistemato in un
alberghetto a Staffal, la sera uscendo per la cena mi reco in un ristorante
sardo (gentilissimi i gestori) con pietanze quasi tutte a base di pesce.Terza
stranezza,scendendo con la Funifor da Punta Indren il
"macchinista",un omone tipo Bud Spencer mettendo un po' di musica fa
partire "I so' pazz" di Pino Daniele. Dico al mio compagno che
probabilmente avrò sbagliato regione!Almeno, tornando
alle temperature non proprio "alpine", dal punto di vista climatico
non dovrebbero esserci problemi considerando che a 4000 m. avrei indossato
soltanto una t-shirt tecnica e all’occorrenza un giacchino leggero. Anzi,
rimango piuttosto interdetto perchè a distanza di un anno si vede ad occhio che
dopo il ghiacciaio di Bors anche quello di Indren sta regredendo allo stato di
morena.
Inoltre colpisce
il ritiro del ghiacciaio del Lys perché quando nel 2004 salii sulla
Margherita,il fronte lambiva il rifugio Mantova,ora la morena parte qualche
centinaio di metri sopra il rifugio Gniffetti.Non voglio fare retorica
spicciola ma se continua così tra una cinquantina di anni non ci sarà bisogno
neanche di portare i ramponi,e la cosa non riguarda soltanto le attività
ludiche in montagna quanto per l'impatto ambientale che questo porterà a livello
globale come la siccità avuta questa estate in tutta Italia. Ma torniamo
all'ascensione.Alle 7.30
Cristian mi aspetta alla biglietteria della funivia che fa prima due
tappe,Gabiet e Passo dei Salati.Poi si cambia e si va a prendere la Funifor che
ci porta ai 3275 m. di Punta Indren.La vecchia funivia smantellata nel 2007
giungeva invece da Alagna e l'arrivo era dislocato a qualche centinaio di metri
verso est.Prima del 2009 ,anno di inaugurazione della Funifor dovevi colmare
circa 400 m. di dislivello in piu' passando per il roccione dello
Stolemberg.Ora non piu' ma visto il balzo repentino di quota di circa 1400
metri che si fa in pochi minuti mi chiedo se il l’aver dormito a 1830 m. di
quota sia stato sufficiente per un buon acclimatamento.
Giunti a destinazione
si staglia davanti a noi la maestosa Piramide Vincent e l'intera via di salita,
prima per la morena e poi risalendo interamente il ghiacciaio di
Indren.Indossato casco e calzati i ramponi si parte lentamente ma con andatura
costante su pendenze che non superano i 30 gradi.Cerco di capire come reagisce
il fisico alla quota e durante questa prima parte fortunatamente non avverto
nessun problema particolare. Buon segno.Man mano che si
sale però aumenta la pendenza fino a che procedendo per traccia giungiamo a
3800 m. su un terrazzino pianeggiante che permette un bell'affaccio sulla Val
Sesia e sul tratto della Cresta del Soldato che porta a Punta Giordani.Dietro
di noi in basso occhieggia invece il pittoresco lago Gabiet.Qui' ci concediamo
una meritata pausa bevendo e consumando qualche barretta.
Adesso arriva forse la parte più tosta della salita perché in dura rampa ci tocca raggiungere il colletto sotto la Giordani a 4046 m.Come dicevo il caldo e' notevole e in questa fase devo fare molte pause,anche se brevi per prendere fiato,perché la quota ora si fa sentire davvero.L'arrivo al colletto e' una mezza liberazione non solo perché tocchiamo il primo quattromila di giornata doppiando la Giordani già conquistata un anno fa lungo la Cresta del Soldato,ma perché entriamo nella parte più stimolante dell'ascensione. Andremo ad aggredire in un'adrenalinica progressione la cresta rocciosa sud est della Piramide Vincent, estetica, tecnica ed avvincente.Nel frattempo ci godiamo il panorama da questa vetta che e' già mozzafiato. La vista corre dalla Vincent, tocca il Balmenhorn, il Corno Nero e la Parrott.
Riguadagnamo in tal modo la cresta innalzandoci velocemente proseguendo poco a sinistra verso un evidente gendarme sporgente.Due chiodi con fettuccia ci permettono di assicurarci così da aggirarlo da sinistra fino alla base di un canalino con roccia abbastanza marcia scendendo per un paio di metri e risalendo poi per un diedrino.Appare da qui in bella evidenza la cresta nevosa affilata che unisce la Giordani alla Vincent.Tutto assolutamente spettacolare.Peccato soltanto per la foschia all'orizzonte che offusca lievemente il paesaggio circostante,ma va bene così.
Continuiamo a
salire su roccia ora ottima e facilmente assicurabile su spuntoni. In questo
tratto esteticamente molto bello arrampichiamo su vere e proprie lame verticali
di granito. Anche se la progressione non è difficile (III') siamo sempre a
quattromila metri di quota e ad ogni tiro c'è da fermarsi per riprendere fiato.
Cristian si sente a suo agio sui blocchi di granito essendo del posto, io forse
più abituato al calcaree del Pollino,nell'arrampicare
devo adattarmi alla struttura diversa della roccia.Comunque secondo
me questo rimane il tratto più bello e appagante dell'intera ascensione che
successivamente ci porta ad una piccola sella e agli ultimi metri di roccia su
facili blocchi. Infine intorno alle tredici sbuchiamo sulla calotta nevosa
della sommità dove terminano le difficolta'. I 4215 m. della Vincent sono
finalmente ad un passo. Conquistiamo l'agognata vetta dopo un meritato selfie
all'uscita di cresta.
Dalla cima della Vincent si apre un sipario fantastico su altri quattromila del Rosa, ma a dominare la scena incontrastato come una prima donna sorge bellissimo il Lysskam, con la sua mole inconfondibile,elegante e slanciata. Seminascosta dalla Partott spunta il vertice della Zumstein e poco prima appena visibile anche la cresta frastagliata di vetta della Dufour. Davanti a noi l'affioramento roccioso del Balmenhorn con il Cristo delle Vette e il bivacco Giordano raggiunto da alcuni alpinisti con l'ausilio delle corde fisse.
Anche se questi misura
4173 m. non ha i requisiti per essere tra i quattromila ufficiali. Come direbbe
un "collega" alpinista “e' un quattromila a gratis”. A destra invece
svetta il piramidale Corno Nero mentre in basso diverse cordate tornano del
Colle del Lys. Meraviglioso, spettacolare, sublime. Nessuna descrizione rende
abbastanza onore ad una simile visione e alle sensazioni che si provano quando
si conquista una vetta.
Dopo esserci
riempiti gli occhi di tanta bellezza iniziamo la discesa per la via normale
passando per il Colle Vincent e procedendo lungo l'immenso ghiacciaio del Lys. In
questo tratto bisogna prestare attenzione ai crepacci piuttosto numerosi. Sul
fianco occidentale della Vincent si può osservare infatti un fronte di seracchi
impressionante e altri profondi crepacci sulla nostra destra. Più in basso
attraversiamo addirittura uno strettissimo corridoio di ghiaccio tra due
profonde spaccature. Piede fermo e massima attenzione finche' guadagniamo le
rocce all'altezza del rifugio Gniffetti e leviamo i ramponi. Più in basso sorge
il Mantova dove osservando il fronte del ghiacciaio sono scaturite le
osservazioni iniziali. Deviamo a sinistra prendendo il sentiero attrezzato con
canaponi prima di mettere piede sulla morena e raggiungere infine la funivia. In
breve rientriamo a Staffal ritornando alla civiltà.
Così dopo il
settimo quattromila, piu' uno considerando la Punta Giordani fatta due volte, riparto
per la Calabria tornando ai miei monti e al mio Pollino profondamente
arricchito da questa nuova e rimunerativa esperienza, con nuovi stimoli e un
bagaglio di emozioni impagabili. La sera il forte scrosciare del torrente Lys
mi accoglie forse per rivolgermi un saluto ed augurarmi di ritornare ancora
nella meravigliosa terra dei Walser per una nuova avventura.
2 commenti:
racconto impeccabile come sempre! grande Giù
Grazie di cuore
Posta un commento